LE TRADIZIONI DELL'ESTATE DI SAN MARTINO
La leggenda di San Martino
La prima metà di novembre è generalmente caratterizzata da giornate fredde, intervallate da uno strano fenomeno climatico, denominato "estate di San Martino". Qualche giorno prima e qualche giorno dopo l'11 novembre circa, in genere dopo giornate di maltempo, possiamo godere di un clima dolce e piacevole, che ci ricorda l'estate,
Secondo una leggenda molto diffusa San Martino di Tours, un soldato romano, in una freddissima giornata (l'11 novembre) mentre stava facendo una passeggiata a cavallo nella città di Amiens (Francia), incontrò un poverello, miseramente vestito, macilento e infreddolito. Impietosito dalle tristi condizioni di quell'uomo, egli divise in due parti il suo mantello e ne regalò una al poverello, affinché trovasse riparo dal freddo. In quel momento, come racconta la leggenda, il cielo si schiarì, la pioggia cessò e si diffuse un gradevole tepore, che durò per alcuni giorni.
I TORRONCINI DI SAN MARTINO
Il giorno della festa di San Martino è occasione di grande allegria nella tradizione di vari paesi. Si mangiano castagne e si beve vino novello.
In provincia di Novara vengono distribuiti del pani benedetti; i contadini versano in un barile il vino nuovo che viene offerto al santo (ufficio della secchia). Secondo un'antica tradizione, San Martino è anche il protettore dei "cornuti".
In occasione della festa di San Martino (11 novembre), nelle province di Napoli e di Salerno, secondo un'antica usanza, gli uomini offrono alle loro mogli un vassoio di torroncini come premio per la loro fedeltà e per evitare che li tradiscano. E' probabile che questa usanza si sia originata dal fatto che, in questa ricorrenza, nel mondo agricolo, si svolge la più importante fiera degli animali con le corna come mucche, tori, buoi e capre. La fantasia popolare ha voluto vedere negli animali con le corna l'emblema dei mariti e ha trasformato il santo francese nel "patrono dei becchi".
Nella Pianura Padana, in prossimità della festa di San Martino, ci si organizza per traslocare. I contadini, dopo aver seminato nei campi, dovevano lasciare la cascina e spostarsi in cerca di un nuovo lavoro, approfittando del clima gradevole dell'estate di San martino per spostare tutti i loro averi e cercare un nuovo posto di lavoro. “Fare San Martino” significa, ancor oggi, traslocare.
A Nepi si svolge un corteo di giovani che si adornano con le corna, passando di casa in casa, ridendo e sghignazzando.
Nella Pianura Padana si banchetta con l’oca, un animale presente nell’iconografia del santo, derivante da una tradizione celtica.
In Francia S. Martino portava i doni ai bambini buoni e puniva quelli cattivi, lasciando una frusta vicino alla cappa del camino.
Nella valle di Gressoney, nella domenica di novembre dopo san Martino ha luogo la "battaglia delle capre" ("bataille des cheures"), un'antica sagra che vede in lizza i più begli esemplari di capre, secondo un antichissimo cerimoniale, che si richiama alla "bataille des reines", o battaglia delle regine, che si svolge tra le più belle mucche della Valle d'Aosta.
Nel nord Europa a San Martino i bambini vanno in giro armati di lanterne, cantano e recitano filastrocche e portano la luce nei boschi. Le lanterne verranno poi appese agli alberi per aiutare gli animali a trovare la tana per l’inverno.
A San Giorgio di Valpolicella, presso Verona, nella seconda domenica di novembre, si tiene un'antichissima sagra delle fave, di origine pagana. Nell'antichità, infatti, si riteneva che i semi della "Vicia faba" rappresentassero la forza generatrice maschile, un talismano per raggiungere I'immortalità.
In Germania il giorno della festa di San Martino coincide con l'inizio dei festeggiamenti i festeggiamenti di Natale. In quel giorno si costruiscono delle lanterne, che i bambini porteranno in processione.