HO LETTO LIBRI DI STORIA, CRONACA, PROCESSI

ALDOUS HUXLEY - I diavoli di Loudun

Ho deciso di leggere il libro dopo aver visto il bellissimo e intenso film "I diavoli" di Ken Russell sugli orrori commessi dalla Chiesa cattolica nell'epoca dell'Inquisizione. E' una ricca documentazione sulla stupidità umana e uno splendido libro da consigliare a tutti.

La lettura del libro, un saggio che non rientra nella narrativa, non è scorrevole, ma richiede di prestare attenzione alle numerose note biografiche, ai riferimenti attenti e puntuali e alle fonti a cui l'autore attinge.

 

Ispirandosi ad una storia vera dell'epoca in cui imperversava l'Inquisizione, Huxley racconta le vicende delle suore di un convento che, invaghitesi del prete del luogo e respinte da lui, si vendicano inscenando un'inesistente possessione diabolica. Realtà e fantasticherie si confondono al punto che le suore passano dalla simulazione a veri e propri fenomeni di isteria collettiva.

 

Alla fine il protagonista, dopo aver subìto un processo farsesco, verrà condannato a morte e sarà arso vivo, come tutti coloro che furono condannati come eretici in quell'epoca.

SIMON WIESENTHAL - Gli assassini sono fra noi, Garzanti 1965

 

Simon Wiesenthal, sopravvissuto allo sterminio nazista dopo essere stato deportato in molti lager, ci descrive gli orrori della prigionia, le storie di vittime innocenti e l'insensibilità dei carnefici, assolutamente insensibili nei confronti delle loro vittime e perfettamente consci di compiere quello che la Storia voleva da essi. Dopo la liberazione, decise di porre ogni risorsa alla ricerca, uno per uno, di tutti i criminali nazisti che avevano ordinato fucilazioni e morte nelle camere a gas e che, poco prima della fine del conflitto, erano riusciti a riparare in altri paesi, prevalentemente del Sud America, tanto da meritare l'appellativo di Cacciatore di nazisti

Nel 1947 fondò a Linz il Centro di documentazione ebraica per raccogliere prove e testimonianze valide nei processi che intendeva far intentare contro i responsabili dell'eccidio di oltre 6.000.000 di ebrei nei campi di sterminio.

Fu il principale responsabile della Cattura di Adolf Eichmann, processato a Gerusalemme e condannato a morte. Riuscì a far catturare Karl Silberbauer, responsabile dell'arresto di Anna Frank.  Grazie a questo arresto dimostrò che Il diario di Anna Frank non era un falso. Localizzò, inoltre, nove criminali nazisti. 

VINCENZO PAPPALETTERA - Tu passerai per il camino. Vita e morte a Mauthausen, Mursia

 

L’opera di Pappalettera costituisce una testimonianza di grandissimo rilievo sul lager a Mauthause, dove gli aguzzini minacciavano i prigionieri dicendo loro: “Tu passerai per il camino”.

Giovane antifascista e partigiano, Vincenzo Pappalettera fu deportato a Mauthausen con altri deportati italiani, di cui settemila trovarono la morte a Mauthausen.

Nel suo libro l’autore riporta l’elenco dei prigionieri deceduti nel campo, la storia del lager, numerosi documenti e diverse immagini con le foto del momento della Liberazione. Il lager di Mauthausen fu liberato dalla Terza Armata Americana comandata dal generale Patton.

I prigionieri, ormai ridotti a delle larve, sporchi, deboli, affamati, che hanno lottato fra loro per un tozzo di pane, non riescono a creder di poter tornare a casa.

I liberatori sono ragazzi americani  giovani e pieni di salute, in aperto contrasto con l’aspetto emaciato dei sopravvissuti,  provvedono a  distribuire cibi, sigarette e medicine.

Pappalettera, tra gli italiani, viene prescelto per appartenere al Corpo di Polizia Internazionale, per organizzare la vita civile nel lager, catturare SS e kapò.

Inoltre gli viene affidato il compito di riorganizzare le cucine, perché il cibo più che mai è importante per i sopravvissuti gravemente denutriti.

Nelle cucine, nei magazzini e negli spazi liberati tutti si parlano nella propria lingua, ma pochi comprendono i comandi, gridati in tedesco, russo e spagnolo. Finalmente, mangiando tutti la prima zuppa, torna la vita e la speranza.

I nazisti catturati implorano pietà, giustificandosi per aver obbedito per non morire, ma passeranno per il camino: per loro vengono riaccesi i forni crematori e vengono ripetuti gli stessi cerimoniali.

Nessuno dubita delle spietate responsabilità degli aguzzini catturati, ma molti riescono a fuggire.

Pappalettera ha l’incarico di controllare le prigioni per impedire le evasioni delle SS e dei kapò. 

Il 7 maggio arriva l’Amministrazione militare americana, che prende in consegna il lager.

Gli americani fotografano tutto, raccolgono testimonianze sui morti, sui cadaveri accumulati a centinaia, morti di fame, di malattia o gasati, ma occorre seppellire i morti, per evitare il diffondersi di epidemie. I kapò e i nazisti prigionieri sono costretti a scavare un’enorme fossa comune. Dopo una semplice cerimonia funebre, quattrocento corpi vengono calati nella fossa.

Finalmente è annunciata la fine della guerra. I tedeschi hanno ceduto le armi.

Il Comitato di Liberazione Internazionale organizza un primo grandioso comizio. Con sgomento i sopravvissuti si rendono conto di essersi salvati in pochi, soltanto qualche centinaio. Non trovano i loro compagni, i prigionieri con cui hanno diviso tanti orrori.

Di ottomila italiani deportati sono sopravvissuti soltanto trecentoquaranta, stremati dalla fame, dalle torture, dalle continue percosse, lo scarso riposo, il continuo terrore. 

TRUMAN CAPOTE - A sangue freddo (1966)

 

A sangue freddo (In Cold Blood) è il resoconto dettagliato dell’efferato sterminio  di una famiglia ad opera di due giovani sbandati, Perry e Dick. I due assassini, appena usciti dal carcere, fidandosi dell’informazione fornita loro da un ex compagno di cella, decidono di derubare un agricoltore del Kansas, convinti che possieda una cassaforte ben fornita.

Una notte i due penetrano armati in casa del signor Clutter, ma non trovano né denaro né oggetti preziosi. Frugano in tutte le camere senza riuscire a trovare nulla di valore e uccidono, di volta in volta, i membri della famiglia (in tutto quattro), forse per non lasciare testimoni, in realtà senza una ragione apparente. Infine si danno alla fuga.

Per un certo periodo la polizia, incapace di trovare il minimo indizio o un movente, brancolerà nel buio.

A mettere la polizia sulla giusta strada sarà proprio la rivelazione dell’uomo che, in carcere, aveva parlato a lungo della generosità del signor Clutter, facendo nascere nei due compagni l’illusione della sua ricchezza,.

Inizia la lunga caccia all’uomo, che si concluderà con la cattura e la condanna dei due alla pena capitale.

 

Truman Capote, in qualità di inviato del New Yorker,  si recò sulla scena del crimine per scriverne la storia. Interrogò a lungo le persone del luogo, tutti coloro che risultarono coinvolti in qualche modo nella vicenda, i vicini di casa dei Clutter e gli investigatori che avevano indagato sul caso; studiò a lungo gli ambienti in cui avevano vissuto tutti i protagonisti, vittime e carnefici dell’efferata vicenda. Dedicò sei anni alla stesura del suo romanzo-verità.

La narrazione segue in parallelo le vicende dei vari personaggi, accompagnando il lettore a indagare assieme a Capote sulla base dei numerosi dettagli e indizi che egli, scrupolosamente, racconta e descrive.

L'autore si sofferma con attenzione, direi quasi con scrupolo, a delineare gli ambienti e la natura dei diversi luoghi, i colori, perfino i suoni e gli odori; gusta il gradevole sapore delle mele, del buon latte appena munto, perfino della torta di ciliegie ancora calda di forno; si inebria dei colori dei paesaggi autunnali del Kansas; ricostruisce puntualmente gli oggetti dell’epoca, dalla vecchia chitarra Gibson, lisciata e splendente  alla berlina nera Chevrolet del 1949, fino ai mobili della camera di Nancy. Finiamo per condividere la sua simpatia per la signora Clutter, persa tra i suoi ninnoli e le sue stranezze, per seguire le piacevoli vicende sentimentali della giovanissima Nancy; partecipiamo con interesse alla vita della comunità.

In una narrazione davvero empatica, in cui l’autore cerca di penetrare nel complesso mondo delle emozioni e dei sentimenti che poi descrive, egli ci rende partecipi dell’infelice infanzia di Perry; ci rende partecipi in diretta di ogni azione, anche quella che potrebbe apparire banale se isolatamente considerata, si pone numerose domande sulle decisioni e sulle scelte dei due criminali, fino alle immagini più drammatiche e alle sconvolgenti ultime scene finali.

EVA CANTARELLA -- A cena con gli antichi RCS 2012

 

Eva Cantarella distingue il simposio (symposium) dei Greci dal convivio (convivium) dell'antica Roma. 

Il simposio era una riunione di un gruppo di persone, rigorosamente di sesso maschile, adulti e cittadini, che mangiavano, ascoltavano poesie liriche, accompagnate da musica e spettacoli di danza. Al centro della serata stava la condivisione del vino, che veniva miscelato con acqua. Il simposio era un rito, una cerimonia sociale di grande valore relazionale, culturale e religioso. Gli invitati si distendevano sui triclini. Il vino era considerato un dono divino e non bisognava ubriacarsi. il vino era anche legato all'aspetto erotico del simposio. I Greci mangiavano pane, cereali, legumi, formaggio, fichi, carni (tra cui volativi e lepri, ma anche frattaglie) e pesci.

 

Presso i Romani la sera ci si riuniva a tavola per condividere il piacere della compagnia. Bevevano buon vino proveniente dalla Grecia e mangiavano caviale del mar Nero, pesci, ostriche e crostacei. la cena avveniva nel triclinium. Al banchetto partecipavano anche le donne, non solo etere e danzatrici ma anche donne oneste che, però, non dovevano bere vino. A Roma vi era abbondanza di cibo e venivano servite molte portate, tra gustatio (antipasti), tre portate della cena (tria fercula), ossia minestre e piatti a base di carne e pesce.Infine le secundae mensae, ossia i dolci. I cibi seguivano un ordine rigoroso ad ovo usque ad mala (dall'uovo alle mele), da cui deriva  l'attuale modo di dire "ab ovo" (dall'origine).

 

EVA CANTARELLA - Dammi mille baci. Veri uomini e vere donne nell'antica Roma 2009

 

In questo libro Eva Cantarella analizza le diverse manifestazioni dell'amore presso gli antichi Romani, traendo spunti ed argomenti di riflessione, oltre che da una ampia bibliografia, dalle numerose iscrizioni pompeiane, dai Carmina Priapea e dai versi di Catullo, Ovidio, Orazio, Marziale ed altri, spaziando dalla storia alla leggenda, con numerosi aneddoti e spunti comici. Ci parla di amore dovuto e di amore proibito, del ruolo della donna e dei figli nella famiglia e della prostituzione, delle varie modalità di bacio e delle sanzioni previste per l'adulterio. Infine ci parla di dieci celebri coppie storico-mitologiche, tra cui Enea e Didone, Antonio e Cleopatra, Catone e Marzia, Messalina e Silio. E' un libro divulgativo, che offre una piacevole lettura.

ALBERTO ANGELA - Una giornata nell'antica Roma