Questi temi, la cui struttura è molto simile a quella dei temi ministeriali per gli esami di Stato, possono offrire a docenti e studenti occasione per efficaci esercitazioni in vista della seconda prova per i licei sociopsicopedagogici ed altri istituti di istruzione secondaria di secondo grado in cui è prevista la prova scritta di PEDAGOGIA.
Consulta anche TEMI MINISTERIALI DI PEDAGOGIA
1. Educazione dell'infanzia
"L’imponente mole di conoscenze scientifiche sull’infanzia maturate finora ha insegnato che la qualità dell’educazione successiva è potentemente condizionata da quella ricevuta nell’ infanzia. Eventuali programmi di sviluppo delle capacità linguistiche, logiche, espressive, sociali, affettive, etiche, motorie della persona hanno tante più speranze di successo quanto più sono precoci e ben organizzati sul piano pedagogico. Esistono quindi tutte le condizioni di opportunità e di merito per concentrare l’attenzione di tutti sull’importanza sociale e pedagogica della scuola dell’infanzia e per ribadire il ruolo istituzionale centrale che essa assume nell’insieme del sistema educativo di istruzione e di formazione.".(Rapporto Bertagna 2001)
1. Esamina brevemente le principali teorie pedagogiche sviluppatesi a partire dal Romanticismo, inquadrandole nel particolare contesto storico culturale in cui sono state espresse.
2. Spiega la fondamentale importanza dell'educazione linguistica fin dalla scuola dell'infanzia;
3. Confronta i materiali e i sussidi didattici utilizzati nei diversi gradi di scuola e, anche sulla base delle tue esperienze, dirette o indirette, indica quelli che ritieni più adeguati per proporre ai bambini attività educative e formative nel rispetto della loro spontaneità e creatività.
2. Formazione umanistica della persona
Fin dall'epoca umanistico-rinascimentale gli studiosi manifestano un sempre maggiore interesse per l’educazione infantile, riscoprono l’importanza dell’educazione a partire dai primi anni della vita, mostrano attenzione alle caratteristiche psicologiche dell’allievo; propongono un’educazione che punti alla formazione integrale della personalità.
1. Parla brevemente dei piani educativi e dei metodi didattici a cui hanno fatto ricorso i pedagogisti e gli educatori che, a partire dall'epoca umanistico-rinascimentale, attraverso lo studio dei classici, propongono un insegnamento piacevole e non costrittivo, mirante alla formazione di un uomo libero e autonomo, considerato nella sua integralità fisica, psichica, culturale, spirituale.
2. Già a partire dal Rinascimento europeo si diffonde la polemica contro il pedantismo, che caratterizza sia la vecchia educazione scolastica, sia l’insegnamento dei “grammatici”, che cercano di imitare gli umanisti senza capirne lo spirito. Esprimi le tue considerazioni sul nozionismo passivo e sulla scuola che punta più all'informazione che alla formazione.
3. Sulla base delle tue conoscenze psicologiche e pedagogiche e delle tue esperienze dirette o indirette, proponi una didattica che non sia basata sulla semplice trasmissione di informazioni, ma renda lo studio piacevole e creativo e stimoli lo spirito critico e la capacità di libero pensiero dell’allievo.
3. Il bambino della ragione
"Di fronte all’incombente, tragico naufragio del pensiero e della creatività occorre che la famiglia e la scuola, per prime, progettino una nuova immagine di bambino: quella di bambino della ragione. Un’infanzia equipaggiata sì di fantasia-sentimento-intuizione, ma anche di corporeità, linguaggi, logica, voglia di conoscere il proprio territorio di vita e la propria contrada storica…. È un bambino dotato anche delle ali per volare nei cieli della fantasia: non per prendere le sembianze di un essere metafisico, senza volto, inesistente, ma piuttosto per dilatare e arricchire la sua identità storica e sociale. Dunque un bambino fornito non solo di fantasia, ma anche di parola-pensiero-corporeità-socialità, per vivere da protagonista la quotidianità. Il bambino della ragione…è un bambino serio, concentrato, impegnato ad ampliare, da solo, i propri orizzonti si conoscenza tramite un’incessante attività esplorativa e inventiva. È un bambino che sa osservare il mondo che lo circonda e sa … guardare e pensare con la propria testa" (Franco Frabboni – Il libro di pedagogia e didattica, vol. 2, p. 151).
Dopo aver analizzato i punti salienti del brano proposto, affronta le seguenti tematiche e problematiche:
4. Educazione corporea e motoria
“Il problema del “perché” dell’educazione corporea e motoria è stato ritenuto per secoli improponibile. La scuola, infatti, è nata e si è sviluppata come istituzione per l’educazione dell’intelletto che - per essere un’attività dello spirito – non ha alcun rapporto con l’attività del corpo. La disattenzione ... del corpo e della motricità si è protratta fino alle soglie del nostro tempo e ha dato luogo a interpretazioni antinomiche, a polemiche, a confusioni, ... che trovano la matrice o la fonte nella concezione dualistica dell’uomo, che ha dominato a lungo la cultura occidentale, secondo la quale spirito e materia, anima e corpo, sono entità metafisiche, sostanzialmente diverse e opposte...Il dualismo ha portato – in un primo tempo – a sottovalutare il corpo e il movimento rispetto all’anima e all’intelletto e a negare l’utilità e la stessa possibilità di una loro educazione; in un secondo momento ad accettare l’educazione fisica ma in modo riduttivo e strumentale rispetto ad altri aspetti dell’educazione, ritenuti più significativi...
La didattica dell’educazione corporea e motoria, oggi, deve fondarsi sul presupposto che l’uomo è una realtà unica, ancorché complessa... Le distinzioni tra educazione del corpo e educazione fisica; tra educazione fisica e educazione psicomotoria; tra educazione fisica e educazione sportiva non hanno senso in quanto, data l’unità della persona, il corpo educabile è il “corpo proprio”, il “corpo vissuto”, il “corpo percepito” e cioè il modo (non lo strumento) in cui la mente si inserisce nella realtà e l’essere comunica con il mondo che lo circonda”. (GUIDO GIUGNI – Didattica dell’educazione corporea e motoria in M.LAENG – Atlante della pedagogia. Le didattiche, Napoli 1991, pp. 403 e sgg.)
Dopo aver riflettuto sul contenuto del brano sopra riportato, sulla base delle tue conoscenze ed esperienze, rispondi alle seguenti domande:
5. Educazione fisica e formazione integrale
“All’insegnamento condotto sulle opere classiche Vittorino congiungeva l’esercizio fisico in forme gradevoli, quanto più possibile come gioco o gara, sempre badando che i giovani fossero insieme e con i maestri… Educazione fisica, formazione morale, istruzione convergevano alla scuola di Vittorino; severissimo con se stesso, dolcissimo con gli allievi, una sua parola di biasimo era la punizione più grave. Sul piano educativo non ci sono più né poveri né ricchi; né signori, né sudditi; né maschi, né femmine, ma giovani che vanno aiutati a farsi uomini tutti pari in dignità, tutti uguali nei diritti e negli obblighi. La sua missione fu la più alta e la più grave per l’uomo: rendere gli uomini di domani liberi veramente e padroni di sé e mandarli nel mondo sicuri e ricchi dell’unico bene che ci è dato conservare in ogni caso: l’equilibrio interiore e il rispetto di se stessi” (E. Garin, L’educazione in Europa”).
Dopo aver commentato il brano di Garin, sulla base delle tue conoscenze psicologiche e pedagogiche e delle tue esperienze dirette o indirette, rispondi ai seguenti quesiti:
1. Confronta le diverse concezioni educative che hanno caratterizzato la storia della pedagogia fin qui studiata; analizza l’importanza dell’istruzione nel quadro della formazione integrale della persona e il rapporto fra autoeducazione ed eteroeducazione.
2. Parla brevemente del piano educativo e del metodo didattico di Vittorino da Feltre che, attraverso lo studio dei classici, propone un insegnamento piacevole e non costrittivo, mirante alla formazione di un uomo libero e autonomo.
3. Dopo aver spiegato l’importanza del gioco, dell’educazione fisica e dello sport nella formazione integrale della persona, proponi una didattica che non sia basata sulla semplice trasmissione di informazioni, ma in grado di rendere lo studio piacevole e creativo e che stimoli lo spirito critico e la capacità di libero pensiero dell’allievo.
6. Rapporto tra oralità e scrittura
Una fase fondamentale della storia dell’educazione nell’età antica è il passaggio dalla tradizione del sapere orale alla nascita della scrittura, da cui sono nate e maturate progressivamente, a vari livelli, nuove procedure e nuove forme di sapere.
Per poter capire come e perché nella nostra cultura si è consumato il distacco ideologico tra oralità e alfabetizzazione, non possiamo non richiamarci alla cultura della Grecia antica, e in particolare a quella fase di svolta culturale che si realizza tra l'epica omerica e la paideia, la filosofia e la prosa platonica.
In qualche secolo di storia si viene a consumare definitivamente il passaggio fondamentale nella trasmissione del sapere nella nostra cultura, che da cultura orale si trasforma in cultura scritta.
1. Parla dei diversi modelli di educazione familiare, sociale e scolastica nella storia;
2. Analizza la diversa importanza attribuita all’ascolto, alla narrazione e al dialogo nelle diverse epoche della storia dell’educazione;
3. Confronta il diverso ruolo svolto dall’oralità e dalla scrittura nelle diverse istituzioni educative dall’antichità ad oggi.
7. Educazione linguistica
“La parola è il veicolo principale dell’educazione (in quanto si educa e si istruisce soprattutto attraverso di essa), ma è anche lo strumento umano più importante per comunicare con gli altri e per comprendere la realtà.
La pedagogia tradizionale sopravvalutava, rispetto all’oralità, la lettura e la scrittura. Oggi, sia nella scuola materna che in quella elementare, l’educazione linguistica tende a valorizzare l’espressività e la creatività infantile, in un approccio “vivo” alla lingua, che incoraggia la poesia e la narrazione, attraverso le quali i bambini possono esprimere ciò che “sentono” nella propria esperienza interna ed esterna, maturando, in tal modo, una conoscenza più approfondita di se stessi e del mondo con cui sono in relazione” (Avalle, Maranzana).
Dopo aver spiegato brevemente il brano, sulla base delle tue conoscenze ed esperienze, rispondi ai seguenti quesiti:
1. Qual è il ruolo svolto dalla comunicazione nel rapporto educativo?
2. Valuta alcune proposte volte a sviluppare la competenza comunicativa verbale e non verbale nella scuola materna e in quella elementare.
3. Ritieni ancora possibile, nella nostra società, stimolare nei bambini il “piacere” di leggere e scrivere?
8. La scuola sbagliata
“La temuta aula-cella, che aveva sempre ospitato la classe meno numerosa, è quest’anno la nostra realtà… Misura 4,70 per 5. Pensavo a quante aule simili a questa ci sono ancora nel mondo per farci vivere i bambini nell’età che più di ogni altra ha bisogno di spazio, di verde, di sole e di moto. … Eccomi dunque in mezzo all’aula. A mali estremi, estremi rimedi: fuori la cattedra, che non serve a nulla, sparita la lavagna girevole, ora ci stavano due file di tavolini con un sufficiente passaggio al centro. La pedana diventerà il nostro teatrino…quel metro quadrato scarso di spazio sociale su cui i bambini potranno cantare, giocare, narrare le loro esperienze ai compagni, dipingere è il pezzo più importante dell’arredamento…Prima di uscire ho dato un colpo d’occhio all’aula: se uscirà il sole, mi son detto, andremo in campagna ad aprire contemporaneamente due libri di avventure: quello della vita dei bambini, che è tutta da sentire, e quello della natura” (Mario Lodi, Il paese sbagliato, Einaudi Torino 1970 pp.15-17).
Dopo aver spiegato brevemente il brano, sulla base delle tue conoscenze ed esperienze, rispondi ai seguenti quesiti:
1. Evidenzia in quale misura l’ambiente fisico in cui si realizza un’attività educativa può influire sui suoi risultati e significati.
2. Spiega l'importanza che deve essere assegnata all’esperienza concreta (il “libro della vita dei bambini”) nella scuola materna e in quella elementare.
3. Analizza ed esemplifica le diverse modalità con cui è possibile realizzare, nella scuola primaria, esperienze educative, giochi e attività didattiche all’aria aperta.
9. L'aggressività (traccia ministeriale modificata)
L’aggressività fa parte della natura umana, ma la violenza può e deve essere tenuta sotto controllo fin dall'infanzia. È questa la tesi da cui partono psicologi e pedagogisti per affrontare il tema del bullismo giovanile, un fenomeno tornato con prepotenza alla ribalta per la sua crescente diffusione.
Che si tratti di ragazzini cresciuti in quartieri degradati o in famiglie problematiche, o con difficoltà di apprendimento, la società intera non può ignorarli perché dietro la loro violenza c'è sempre un messaggio da decifrare. Agli adulti il compito di leggere e tradurre questi segnali “in codice” e, soprattutto, di trovare risposte e soluzioni.
Il candidato tratti il tema focalizzando l’attenzione sui seguenti punti:
10. La motivazione all'apprendimento
"Il facilitatore fa assegnamento sul desiderio di ogni studente di perseguire gli scopi che hanno un significato per lui, come forza motivazionale che sottende ogni apprendimento significativo. Anche se il desiderio dello studente è di essere condotto e guidato da qualcuno, il facilitatore sa accettare tale bisogno e tale motivo e può lui stesso operare da guida, se questa sia la volontà dello studente, o fornire altri mezzi" C. Rogers, Libertà nell’apprendimento.
1. Parla del valore pedagogico della motivazione all’apprendimento, collegandolo anche con le capacità empatico – comunicative del docente;
2. Spiega in che modo l’educazione non deve soffocare ma far crescere la ricchezza di potenzialità inespresse presenti nell’interiorità di ogni allievo, prestando attenzione alle manifestazioni esteriori (linguaggio, gioco, attività espressive) in cui esse si estrinsecano;
3. Analizza l'importanza delle relazioni interpersonali nei primi anni di vita del bambino.
11. Il bullismo sul web (quella forza dei ragazzi senza cuore)
"Ma attraverso quali processi i nostri ragazzi costruiscono la loro identità e l'autostima di sé? Attraverso processi molto arcaici e primitivi, a giudicare dal fatto che tra i video più cliccati su Google c'è quello girato in una scuola superiore italiana da un gruppo di ragazzi che, senza pietà, menano e umiliano un compagno Down.
L'umanità ha fatto un percorso lunghissimo per passare dalla violenza del gesto alla discussione con la parola. Oggi stiamo spaventosamente regredendo. E costruendo fin dalla più tenera età
ragazzi che cercano la loro identità nella forza. Non nella forza del carattere, e neppure nella forza del pensiero, ma, nella completa afasia del cuore e della mente, nella forza dei muscoli,
naturalmente dopo aver opportunamente valutato che la propria forza superi quella dell'altro. E nel loro cuore latita non dico l'amore, sentimento troppo sofisticato per i loro cuori, ma la
commozione che non devi fare nessuno sforzo per trovare. Viene da sé, tocca il tuo cuore per il semplice fatto che di fronte a te hai un tuo simile, e per giunta più svantaggiato di te. "Senza
cuore"(...) significa che in te non si è formato quel sentimento di appartenenza alla comunità umana già presente nel mondo animale, dove tendenzialmente il simile non attacca il simile. Il senso
di appartenenza non è una conquista culturale, è un dato naturale che accomuna tutte le specie e, al loro interno, le salvaguarda. Dobbiamo allora pensare che la nostra cultura sia così degradata
da infrangere, sin dalla giovane età, non solo il precetto universale di amare il prossimo, presente in tutte le religioni, ma anche il ribrezzo naturale di accanirsi sul più debole? (...)
E allora la scuola, prima delle discipline che è incaricata a insegnare, dovrebbe incominciare a indagare se i fondamentali della natura umana sono ancora presenti e attivi nei ragazzi che ogni
giorno vanno a scuola e poi a casa accendono il loro computer per identificarsi con quell'aggressività malsana che fraintende la crudeltà con la forza e l'affermazione della propria identità con
l'accanimento fisico sul più debole e il più indifeso.
Scuola, scuola, scuola. So che i compiti che oggi vengono affidati agli insegnanti sono molti. Ma incominciamo da questo, perché senza il più elementare dei sentimenti umani, nessun processo
culturale può partire".
Umberto Galimberti, La Repubblica, 12 novembre 2006
Il candidato tratti il tema, focalizzando l’attenzione sui seguenti punti:
12. L'educazione dell'infanzia
Considerando che l’educazione dell’infanzia è condizione indispensabile per una buona preparazione alla scuola e alla vita; che l’asilo infantile a metodo froebeliano, nel concetto di pedagogia moderna, ha assunto l’importanza che merita; visto che è urgente dare un indirizzo razionale e unico faccio voti che in ogni comune sorga un asilo; che i giochi e i lavoro froebeliani, ridotti alla massima semplicità, siano il necessario completamento dell’educazione armonica; che l’uso dell’apparato froebeliano sia spogliato d’ogni convenzionalismo mnemonico e serva di guida per condurre il bambino all’osservazione, alla riflessione sul mondo esterno con l’educazione dei sensi per mezzo delle forme, dei colori, delle sostanze, del moto dei rapporti fra le cose, sia lo strumento efficace di passaggio dall’interno all’esterno e di contemplazione dell’armonia universale” (Agazzi, Pasquali, scritti inediti pp. 85-86)
1. In che modo i diversi autori da te studiati elaborano le loro proposte educative nel pieno rispetto della spontaneità del bambino?
2. Confronta le diverse concezioni e le metodologie adottate dai pedagogisti ed educatori da te studiati per l’educazione linguistica.
3. Quale importanza rivestono il materiale didattico e i sussidi nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria?
13. Il gioco nell'educazione
L'importanza del gioco era già stata riconosciuta presso i Greci e i Romani, ma si trattava di una materia di studio (teorica, nel senso che si imparavano molte regole; pratica, nel senso che si svolgevano esercizi più che altro ginnici). Il gioco non era né spontaneo né piacevole.
L'idea di introdurre il gioco nel campo educativo risale a Rousseau. Prima di lui la scuola era concepita solo per un lavoro serio e disciplinato, dove l'allievo doveva imparare a memoria
determinate nozioni e acquisire determinati comportamenti, in un clima di severità, ubbidienza e distacco, ottenuto anche a costo di punizioni fisiche.
Bisognerà aspettare i pedagogisti moderni perchè si realizzi un'impostazione psicologica ed educativa dei giochi infantili, intesi come formidabile mezzo per sviluppare integralmente la vita
psico-fisica del bambino.
1. Compi un excursus sulle diverse concezioni nella storia del pensiero pedagogico relative alle attività ludiche in genere;
2. Analizza la possibilità di interpretare le modalità di gioco dei bambini nella scuola per individuarne il temperamento, le capacità cognitive, l'affettività e la socialità;
3. Spiega in quale modo le attività ludiche possano costituire un percorso vero e proprio di formazione cognitiva nell'ambito delle diverse discipline nella scuola dell'infanzia e in quella primaria.
14. Il dibattito sulla valenza educativa dei media
“L’ingabbiamento dei bambini per un numero elevato di ore dentro la “scatola” televisiva costringe senza scampo l’infanzia a rinunciare al pensiero e alla creatività. Ma questa minaccia non può essere semplicisticamente demonizzata ed esorcizzata negando l’esistenza del mercato dell’immagine. La scuola può porsi da contromedium, da alternativa alla massiccia e per lo più acritica fruizione televisiva in famiglia e nel tempo libero; nella scuola le nuove tecnologie informatiche qualificano il curricolo dando libero accesso al metodo di insegnamento/apprendimento individualizzato, rispettano i ritmi di apprendimento di ciascuno e i modi di conoscenza di ogni alunno, ma soprattutto sanno incoraggiare l’allievo a saper trovare svariate soluzioni per uno stesso problema, stimolano il suo pensiero produttivo, lo spingono ad adottare soluzioni originali, formulare strategie e utilizzare materiali con usi diversi da quelli usuali” (F. Frabboni).
Sulla base delle tue esperienze e conoscenze acquisite, illustra:
1. il dibattito fra “apocalittici” e “integrati” e il ruolo della rivoluzione informatica nei sistemi educativi;
2. la valenza educativa dei media tradizionali (come la televisione) e di quelli interattivi (come il computer);
3. Il fondamentale ruolo della famiglia e della scuola nell’educazione attraverso i media e nell’educazione ai media.
15. Empatia e autostima nella realizzazione di sé
Carl Rogers nutriva grande fiducia nella fondamentale positività della natura umana e nelle sue capacità autodirezionali. Egli propone la realizzazione di un apprendimento che, non essendo unicamente focalizzato sugli aspetti cognitivi, stimoli il coinvolgimento degli studenti nella loro globalità, favorisca un apprendimento sul piano cognitivo, affettivo ed esperienziale privo di scissioni, in cui gli atteggiamenti di empatia ed accettazione incondizionata da parte dell’insegnante possono favorire la realizzazione di un clima produttivo e facilitante, ottimizzando i tempi d’insegnamento-apprendimento.
Dopo aver commentato il brano, sulla base delle tue conoscenze psicosociopedagogiche, affronta i seguenti problemi:
1. L’attività educativa non deve soffocare ma far crescere la ricchezza di potenzialità presenti in ogni soggetto (Froebel);
2. La conoscenza delle modalità evolutive del bambino (psicoanalisi) aiuta l’educatore a saper rispondere ai suoi bisogni sia di gratificazione istintuale ed emotiva, sia di inserimento equilibrato nella vita adulta;
3. Proposte di attività educative e formative che forniscano allo studente l’opportunità di accrescere non solo le proprie competenze, capacità e conoscenze, ma anche la sua autostima e la sua autorealizzazione.
16. Non si studia la matematica senza fatica
“È impossibile studiare le matematiche in modo passivo. Comprendere un risultato matematico significa saperlo utilizzare. Conoscere una teoria matematica significa saperla ricostruire. Imparare a memoria una dimostrazione senza comprenderla è impossibile.…Non si può leggere un lavoro matematico senza rifar da soli le dimostrazioni, senza domandarsi perché l’autore abbia scelto quella tale via, senza provare a trovarne altre…
Il disconoscere queste regole sta all’origine degli insuccessi di tanti studenti di matematica che “imparano” senza discutere … se non ci si è convinti da sé della solidità delle dimostrazioni, se non ci si è imposti di cominciare col mettere tutto in dubbio, la conoscenza resterà molto superficiale. Alla prima difficoltà essa si svelerà inconsistente. Queste difficoltà molto reali possono essere ridotte da una pedagogia efficace”.
(André Revuz – Matematica moderna, matematica viva – Armando ed. Roma)
Dopo aver esposto le tue riflessioni sul contenuto del brano sopra riportato, sulla base delle tue conoscenze ed esperienze,
1) Analizza i fattori che influiscono sul successo e l’insuccesso nell’apprendimento della matematica;
2) indica le possibili strategie attraverso le quali il docente può favorire l’apprendimento significativo degli alunni nella scuola primaria;
3) Indica alcune attività che, a tuo parere, possono modificare gli atteggiamenti negativi degli alunni verso la matematica e aiutare a superare talune difficoltà di apprendimento di questa disciplina.
17. Nell’esperienza di molti studenti l’italiano rappresenta una seconda lingua
"Nel nostro paese, l’apprendimento della lingua avviene oggi in uno spazio antropologico caratterizzato da un varietà di elementi: la persistenza, anche se ineguale e diversificata, della dialettofonia; la ricchezza e la varietà delle lingue minoritarie; la compresenza di più lingue anche extracomunitarie. Tutto questo comporta che nell’esperienza di molti studenti l’italiano rappresenti una seconda lingua. È necessario, pertanto, che l’apprendimento della lingua italiana avvenga sempre a partire dalle competenze linguistiche e comunicative che gli alunni hanno già maturato nell’idioma nativo.
Nel primo ciclo grande importanza ha lo sviluppo del linguaggio orale in forme via via più controllate. La pratica delle abilità linguistiche orali nella comunità scolastica passa attraverso la predisposizione di ambienti sociali di apprendimento idonei allo scambio linguistico, all'interazione, alla costruzione di significati, alla condivisione di conoscenze, alla negoziazione di punti di vista… Incanalando la naturale disposizione dell’alunno al gioco e all’invenzione, si avrà cura di favorire la scoperta graduale dei mezzi di cui la lingua dispone per sviluppare una sempre più piena consapevolezza della ricchezza, della flessibilità e della creatività della lingua stessa. Attraverso la fruizione e la produzione di testi fantastici e ludici, l’alunno sperimenterà fin dai primi anni le potenzialità espressive della lingua italiana (e più in generale del linguaggio verbale)… La riflessione sulla lingua servirà per sviluppare le capacità di categorizzare, di connettere, di analizzare. Nel curare l’apprendimento della lingua, gli insegnanti terranno conto delle fasi dello sviluppo cognitivo dell’alunno, impegnandolo con gradualità in attività adeguate alla sua età".
(Da Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia - Progetto Curricolo DEF 4 10-08-2007)
Alla luce delle tue conoscenze ed esperienze
1) Affronta il dibattito sulla crisi delle grammatiche tradizionali e sull’esigenza di rinnovamento della grammatica (riflessione sulla lingua);
2) Indica gli elementi fondamentali della programmazione nella scuola primaria, con specifico riferimento alla riflessione sulla lingua.
3) Proponi esempi di attività che permettano al fanciullo di “giocare” con la lingua per confermare e rafforzare le sue competenze comunicative.
18. Cultura del libro e cultura dei new media
“È la metà degli italiani che legge libri e giornali – e che ha confidenza con la radio, il teletext e il videoregistratore – che si trova più facilmente a suo agio con i computer e Internet. Gli altri possono avere anche la casa piena di media vecchi e nuovi, però non li usano, continuando ad avere come principale se non unico punto di riferimento la televisione. questa convergenza verso il mezzo televisivo costituisce un fenomeno tutt’altro che disprezzabile, in quanto la tv, essendo frequentata da tutti, rappresenta il luogo in cui, specie nelle ore serali, trovano il loro punto d’incontro tutti gli utenti dei media; una specie di piazza mediatica in cui gli italiani possano trovare scampo alla Torre di Babele comunicativa che gli si sta costruendo intorno anche e specialmente a causa del loro consumismo mediatico” (Rapporto CENSIS: alcuni aspetti del primo rapporto sulla comunicazione in Italia (luglio 2001).
Sulla base delle tue esperienze e conoscenze acquisite, illustra:
1. il dibattito sulla “rivalità” fra cultura del libro e mass-media.
2. Gli effetti sociali generali dei media, tra cui la modificazione del linguaggio scritto e parlato
3. la valenza educativa dei new media.
19. Imparare dall'errore
"Evitare errori è un ideale meschino: se non osiamo affrontare problemi che siano così difficili da rendere l’errore quasi inevitabile, non vi sarà allora sviluppo della conoscenza. Nessuno può evitare di fare errori; la cosa più grande è imparare da essi. In effetti, è dalle nostre teorie più ardite, incluse quelle che sono erronee, che noi impariamo di più". Karl Popper
Il candidato spieghi
1. la fondamentale importanza delle prove negative nella conoscenza umana così come nelle scoperte scientifiche e il ruolo del docente nell'incoraggiare la ricerca ed accettare l'errore;
2. la possibilità di utilizzare metodologie di problem solving per favorire il pensiero divergente e creativo;
3. la necessità che ogni persona venga indirizzata a considerare le cose da diverse prospettive, a rispettare le interpretazioni e i punti di vista degli altri, a formare la propria capacità critica;