QUEL MAZZOLIN DI FIORI (1904)
Quel mazzolin di fiori,
che vien dalla montagna.
E bada ben che non si bagna
che lo voglio regalar,
e bada ben che non si bagna
che lo voglio regalar.
Lo voglio regalare,
perchè l'è un bel mazzetto.
Lo voglio dare al mio moretto
questa sera quando vien,
lo voglio dare al mio moretto
questa sera quando vien.
Stasera quando viene,
sarà una brutta sera.
E perchè lui sabato sera
lui non è vegnù da me,
e perchè lui sabato sera
lui non è vegnù da me.
Non l'è vegnù da me,
l'è andà dalla Rosina.
E perchè mi son poverina
mi fa pianger e sospirar,
e perchè mi son poverina
mi fa pianger e sospirar.
Fa pianger e sospirare,
sul letto dei lamenti.
E cosa mai diran le genti,
cosa mai diran di me?
e cosa mai diran le genti,
cosa mai diran di me?
Diran che son tradita
tradita nell'amore.
E sempre a me mi piange il core
e per sempre piangerà,
e sempre a me mi piange il core
e per sempre piangerà.
MAMMA MIA DAMMI CENTO LIRE (1908)
Mamma mia dammi 100 lire
che in America voglio andar!
Cento lire io te le do
ma in America no, no, no!
Cento lire io te le do
ma in America no, no, no!
I suoi fratelli alla finestra:
Mamma mia lassela andar!
Vai, vai pure o figlia ingrata
che qualcosa succederà!
Vai, vai pure o figlia ingrata
che qualcosa succederà!
Quando furono in mezzo al mare,
il bastimento si sprofondò!
Pescatore che peschi i pesci,
la mia figlia vai tu a pescar!
Pescatore che peschi i pesci,
la mia figlia vai tu a pescar!
Il mio sangue è rosso e fino,
i pesci del mare lo beveran!
La mia carne è bianca e pura,
la balena la mangerà!
La mia carne è bianca e pura,
la balena la mangerà!
Il consiglio della mia mamma
l'era tutta la verità,
mentre quello dei miei fratelli
resta quello che m'ha ingannà!
Mentre quello dei miei fratelli
resta quello che m'ha ingannà!
Il consiglio della mia mamma
l'era tutta la verità,
mentre quello dei miei fratelli
resta quello che m'ha ingannà!
Mentre quello dei miei fratelli
resta quello che m'ha ingannà!
Mentre quello dei miei fratelli
resta quello che m'ha ingannà!
Mentre quello dei miei fratelli
resta quello che m'ha ingannà
O ANGIOLINA, BELA ANGIOLINA (1914)
O Angiolina, bela Angiolina,
o Angiolina, bela Angiolina,
innamorato io son di te,
innamorato dall'altra sera
quando venni a balar con te.
Innamorato io son di te,
innamorato dall'altra sera
quando venni a balar con te.
E la s'ha messo la veste rosa,
e la s'ha messo la veste rosa,
e le scarpette con le rose,
e le scarpette con le rosette,
fatte apposta per ben ballar.
E le scarpette con le rose,
e le scarpette con le rosette,
fatte apposta per ben ballar
CAPINERA (1918)
La chiamavan Capinera
pei suoi ricci neri e belli,
stava sempre fra i monelli
per la strada tutto il dì.
Scalza e lacera una sera,
m'apprestavo a rincasar,
col visino suo di cera
me la vidi avvicinar:
"Dammi un soldo, ho tanta fame"
"Hai la mamma?" - "Non ce l'ho".
"E il tuo babbo, la tua casa?"
E lei triste "Non lo so".
Provai una stretta al cuore
e quella sera
la mia casetta accolse
Capinera.
E lei cantava, cantava giuliva,
di trilli e gridi la casa m'empiva,
ed un bel sogno nel cuor carezzavo.
La contemplavo, forse l'amavo.
Tredici anni lei compiva.
S'era fatta pensierosa.
"Pensi forse a qualche cosa che ti manca?"
"Non lo so".
Primavera,
sole e fiori.
Capinera è sempre là.
Sta affacciata e guarda fuori.
"Cosa vuoi?" - "La libertà".
"Non hai casa, non hai mamma, dove andrai?"
Rispose: "Andrò".
Con la mano piccolina l'orizzonte m'insegnò.
Provai una stretta al cuore
finchè una sera
più non trovai a casa
Capinera.
Di trilli e gridi
la casa m'empiva.
La contemplavo,
forse l'amavo.
Fu in un'alba di Gennaio,
dopo l'orgia rincasavo,
nevicava e m'affrettavo
già ad aprire il mio porton.
Ma a distanza molto breve,
vidi un certo non so che
affiorare tra la neve.
Dissi allor: "Vediam cos'è".
Eran cenci. Io li rimossi.
Diedi un grido: "Due piedin".
Due piedini scalzi e rossi,
poi le mani, poi un visin.
Un urlo mi sfuggì
vedendo ch'era,
la mia piccina,
la mia Capinera.
Forse pentita al suo nido tornava.
Forse quaggiù, che le aprissi invocava,
mentre la neve saliva, saliva,
e lei moriva.
E lei moriva!
LUCCIOLE VAGABONDE (1927)
Quando più fitta l'oscurità
scende sulla città,
lucciole ansiose di libertà
noi lasciamo i bassifondi.
Senza una meta c'incamminiam
e sotto ad un lampion,
quando la ronda non incontriam,
cantiamo la canzon:
Noi siam come le lucciole,
brilliamo nelle tenebre,
schiave d'un mondo brutal
noi siamo i fiori del mal.
Se il nostro cuor vuol piangere,
noi pur dobbiam sorridere
danzando sui marciapiè
finchè la luna c'è.
Pallida luna soltanto tu
la nostra gioventù
vedi ogni notte appassir di più
come un fiore senza sole.
Ma se il destino ci spezzerà
nel cuore la canzon,
solo il coraggio ci bacerà
all'ombra del bastion.
Noi siam come le lucciole,
brilliamo nelle tenebre,
schiave d'un mondo brutal
noi siamo i fiori del mal.
Se il nostro cuor vuol piangere
noi pur dobbiam sorridere
danzando sui marciapiè
finchè la luna c'è.
Se il nostro cuor vuol piangere
noi pur dobbiam sorridere
danzando sui marciapiè
finchè la luna c'è.
BAMBINA INNAMORATA (1936)
Bambina innamorata
stanotte t'ho sognata
sul cuore addormentata
e sorridevi tu.
Bambina innamorata
la bocca t'ho baciata,
quel bacio ti ha destata
non lo scordare più.
M'hai detto t'amo
voglio il tuo amor,
risposi t'amo
con tutto il cuor.
Bambina innamorata
stanotte t'ho sognata
sul cuore addormentata
e sorridevi tu.
Prima rosa
se tremante già ti parlo del mio amore
tu mi parli e mi sorridi maliziosa
ma forse ti batte il cuor.
Prima rosa
più gentile e delicata d'un bel fiore
vorrei dirti ciò che il labbro mai non osa
io vivo per questo amor.
Bambina innamorata
stanotte t'ho sognata
sul cuore addormentata
e sorridevi tu.
CHITARRA ROMANA (1934)
Sotto un manto di stelle
Roma bella mi appare,
solitario il mio cuor disilluso d'amor.
vuol nell'ombra cantar
Una muta fontana
e un balcone lassù,
o chitarra romana
accompagnami tu.
Suona suona mia chitarra
lascia piangere il mio cuore,
senza casa e senza amore
mi rimani solo tu.
Se la voce è un po' velata
accompagnami in sordina,
la mia bella fornarina
al balcone non c'è più.
Lungotevere dorme
mentre il fiume cammina,
io lo seguo perché mi trascina con sé
e travolge il mio cuor.
Vedo un ombra lontana
e una stella lassù,
o chitarra romana
accompagnami tu.
Se la voce è un po' velata
accompagnami in sordina,
la mia bella fornarina
al balcone non c'è più.
O chitarra romana
accompagnami tu
TI VOGLIO TANTO BENE (1937)
Non una stella brilla in mezzo al cielo,
la stella mia sei tu sul mio cammino.
Tu m'accompagni e segui il mio destino,
tu sei la vita e la felicità.
Dimmi
che l'amor tuo non muore,
è come il sole doro
che non muore mai più.
Dimmi
che non sai ingannare il cuore,
che il sogno mio d'amore
per sempre sei tu.
Cara,
ti voglio tanto bene,
non ho nessuno al mondo
più cara di te.
T'amo,
il sogno mio d'amore,
la vita del mio cuore
sei solo tu.
Cara,
ti voglio tanto bene,
non ho nessuno al mondo
più cara di te.
T'amo,
il sogno mio d'amore,
la vita del mio cuore
sei solo tu
FIORIN FIORELLO (1938)
Oggi tutto il cielo è in festa,
più ridente brilla il sole
e non so perché vedo intorno a me
tutte rose e viole.
Il mio cuore è innamorato,
non lo posso più frenare,
io non so cos'è,
c'è qualcosa in me che mi fa cantare:
Fiorin, Fiorello,
l'amore è bello vicino a te,
mi fa sognare, mi fa tremare,
chissà perché.
Fior di margherita,
cos'è mai la vita
se non c'è l'amore
che il nostro cuore fa palpitar.
Fior di verbena,
se qualche pena l'amor ci dà,
fa come il vento
che è in un momento, poi passa e va.
Ma quando tu sei con me,
io son felice perché
Fiorin, Fiorello,
l'amore è bello vicino a te.
Cosa importa se in amore,
la canzone è sempre quella,
la cantò il papà, la cantò mammá
nell'età piu bella.
Oggi so che mi vuoi bene,
tu lo sai che t'amo tanto,
poi doman si sa tutto finirà
ma però ci canto:
Fiorin, Fiorello,
l'amore è bello vicino a te,
mi fa sognare, mi fa tremare,
chissà perché.
Fior di margherita,
cos'è mai la vita
se non c'è l'amore
che il nostro cuore fa palpitar.
Fior di verbena,
se qualche pena l'amor ci dà,
fa come il vento
che è in un momento, poi passa e va.
Ma quando tu sei con me,
io son felice perché
Fiorin, Fiorello,
l'amore è bello vicino a te.
Fior di verbena,
se qualche pena l'amor ci dà,
fa come il vento
che è in un momento, poi passa e va.
Ma quando tu sei con me,
io son felice perché
Fiorin, Fiorello,
l'amore è bello vicino a te.
LA MONTANARA (1927)
Là su per le montagne,
fra boschi e valli d'or,
tra l'aspre rupi echeggia
un cantico d'amor.
Là su per le montagne,
fra boschi e valli d'or,
tra l'aspre rupi echeggia
un cantico d'amor.
La montanara o-he
si sente cantare,
cantiam la montanara
e chi non la sa?
La montanara o-he
si sente cantare,
cantiam la montanara
e chi non la sa?
La montanara o-he
si sente cantare,
cantiam la montanara
e chi non la sa?
La montanara o-he
si sente cantare,
cantiam la montanara
e chi non la sa?
Là su sui monti
dai rivi d'argento,
una capanna cosparsa di fiori.
Era la piccola
dolce dimora
di Soreghina
la figlia del sol.
La figlia del sol.
SE VUOI GODER LA VITA (1940)
Una casetta in campagna,
un orticello, una vigna.
Qui chi vi nasce vi regna
non cerca e non sogna la grande città.
Un dolce suon di zampogna
che tanto batte nel cuore.
Se vuoi goder la vita
vieni quaggiù in campagna,
è tutta un’altra cosa
vedi il mondo color di rosa,
quest’aria deliziosa
non è l’aria della città.
Svegliati con il gallo,
specchiati nel ruscello,
bacia la tua compagna
che t’accompagna col somarello.
Ogni figliolo è un fiore nato sulla colina,
baciane una dozzina. Oh! Che felicità.
Se vuoi goder la vita
torna al tuo paesello
ch’è assai più bello della città.
Fasci lucenti di grano
sembra ogni falce un baleno,
tutto un sapore nostrano,
profumo di fieno di grappoli e fior.
E la sorgente pian piano
mormora un canto d’amore.
Se vuoi goder la vita
vieni quaggiù in campagna,
è tutta un’altra cosa
vedi il mondo color di rosa,
quest’aria deliziosa
non è l’aria della città.
Svegliati con il gallo,
specchiati nel ruscello,
bacia la tua compagna
che t’accompagna col somarello,
ogni figliolo è un fiore, nato sulla colina,
baciane una dozzina. Oh! Che felicità.
Se vuoi goder la vita
torna al tuo paesello
ch'è assai più bello della città.
FIORELLIN DEL PRATO (1940)
Fiorellin del prato,
messagger d'amore,
bacia la bocca che
non ha mai baciato,
fiorellin del prato
non mi dir di no.
Ogni serenata
dice con languore:
Bella tra le più belle
è la bocca amata,
ma di sete muore
chi non può baciare.
Oh! Oh! Mi farai contento.
Oh! Oh! Se la baci tu.
Fiorellin del prato,
messagger d'amore,
bacia la bocca che
non ha mai baciato,
fiorellin del prato
non mi dir di no.
Fiorellin del prato,
messagger d'amore,
bacia la bocca che
non ha mai baciato,
fiorellin del prato
non mi dir di no.
Fiorellin del prato
non mi dir di no.
Fiorellin del prato
non mi dir di no.
AMADO MIO (1946)
Amado mio,
godiam quest'ora
che ci innamora
ma svanirà.
La notte splende
di mille luci
e ai nostri baci
sorriderà.
Prima che l'aurora
risorga ancora
non lasciar sfuggir
questa notte blu
che non tornerà più.
D'un azzurro velo
s'ammanta il cielo,
canta l' usignol
e ci inebria il cuor
del profumo dei fior.
Amado mio,
stanotte o mai
mi bacerai,
ti bacerò.
Amado mio,
in questo incanto
parliam soltanto
del nostro amor.
Prima che l'aurora
risorga ancora
non lasciar sfuggir
questa notte blu
che non tornerà più.
Amado mio,
in questo incanto
parliam soltanto
del nostro amor.
LA MARIANNA LA VA IN CAMPAGNA(1931)
Oh Dio del ciel
che fai fiorir le rose,
manda un marito
a tutte queste tose.
La Marianna la va in campagna
quando il sole tramonterà,
tramonterà, tramonterà,
chissà quando, chissà quando ritornerà.
Si, bella è la rosa,
ma ancor di più è la viola,
la mia mogliettina
sarà una campagnola.
La Marianna la va in campagna
quando il sole tramonterà,
tramonterà, tramonterà,
chissà quando, chissà quando ritornerà.
O bei giovanotti,
se fate all’amore,
lasciate le bionde
e pigliate quelle more.
La Marianna la va in campagna
quando il sole tramonterà,
tramonterà, tramonterà,
chissà quando, chissà quando ritornerà.
Ma brune o bionde,
facendo all’amore,
le ragazzine
ti ruberanno il cuore.
La Marianna la va in campagna
quando il sole tramonterà,
tramonterà, tramonterà,
chissà quando, chissà quando ritornerà.
L’amore si fa
con tutte le ragazze,
ma state attenti
a quelle un poco pazze.
La Marianna la va in campagna
quando il sole tramonterà,
tramonterà, tramonterà,
chissà quando, chissà quando ritornerà
NON DIMENTICAR LE MIE PAROLE (1937)
Non dimenticar le mie parole,
bimba tu non sai cos'è l'amor,
è una cosa bella come il sole,
più del sole dà calor.
Scende lentamente nelle vene
e pian piano giunge fino al cuor,
nascono così le prime pene
con i primi sogni d'or.
Ogni cuore innamorato
si tormenta sempre più,
tu che ancor non hai amato
forse non mi sai capire, tu.
Non dimenticar le mie parole,
bimba t'amo tanto, da morir,
tu per me sei forse più del sole,
non mi fare mai soffrir.
Ma io t'ho sempre amata
come amar non so di più,
tu però sei tanto ingrata
forse non mi sai capir tu.
Non dimenticar le mie parole,
bimba tu non sai cos'è l'amor,
è una cosa bella come il sole,
più del sole dà calor.
Scende lentamente nelle vene
e pian piano giunge fino al cuor,
nascono così le prime pene
con i primi sogni d'or.
Ogni cuore innamorato
si tormenta sempre più,
tu che ancor non hai amato
forse non mi sai capire tu.
Non dimenticar le mie parole,
bimba t'amo tanto da morir,
tu per me sei forse più del sole,
non mi fare mai soffrir.
BESAME MUCHO (1941)
Besame,
besame mucho.
In questo bacio
la vita ti voglio donar.
Besame mucho,
in questa ebbrezza
di tutto
mi voglio scordar.
Pensa che un giorno lontano,
un dolce ricordo solo resterà.
E le parole "Io t’amo"
il labbro tremante mai più ti dirà.
Besame,
besame mucho,
come se fosse
il tuo ultimo bacio per me.
Besame mucho,
fa ch’io diventi
una piccola parte di te.
Besame! Besame
E' PRIMAVERA (MATTINATA FIORENTINA) (1941)
È primavera
svegliatevi bambine,
alle cascine messere Aprile fa il rubacuor.
E a tarda sera,
madonne fiorentine,
quante forcine si troveranno sui prati in fior.
Fiorin di noce,
c'è poca luce ma tanta pace,
fiorin di noce, c'è poca luce.
Fiorin di brace,
Madonna Bice non nega baci,
baciar le piace, che male c'è?
È primavera
svegliatevi bambine
alle cascine, messere Aprile fa il rubacuor.
Fiorin dipinto,
s'amava tanto nel quattrocento,
fiorin dipinto, s'amava tanto.
Fiorin d'argento,
Madonna Amante le labbra tinte
persin dal vento si fa baciar!
È primavera
che festa di colori!
Madonne e fiori trionfo eterno di gioventù.
D'amor
I POMPIERI DI VIGGIU' (1948)
Per volere del Visconte
su parere del Barone,
han formato la sezione
dei Pompieri di Viggiù.
Pompa qua, pompa là,
pompa su e pompa giù.
Ed a spese del Marchese
han comprato le divise
con feluche a larghe tese
e pennacchi rossi e blu.
Pompa qua, pompa là,
pompa su e pompa giù.
Indi, a scopo addestrativo,
il paese hanno incendiato
e il reparto s'è schierato
e ha gridato "Ip Ip Hurrà".
Viva quà, Viva là,
viva su, evviva giù.
Viva i Pompieri di Viggiù
che quando passano
i cuori infiammano.
Viva i pennacchi rossi e blu.
Viva le pompe
dei Pompieri di Viggiù.
Affrontarono l'incendio
con le pompe verso sera,
però l'acqua, ahimè, non c'era
per potere funzionar.
Pompa qua, pompa là,
pompa su e pompa giù.
Però, il Capo ebbe un'idea
veramente peregrina,
caricò con la benzina
tutti quanti gli estintor.
Pompa qua, pompa là,
pompa su e pompa giù.
Ed in meno d'un secondo
nel villaggio già bruciato
tutto in fumo se n'è andato
il plotone dei Pompier.
Viva quà, Viva là,
viva su, evviva giù.
Viva i Pompieri di Viggiù
che quando passano
i cuori infiammano.
Viva i pennacchi rossi e blu.
Viva le pompe
dei pompieri di Viggiù.
Viva i pennacchi rossi e blu.
Viva le pompe
dei pompieri di Viggiù
TORNA PICCINA (1937)
Nella mia vita triste e senza amore
tutto svanisce e nulla mi sorride più.
Ho una speranza ancora in fondo al cuore,
questa speranza mia sei solo tu.
Torna piccina mia,
torna dal tuo papà,
egli t'aspetta sempre con ansietà.
Fra le sue braccia, amore,
egli ti stringerà,
la ninna nanna ancora ti canterà.
Sei tutta la mia vita,
tutto tu sei per me,
certo sarà finita
se resto senza te, mio bene.
Torna piccina mia,
torna che il tuo papà,
la ninna nanna ancora ti canterà.
Quando fa notte e brillano le stelle,
penso a chi sogna un mondo di felicità,
ma la mia bella stella fra le belle
chi sa se un giorno ancora brillerà.
Torna piccina mia,
torna dal tuo papà,
egli t'aspetta sempre con ansietà.
Fra le sue braccia, amore,
egli ti stringerà,
la ninna nanna ancora ti canterà.
Sei tutta la mia vita,
tutto tu sei per me,
certo sarà finita
se resto senza te, se resto senza te.
Torna piccina mia,
torna che il tuo papà,
la ninna nanna ancora ti canterà.
VOLA VOLA VOLA VOLA (1908)
Vulesse fa' 'rvenì pe' n'ora sola
lu tiempe belle de la cuntentezze,
quande pazzijavame a "vola vola"
e te cuprè de vasce e de carezze.
E vola vola vola vola
e vola lu pavone.
Si tiè lu core bbone
mo fammece arpruvà.
E vola vola vola vola
e vola lu pavone.
Si tiè lu core bbone
mo fammece arpruvà.
'Na vote pe' spegna' lu fazzulette,
so' state cundannate de vasciarte.
Tu te scì fatte rosce e me scì dette
di 'nginucchiarme prima d'abbracciarte.
E vola vola vola vola
e vola lu gallinacce.
Mo si me guarde 'n facce
mi pare di sugna'.
E vola vola vola vola
e vola lu gallinacce.
Mo si me guarde 'n facce
mi pare di sugna'.
Come li fiure nasce a primavere,
l'amore nasce da la citilanze.
Marì, si mi vuò bbene accome jere,
nè mi luvà stu sogne e sta speranze.
E vola vola vola vola
e vola lu cardille.
Nu vasce a pizzichille
non mi le può negà.
E vola vola vola vola
e vola lu cardille.
Nu vasce a pizzichille
non mi le può negà.
Pure se po' veni' pe' n'ora sola!
L'UCCELLINO DELLA COMARE (1908)
Si posò sulla sua testa,
l'uccellino è tutto in festa.
Era lì che voleva volare
l'uccellino della comare.
Si posò sulle sue spalle,
l'uccellino si gratta...le ali.
Era lì che voleva volare
l'uccellino della comare.
Si posò sopra il suo petto,
l'uccellino si lecca il becco.
Era lì che voleva volare
l'uccellino della comare.
Si posò sulla sua pancia,
l'uccellino vuol fare la danza.
Era lì che voleva volare
l'uccellino della comare.
Si posò sopra il suo piede,
l'uccellino ora si siede.
Era lì che voleva volare
l'uccellino della comare.
Si posò sopra il ginocchio,
l'uccellino le strizza l'occhio.
Era lì che voleva volare
l'uccellino della comare.
Si posò sopra la gamba,
l'uccellino ballava la samba.
Era lì che voleva volare
l'uccellino della comare.
A questo punto
che cosa avreste fatto voi
nei panni della comare?
La comare, una donna astuta,
se lo prese con le sue dita
e lo mise nella gabbiola.
L'uccellino or si consola
FILI D'ORO (1912)
Quando Rosa torna dal villaggio
sola sola e mesta in volto,
io la seguo, ma non ho coraggio
di pregarla a darmi ascolto.
Dolce è la sera
e lunga è la via,
a farla insieme
men lunga saria.
Son fili d’oro i suoi capelli biondi
e la boccuccia odora,
gli occhi suoi belli sono neri e fondi
e non mi guarda ancora.
Ho parlato al nostro buon curato
che m'ha detto: "Figliol mio,
se l’amore in te non è peccato
sarà pago il tuo desio".
Arde il mio core
ma pura è la fiamma,
amo lei sola,
la casa e la mamma.
Son fili d’oro i suoi capelli biondi
e la boccuccia odora,
gli occhi suoi belli sono neri e fondi
e non mi guarda ancora.
E l'ho vista uscir dalla chiesetta
con un aria di mistero,
io le ho porto l’acqua benedetta,
m'ha sorriso e non par vero.
"Che buon curato"
m'ha detto passando,
ed io le ho chiesto:
"Ma quando, ma quando?"
Son fili d’oro i suoi capelli biondi
e la boccuccia odora,
gli occhi suoi belli sono pìù profondi
or che mi guarda ancora.
Mentre la stringo
lei sussurra:"T'amo",
ed io rispondo:
"Io moro".
SUL PONTE DI BASSANO (1913)
Sul ponte di Bassano
noi ci darem la mano,
noi ci darem la mano,
ed un bacin d'amor,
ed un bacin d'amor,
ed un bacin d'amor!
Per un bacin d'amore
successer tanti guai,
non lo credevo mai,
doverti abbandonar,
doverti abbandonar,
doverti abbandonar!
Doverti abbandonare,
volerti tanto bene!
E' un giro di catene,
che m'incatena il cuor,
che m'incatena il cuor,
che m'incatena il cuor!
Che m'incatena il cuore,
che m'incatena i fianchi!
In mona tutti quanti
quelli che mi vol mal,
quelli che mi vol mal,
quelli che mi vol mal!
CARA PICCINA (1917)
Son trenta giorni che vi voglio bene,
son trenta notti che non dormo più.
Non ve ne addolorate, ma conviene
che non mi abitui ancora a darvi il "Tu".
No, cara piccina no,
così non va.
Diamo un addio all'amore
se nell'amore è l'infelicità.
Negli occhi avete la malinconia,
nel core avete la felicità.
Ogni lacrima vostra è una bugia
che ha tutta l'aria della verità.
No, cara piccina no,
così non va.
Diamo un addio all'amore
se nell'amore è l'infelicità.
Forse è l'addio se non verrò stasera,
piccina mia non aspettarmi più.
Addio mio sogno, addio mia primavera,
nel dirti addio ti voglio dare il "Tu".
No, cara piccina no,
così non va.
Diamo un addio all'amore
se nell'amore è l'infelicità.
Diamo un addio all'amore
se nell'amore è l'infelicità.
LE ROSE ROSSE (1919)
Tutte le rose di tutti i roseti
vorrebbe il cuore soltanto per sé.
Tutte le rose dei giorni più lieti
or che ogni cuore più triste non è.
E si fan tenere, le bocche baciano,
baciano e fremono tra i prati in fior.
Cuore, so che vuoi goder,
so che vuoi per te
rose d’ogni color.
Ma, le rose rosse, no!
Non le voglio veder.
Non le voglio veder.
So d’un giardino che fu devastato
poiché la guerra feroce vi entrò.
Tutto il terreno di sangue arrossato,
sangue che tutte le rose macchiò.
E rosseggiarono corolle e petali
in fronte al tepido bacio del sol.
Cuore, so che vuoi goder,
so che vuoi per te
rose d’ogni color.
Ma, le rose rosse, no!
Non le voglio veder.
Non le voglio veder.
Torni il bel maggio e il ricordo cancelli
d’un tempo tristo che alfine passò.
Tutti i colori più vaghi e più belli
vegga fiorir chi sofferse d’amor.
Ma non ritornino le rosse immagini
che ci ricordano tanti dolor.
Cuore, so che vuoi goder,
so che vuoi per te
rose d’ogni color.
Ma, le rose rosse, no!
Non le voglio veder.
Non le voglio veder
GELOSIA (1926)
Guardami,
che m'ami ripetimi,
nel cuore sento
come un presentimento.
Credimi,
ti prego perdonami,
questo tormento
dice tutto il mio amor.
Io ti darò tutto ciò che vuoi da me,
ma devi dirmi che ami solo me.
Non mi lascerai, non farlo mai,
io soffro e sai perchè.
Amore vuol dir gelosia
per chi s'innamora di te,
tu forse non pensi che fai di me,
che fai del mio cuor, della vita mia.
Se amore vuol dir gelosia,
chi mai t'amerà più di me,
io tremo al pensiero che un dì
un amor t'insegnò ad amare così.
Se amore vuol dir gelosia,
chi mai t'amerà più di me,
io tremo al pensiero che un dì
un amor t'insegnò ad amare così.
MILLE LIRE AL MESE (1939)
Che disperazione,
che delusione
dover campar
sempre in disdetta,
sempre in bolletta.
Ma se un posticino
domani cara
io troverò,
di gemme d'oro
ti coprirò.
Se potessi avere
mille lire al mese,
senza esagerare,
sarei certo di trovare
tutta la felicità.
Un modesto impiego,
io non ho pretese,
voglio lavorare
per potere alfin trovare
tutta la tranquillità.
Una casettina
in periferia,
una mogliettina
giovane e carina,
tale e quale come te.
Se potessi avere
mille lire al mese,
farei tante spese,
comprerei fra tante cose
le più belle che vuoi tu.
Ho sognato ancora,
stanotte amore,
l'eredità
d'un zio lontano,
americano.
Ma se questo sogno
non si avverasse,
come farò.
Il ritornello
ricanterò.
Se potessi avere
mille lire al mese,
senza esagerare,
sarei certo di trovare
tutta la felicità.
Un modesto impiego,
io non ho pretese,
voglio lavorare
per potere alfin trovare
tutta la tranquillità.
Una casettina
in periferia,
una mogliettina
giovane e carina,
tale e quale come te.
Se potessi avere
mille lire al mese,
farei tante spese,
comprerei fra tante cose
le più belle che vuoi tu.
Una casettina
in periferia,
una mogliettina
giovane e carina,
tale e quale come te.
Se potessi avere
mille lire al mese,
farei tante spese,
comprerei fra tante cose
le più belle che vuoi tu.
Ah, se potessi avere
mille lire al mese!
LA PICCININA (1939)
Col visino mezzo incipriato,
il più bel sorriso spensierato,
giri per il Corso più affollato
col tuo scatolone di novità.
Oh, bella Piccinina,
che passi ogni mattina
sgambettando lieta tra la gente,
canticchiando sempre allegramente.
Oh, bella Piccinina,
sei tanto birichina
che diventi rossa rossa
se qualcuno, là per là,
dolce una frase ti bisbiglia,
ti fa l'occhiolin di triglia,
ti saluta e se ne va.
Quando tu sei sola al magazzino
e allo specchio provi un cappellino,
pensi sempre a quel giovanottino
che ogni sera fuori t'aspetterà.
Oh, bella Piccinina,
che passi ogni mattina
sgambettando lieta tra la gente,
canticchiando sempre allegramente.
Oh, bella Piccinina,
sei tanto birichina
che diventi rossa rossa
se qualcuno, là per là,
dolce una frase ti bisbiglia,
ti fa l'occhiolin di triglia,
ti saluta e se ne va.
Semplice così, sei come un fiore,
non conosci i palpiti del cuore,
ma se un dì saprai cos'è l'amore
tu rimpiangerai questa bella età.
Oh, bella Piccinina,
che passi ogni mattina
sgambettando lieta tra la gente,
canticchiando sempre allegramente.
Oh, bella Piccinina,
sei tanto birichina
che diventi rossa rossa
se qualcuno, là per là,
dolce una frase ti bisbiglia,
ti fa l'occhiolin di triglia,
ti saluta e se ne va.
IL TAMBURO DELLA BANDA D’AFFORI (1939)
Arriva la banda, arriva la banda,
arriva la banda del nostro paese,
del nostro paese, del nostro paese.
Oh Caterina vai a metterti il vestito da sposa.
Oh Caterina vai a metterti il vestito da sposa.
C'è il capobanda, c'è il capobanda,
c'è il capobanda, que ha i baffoni,
che bei baffoni, che bei baffoni.
Oh Caterina, il capobanda è il tuo Luigi.
Oh Caterina, il capobanda è il tuo Luigi.
Guardate ragazze che bei giovani,
ma guardate ragazze che begli strumenti,
e col tamburo sulle spalle,
guardate il Luigi se sembra un gallo!
E’ lui, è lui, sì, sì, è proprio lui!
E’ il tamburo principale della Banda d’Affori
che comanda cinquecento e cinquanta pifferi.
Oh ragazze ma battete le mani che il tamburo è qui.
Che scompiglio!
Ci sono anche le oche che gli fan "qua qua".
Nel vederlo le ragazze diventan timide,
lui confonde il Rigoletto con la Semiramide:
"Bella figlia dell'amor,
schiavo son, schiavo son dei vezzi tuoi".
Passa la banda, passa la banda,
passa la banda che va a Cantù,
che va a Cantù, che va a Cantù.
Oh Caterina il tuo Luigi non va avanti più.
Oh Caterina il tuo Luigi non va avanti più.
Forza Luigi, forza Luigi,
forza Luigi che arriva il tramvai,
che arriva il tramvai, che arriva il tramvai.
Oh Caterina lui ha un piede nelle rotaie!
Oh Caterina lui ha un piede nelle rotaie!
Fermate il tram, spostate il tram!
Scendono tutti. Oh che confusione!
E lui è là come un signore,
che gli dà dentro al suo tamburo.
E’ lui, è lui, sì, sì, è proprio lui!
E’ il tamburo principale della Banda d’Affori,
che comanda cinquecento e cinquanta pifferi.
Oh ragazze ma battete le mani che il tamburo è qui.
Che scompiglio!
Ci sono anche le oche che gli fan "qua qua".
Nel vederlo le ragazze diventan timide,
lui confonde il Rigoletto con la Semiramide:
"Bella figlia dell'amor,
schiavo son, schiavo son dei vezzi tuoi".
........................
"Bella figlia dell'amor,
schiavo son, schiavo son dei vezzi tuoi".
GRANADA (1932)
Granada,
città del sole e dei fior,
il mio canto è l'ultimo addio
d'un nostalgico cuor.
Canterò la mia canzon gitana,
canterò, e con le lacrime
la terra ancor bacerò.
Addio Granada,
paese di mille toreri.
Un lampo di spada
t'illumina al suon dei boleri.
Addio mantiglie,
sorrisi di bocche vermiglie.
Addio chitarre sognanti,
sospiri d'amanti,
corride e canzon di passion.
Addio Granada,
addio città dei gitani.
Dovunque io vada
per sempre nel cuor mi rimani.
Madonna morena lenisci la pena
di questo mio cuore zingaro.
Addio Granada romantica
paese di luce,
di sangue e d'amor.
Madonna morena lenisci la pena
di questo mio cuore zingaro.
Addio, Granada romantica
paese di luce,
di sangue e d'amor
SIGNORINELLA (1931)
Signorinella pallida
dolce dirimpettaia del quinto piano,
non v'è una notte ch'io non sogni Napoli
e son vent'anni che ne sto lontano.
Al mio paese nevica,
il campanile della chiesa è bianco,
tutta la legna è diventata cenere,
io ho sempre freddo e sono triste e stanco.
Amore mio, non ti ricordi
che nel dirmi addio
mi mettesti all'occhiello una pansè
poi mi dicesti con la voce tremula:
Non ti scordar di me.
Bei tempi di baldoria,
dolce felicità fatta di niente.
Brindisi coi bicchieri colmi d'acqua
al nostro amore povero e innocente.
Negli occhi tuoi passavano
una speranza, un sogno e una carezza,
avevi un nome che non si dimentica,
un nome lungo e breve: Giovinezza.
Il mio piccino,
in un mio vecchio libro di latino,
ha trovato - indovina - una pansè.
Perchè negli occhi mi tremò una lacrima?
Chissà, chissà perchè!
E gli anni e i giorni passano
eguali e grigi con monotonia,
le nostre foglie più non rinverdiscono,
signorinella, che malinconia!
Tu innamorata e pallida
più non ricami innanzi al tuo telaio,
io qui son diventato il buon Don Cesare,
porto il mantello a ruota e fo il notaio.
Lenta e lontana,
mentre ti penso suona la campana
della piccola chiesa del Gesu,
e nevica, vedessi come nevica:
Ma tu, dove sei tu.
DOVE STA ZAZÀ (1946)
Era la festa di San Gennaro,
quanta folla per la via,
con Zazá, compagna mia,
me ne andai a passeggiá.
C'era la banda di Pignataro
che suonava il "Parsifallo",
il maestro, sul piedistallo
ci faceva deliziá.
Nel momento culminante
del finale travolgente,
'mmiez'a tutta chella gente,
se fumarono a Zazá!
Dove sta Zazá?
Uh, Madonna mia.
Come fa Zazá,
senza Isaia.
Pare, pare, Zazá,
che t'ho perduta, ahimé!
Chi ha truvato a Zazá
ca mm' 'a purtasse a me.
Jámmola a truvá,
sù, facciamo presto.
Jámmola a truvá
con la banda in testa.
Uh, Zazá!
Uh, Zazá!
Uh, Zazá!
tuttuquante aîmm' 'a strillá:
Zazá, Zazá,
Isaia sta ccá!
Isaia sta ccá!
Isaia sta ccá! Zazá!
Zazá, Zazá
za-za-za-za
comm'aggi 'a fá pe' te truvá?
I', senza te, nun pozzo stá.
Zazá, Zazá,
za-za
za-za.
Za-za-ra-ra-ta-ra-ra.
Era la festa di San Gennaro,
ll'anno appresso cante e suone,
bancarelle e prucessione,
chi se pò dimenticá.
C'era la banda di Pignataro,
centinaia di bancarelle
di torrone e di nocelle
che facevano 'ncantá.
Come allora quel viavai,
ritornò per quella via.
Ritornò pure Isaia,
sempre in cerca di Zazá.
Dove sta Zazá?
Uh! Madonna mia.
Come fa Zazá,
senza Isaia.
Pare, pare, Zazá
che t'ho perduta, ahimé!
Chi ha truvato a Zazá,
ca mm' 'a purtasse a me.
Se non troverò,
lei ch'è tanto bella,
mm'accontenterò
'e trová 'a sorella.
T'amerò,
t'amerò, t'amerò,
pure a lei glielo dirò
che t'amerò.
T'amerò, Zazá!
T'amerò, Zazá!
T'amerò, Zazá!
Zazá!
Zazá, Zazá,
za-za-za-za
che t'amerò ll'aggi' 'a cuntá.
Con tua sorella aggi' 'a sfugá.
Zazá, Zazá,
za-za
za-za...
Za-za-ra-ra-ta-ra-ra.
FIRENZE SOGNA (1939)
Firenze stanotte sei bella
in un manto di stelle
che in cielo risplendono
tremule come fiammelle.
Nell'ombra nascondi gli amanti,
le bocche tremanti si parlan d'amor.
Intorno c'è tanta poesia
per te vita mia sospira il mio cuor.
Sull'Arno d'argento
si specchia il firmamento
mentre un sospiro e un canto
si perde lontan.
Dorme Firenze
sotto il raggio della luna,
ma dietro ad un balcone
veglia una madonna bruna.
Sopra i Lungarni
senti un'armonia d'amore,
sospirano gli amanti
stretti stretti cuore a cuore.
SCRIVIMI (1936)
Quando tu sei partita
mi hai donato una rosa
oggi è triste e sfiorita
come questo mio cuor.
L'ho bagnata di pianto
per ridarle la vita
ma il tuo amore soltanto
la può far rifiorir.
Scrivimi,
non tenermi più in pena.
Una frase, un rigo appena
calmeranno il mio dolor.
Sarà forse l'addio
che puoi dare al cuore mio.
Scrivimi,
non lasciarmi così.
Tu non scrivi e non torni,
ti sei fatta di gelo,
così passano i giorni
senza amore per me.
Mentre folle ti chiamo
forse un altro ti bacia,
ed io solo, che t'amo,
devo pianger per te.
Scrivimi,
non tenermi più in pena.
Una frase, un rigo appena
calmeranno il mio dolor.
Sarà forse l'addio
che puoi dare al cuore mio.
Scrivimi,
non lasciarmi così.
È tua madre che mi scrive
che tu sposi un gran signor.
Questo gelido addio
è un insulto all'amor mio.
Scrivimi,
che felice sei tu
IL PRIMO AMORE (1937)
Il primo amore non si scorda mai,
un antico stornello me l'ha detto.
Se tu dimenticare mai potrai
la prima volta ch'io ti strinsi al petto.
Torna al tuo primo amore, torna a cantare
quella canzone da te preferita.
Dammi i tuoi baci, io ti darò la vita.
Cantiamo assieme:
II primo amore non si scorda mai!
Per te, che ti amo tanto e te sospiro,
il canto della notte è una passione.
La luna splende e un venticello spira
e porta questo canto al tuo verone.
Torna al tuo primo amore, a ricantare
quella canzone da te preferita.
Dammi i tuoi baci, io ti darò la vita.
Cantiamo assieme:
Il primo amore non si scorda mai!
Torna a me
BESAME MUCHO (1941)
Besame,
besame mucho.
In questo bacio
la vita ti voglio donar.
Besame mucho,
in questa ebbrezza
di tutto
mi voglio scordar.
Pensa che un giorno lontano,
un dolce ricordo solo resterà.
E le parole "Io t’amo"
il labbro tremante mai più ti dirà.
Besame,
besame mucho,
come se fosse
il tuo ultimo bacio per me.
Besame mucho,
fa ch’io diventi
una piccola parte di te.
Besame! Besame
LA STRADA NEL BOSCO (1943)
Vieni, c'è una strada nel bosco,
il suo nome conosco,
vuoi conoscerlo tu?
Vieni, è la strada del cuore,
dove nasce l'amore
che non muore mai più.
Laggiu tra gli alberi,
intrecciato coi rami in fior,
c'è un nido semplice
come sogna il tuo cuor.
Vieni, c'è una strada nel bosco,
il suo nome conosco,
vuoi conoscerlo tu?
Laggiù tra gli alberi,
intrecciato coi rami in fior,
c'è un nido semplice
come sogna il tuo cuor.
Vieni, c'è una strada nel bosco,
il suo nome conosco,
vuoi conoscerlo tu?