CANTI DEI SOLDATI
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CANTI DEL PASSATO
CANZONI DEL PASSATO 1
CANZONI DEL PASSATO 2
CANZONI DEL PASSATO 3
CANZONI DEL PASSATO 4
INNI NAZIONALI
VOLA VOLA VOLA VOLA (1908)
QUEL MAZZOLIN DI FIORI (1904)
L'UCCELLINO DELLA COMARE (1908)
MAMMA MIA DAMMI CENTO LIRE (1908)
SUL PONTE DI BASSANO (1913)
MILLE LIRE AL MESE (1939)
O ANGIOLINA, BELA ANGIOLINA (1914)
IL TAMBURO DELLA BANDA D’AFFORI (1939)
LA MONTANARA (1927)
LA MARIANNA LA VA IN CAMPAGNA(1931)
I POMPIERI DI VIGGIU' (1948)
PINO SOLITARIO (1953)
VECCHIO SCARPONE (1945)
QUEL MAZZOLIN DI FIORI (1904)
Quel mazzolin di fiori,
che vien dalla montagna.
E bada ben che non si bagna
che lo voglio regalar,
e bada ben che non si bagna
che lo voglio regalar.
Lo voglio regalare,
perchè l'è un bel mazzetto.
Lo voglio dare al mio moretto
questa sera quando vien,
lo voglio dare al mio moretto
questa sera quando vien.
Stasera quando viene,
sarà una brutta sera.
E perchè lui sabato sera
lui non è vegnù da me,
e perchè lui sabato sera
lui non è vegnù da me.
Non l'è vegnù da me,
l'è andà dalla Rosina.
E perchè mi son poverina
mi fa pianger e sospirar,
e perchè mi son poverina
mi fa pianger e sospirar.
Fa pianger e sospirare,
sul letto dei lamenti.
E cosa mai diran le genti,
cosa mai diran di me?
e cosa mai diran le genti,
cosa mai diran di me?
Diran che son tradita
tradita nell'amore.
E sempre a me mi piange il core
e per sempre piangerà,
e sempre a me mi piange il core
e per sempre piangerà.
MAMMA MIA DAMMI CENTO LIRE (1908)
Mamma mia dammi 100 lire
che in America voglio andar!
Cento lire io te le do
ma in America no, no, no!
Cento lire io te le do
ma in America no, no, no!
I suoi fratelli alla finestra:
Mamma mia lassela andar!
Vai, vai pure o figlia ingrata
che qualcosa succederà!
Vai, vai pure o figlia ingrata
che qualcosa succederà!
Quando furono in mezzo al mare,
il bastimento si sprofondò!
Pescatore che peschi i pesci,
la mia figlia vai tu a pescar!
Pescatore che peschi i pesci,
la mia figlia vai tu a pescar!
Il mio sangue è rosso e fino,
i pesci del mare lo beveran!
La mia carne è bianca e pura,
la balena la mangerà!
La mia carne è bianca e pura,
la balena la mangerà!
Il consiglio della mia mamma
l'era tutta la verità,
mentre quello dei miei fratelli
resta quello che m'ha ingannà!
Mentre quello dei miei fratelli
resta quello che m'ha ingannà!
Il consiglio della mia mamma
l'era tutta la verità,
mentre quello dei miei fratelli
resta quello che m'ha ingannà!
Mentre quello dei miei fratelli
resta quello che m'ha ingannà!
Mentre quello dei miei fratelli
resta quello che m'ha ingannà!
Mentre quello dei miei fratelli
resta quello che m'ha ingannà
O ANGIOLINA, BELA ANGIOLINA (1914)
O Angiolina, bela Angiolina,
o Angiolina, bela Angiolina,
innamorato io son di te,
innamorato dall'altra sera
quando venni a balar con te.
Innamorato io son di te,
innamorato dall'altra sera
quando venni a balar con te.
E la s'ha messo la veste rosa,
e la s'ha messo la veste rosa,
e le scarpette con le rose,
e le scarpette con le rosette,
fatte apposta per ben ballar.
E le scarpette con le rose,
e le scarpette con le rosette,
fatte apposta per ben ballar
LA MONTANARA (1927)
Là su per le montagne,
fra boschi e valli d'or,
tra l'aspre rupi echeggia
un cantico d'amor.
Là su per le montagne,
fra boschi e valli d'or,
tra l'aspre rupi echeggia
un cantico d'amor.
La montanara o-he
si sente cantare,
cantiam la montanara
e chi non la sa?
La montanara o-he
si sente cantare,
cantiam la montanara
e chi non la sa?
La montanara o-he
si sente cantare,
cantiam la montanara
e chi non la sa?
La montanara o-he
si sente cantare,
cantiam la montanara
e chi non la sa?
Là su sui monti
dai rivi d'argento,
una capanna cosparsa di fiori.
Era la piccola
dolce dimora
di Soreghina
la figlia del sol.
La figlia del sol.
LA MARIANNA LA VA IN CAMPAGNA(1931)
Oh Dio del ciel
che fai fiorir le rose,
manda un marito
a tutte queste tose.
La Marianna la va in campagna
quando il sole tramonterà,
tramonterà, tramonterà,
chissà quando, chissà quando ritornerà.
Si, bella è la rosa,
ma ancor di più è la viola,
la mia mogliettina
sarà una campagnola.
La Marianna la va in campagna
quando il sole tramonterà,
tramonterà, tramonterà,
chissà quando, chissà quando ritornerà.
O bei giovanotti,
se fate all’amore,
lasciate le bionde
e pigliate quelle more.
La Marianna la va in campagna
quando il sole tramonterà,
tramonterà, tramonterà,
chissà quando, chissà quando ritornerà.
Ma brune o bionde,
facendo all’amore,
le ragazzine
ti ruberanno il cuore.
La Marianna la va in campagna
quando il sole tramonterà,
tramonterà, tramonterà,
chissà quando, chissà quando ritornerà.
L’amore si fa
con tutte le ragazze,
ma state attenti
a quelle un poco pazze.
La Marianna la va in campagna
quando il sole tramonterà,
tramonterà, tramonterà,
chissà quando, chissà quando ritornerà
I POMPIERI DI VIGGIU' (1948)
Per volere del Visconte
su parere del Barone,
han formato la sezione
dei Pompieri di Viggiù.
Pompa qua, pompa là,
pompa su e pompa giù.
Ed a spese del Marchese
han comprato le divise
con feluche a larghe tese
e pennacchi rossi e blu.
Pompa qua, pompa là,
pompa su e pompa giù.
Indi, a scopo addestrativo,
il paese hanno incendiato
e il reparto s'è schierato
e ha gridato "Ip Ip Hurrà".
Viva quà, Viva là,
viva su, evviva giù.
Viva i Pompieri di Viggiù
che quando passano
i cuori infiammano.
Viva i pennacchi rossi e blu.
Viva le pompe
dei Pompieri di Viggiù.
Affrontarono l'incendio
con le pompe verso sera,
però l'acqua, ahimè, non c'era
per potere funzionar.
Pompa qua, pompa là,
pompa su e pompa giù.
Però, il Capo ebbe un'idea
veramente peregrina,
caricò con la benzina
tutti quanti gli estintor.
Pompa qua, pompa là,
pompa su e pompa giù.
Ed in meno d'un secondo
nel villaggio già bruciato
tutto in fumo se n'è andato
il plotone dei Pompier.
Viva quà, Viva là,
viva su, evviva giù.
Viva i Pompieri di Viggiù
che quando passano
i cuori infiammano.
Viva i pennacchi rossi e blu.
Viva le pompe
dei pompieri di Viggiù.
Viva i pennacchi rossi e blu.
Viva le pompe
dei pompieri di Viggiù
VECCHIO SCARPONE (1953) di CALIBI - DONIDA
Lassù, in un ripostiglio polveroso,
fra mille cose, che non servon più,
ho visto, un poco logoro e deluso,
un caro amico della gioventù.
Qualche filo d’erba,
col fango disseccato
tra i chiodi, ancor pareva. conservar…
era uno scarpone militar!
Vecchio scarpone,
quanto tempo è passato!
Quante illusioni fai rivivere tu!
Quante canzoni
sul tuo passo ho cantato,
che non scordo più.
Sopra le dune
del deserto infinito,
lungo le sponde accarezzate dal mar,
per giorni e notti insieme a te ho camminato
senza riposar!
Lassù, fra le bianche cime
di nevi eterne immacolate al sol,
cogliemmo le stelle alpine
per farne dono ad un lontano amor!
Vecchio scarpone,
come un tempo lontano,
in mezzo al fango, con la pioggia o col sol,
forse sapresti, se volesse il destino,
camminare ancor.
Vecchio scarpone, fai rivivere tu
la mia gioventù.
VOLA VOLA VOLA VOLA (1908)
Vulesse fa' 'rvenì pe' n'ora sola
lu tiempe belle de la cuntentezze,
quande pazzijavame a "vola vola"
e te cuprè de vasce e de carezze.
E vola vola vola vola
e vola lu pavone.
Si tiè lu core bbone
mo fammece arpruvà.
E vola vola vola vola
e vola lu pavone.
Si tiè lu core bbone
mo fammece arpruvà.
'Na vote pe' spegna' lu fazzulette,
so' state cundannate de vasciarte.
Tu te scì fatte rosce e me scì dette
di 'nginucchiarme prima d'abbracciarte.
E vola vola vola vola
e vola lu gallinacce.
Mo si me guarde 'n facce
mi pare di sugna'.
E vola vola vola vola
e vola lu gallinacce.
Mo si me guarde 'n facce
mi pare di sugna'.
Come li fiure nasce a primavere,
l'amore nasce da la citilanze.
Marì, si mi vuò bbene accome jere,
nè mi luvà stu sogne e sta speranze.
E vola vola vola vola
e vola lu cardille.
Nu vasce a pizzichille
non mi le può negà.
E vola vola vola vola
e vola lu cardille.
Nu vasce a pizzichille
non mi le può negà.
Pure se po' veni' pe' n'ora sola!
L'UCCELLINO DELLA COMARE (1908)
Si posò sulla sua testa,
l'uccellino è tutto in festa.
Era lì che voleva volare
l'uccellino della comare.
Si posò sulle sue spalle,
l'uccellino si gratta...le ali.
Era lì che voleva volare
l'uccellino della comare.
Si posò sopra il suo petto,
l'uccellino si lecca il becco.
Era lì che voleva volare
l'uccellino della comare.
Si posò sulla sua pancia,
l'uccellino vuol fare la danza.
Era lì che voleva volare
l'uccellino della comare.
Si posò sopra il suo piede,
l'uccellino ora si siede.
Era lì che voleva volare
l'uccellino della comare.
Si posò sopra il ginocchio,
l'uccellino le strizza l'occhio.
Era lì che voleva volare
l'uccellino della comare.
Si posò sopra la gamba,
l'uccellino ballava la samba.
Era lì che voleva volare
l'uccellino della comare.
A questo punto
che cosa avreste fatto voi
nei panni della comare?
La comare, una donna astuta,
se lo prese con le sue dita
e lo mise nella gabbiola.
L'uccellino or si consola
SUL PONTE DI BASSANO (1913)
Sul ponte di Bassano
noi ci darem la mano,
noi ci darem la mano,
ed un bacin d'amor,
ed un bacin d'amor,
ed un bacin d'amor!
Per un bacin d'amore
successer tanti guai,
non lo credevo mai,
doverti abbandonar,
doverti abbandonar,
doverti abbandonar!
Doverti abbandonare,
volerti tanto bene!
E' un giro di catene,
che m'incatena il cuor,
che m'incatena il cuor,
che m'incatena il cuor!
Che m'incatena il cuore,
che m'incatena i fianchi!
In mona tutti quanti
quelli che mi vol mal,
quelli che mi vol mal,
quelli che mi vol mal!
MILLE LIRE AL MESE (1939)
Che disperazione,
che delusione
dover campar
sempre in disdetta,
sempre in bolletta.
Ma se un posticino
domani cara
io troverò,
di gemme d'oro
ti coprirò.
Se potessi avere
mille lire al mese,
senza esagerare,
sarei certo di trovare
tutta la felicità.
Un modesto impiego,
io non ho pretese,
voglio lavorare
per potere alfin trovare
tutta la tranquillità.
Una casettina
in periferia,
una mogliettina
giovane e carina,
tale e quale come te.
Se potessi avere
mille lire al mese,
farei tante spese,
comprerei fra tante cose
le più belle che vuoi tu.
Ho sognato ancora,
stanotte amore,
l'eredità
d'un zio lontano,
americano.
Ma se questo sogno
non si avverasse,
come farò.
Il ritornello
ricanterò.
Se potessi avere
mille lire al mese,
senza esagerare,
sarei certo di trovare
tutta la felicità.
Un modesto impiego,
io non ho pretese,
voglio lavorare
per potere alfin trovare
tutta la tranquillità.
Una casettina
in periferia,
una mogliettina
giovane e carina,
tale e quale come te.
Se potessi avere
mille lire al mese,
farei tante spese,
comprerei fra tante cose
le più belle che vuoi tu.
Una casettina
in periferia,
una mogliettina
giovane e carina,
tale e quale come te.
Se potessi avere
mille lire al mese,
farei tante spese,
comprerei fra tante cose
le più belle che vuoi tu.
Ah, se potessi avere
mille lire al mese!
IL TAMBURO DELLA BANDA D’AFFORI (1939)
Arriva la banda, arriva la banda,
arriva la banda del nostro paese,
del nostro paese, del nostro paese.
Oh Caterina vai a metterti il vestito da sposa.
Oh Caterina vai a metterti il vestito da sposa.
C'è il capobanda, c'è il capobanda,
c'è il capobanda, que ha i baffoni,
che bei baffoni, che bei baffoni.
Oh Caterina, il capobanda è il tuo Luigi.
Oh Caterina, il capobanda è il tuo Luigi.
Guardate ragazze che bei giovani,
ma guardate ragazze che begli strumenti,
e col tamburo sulle spalle,
guardate il Luigi se sembra un gallo!
E’ lui, è lui, sì, sì, è proprio lui!
E’ il tamburo principale della Banda d’Affori
che comanda cinquecento e cinquanta pifferi.
Oh ragazze ma battete le mani che il tamburo è qui.
Che scompiglio!
Ci sono anche le oche che gli fan "qua qua".
Nel vederlo le ragazze diventan timide,
lui confonde il Rigoletto con la Semiramide:
"Bella figlia dell'amor,
schiavo son, schiavo son dei vezzi tuoi".
Passa la banda, passa la banda,
passa la banda che va a Cantù,
che va a Cantù, che va a Cantù.
Oh Caterina il tuo Luigi non va avanti più.
Oh Caterina il tuo Luigi non va avanti più.
Forza Luigi, forza Luigi,
forza Luigi che arriva il tramvai,
che arriva il tramvai, che arriva il tramvai.
Oh Caterina lui ha un piede nelle rotaie!
Oh Caterina lui ha un piede nelle rotaie!
Fermate il tram, spostate il tram!
Scendono tutti. Oh che confusione!
E lui è là come un signore,
che gli dà dentro al suo tamburo.
E’ lui, è lui, sì, sì, è proprio lui!
E’ il tamburo principale della Banda d’Affori,
che comanda cinquecento e cinquanta pifferi.
Oh ragazze ma battete le mani che il tamburo è qui.
Che scompiglio!
Ci sono anche le oche che gli fan "qua qua".
Nel vederlo le ragazze diventan timide,
lui confonde il Rigoletto con la Semiramide:
"Bella figlia dell'amor,
schiavo son, schiavo son dei vezzi tuoi".
........................
"Bella figlia dell'amor,
schiavo son, schiavo son dei vezzi tuoi".
PINO SOLITARIO (1945) di Dampa – Virgilio Panzuti
Pino solitario ascolta
son tornato per parlarti ancor,
sono solo come te
ma un ricordo resta in me,
un ricordo che non svanirà.
Sul tuo tronco serbi ancora
il suo nome inciso sul mio cuor,
la rivedo accanto a me,
ma sai dirmi tu dov’è?
Vecchio pino, dimmi tu dov’è.
Quando l’ombra della sera
leggera discenderà,
una mistica preghiera
dalla valle
giungerà.
Pino solitario ascolta
questo addio che il vento porterà,
se una lacrima cadrà,
sopra un ramo brillerà,
mentre la tristezza resterà.