ANTICHE POESIE D'AMORE

SAFFO - A GONGILA

 

O mia Gòngila, ti prego:

metti la tunica bianchissima

e vieni a me davanti: intorno a te

vola desiderio d'amore.

Così adorna, fai tremare chi guarda;

e io ne godo, perché la tua bellezza

rimprovera Afrodite.

 

Trad. Salvatore Quasimodo

 

 

SAFFO

AD AFRODITE - 

FRAMMENTO

 

Chi ora ti fugge, presto t'inseguirà,

chi non accetta doni, ne offrirà,

chi non ti ama, pure contro voglia,

presto ti amerà.

 

Trad. Salvatore Quasimodo

 

 

SAFFO

 

 

TRAMONTATA È LA LUNA

 

Tramontata è la luna

e le Pleiadi a mezzo della notte;

anche la giovinezza già dilegua,

e ora nel mio letto resto sola.

Scuote l'anima mia Eros,

come vento sul monte

che irrompe entro le querce;

e scioglie le membra e le agita,

dolce amara indomabile belva.

Ma a me non ape, non miele;

e soffro e desidero.

 

Trad. Salvatore Quasimodo

 

 

SAFFO

 

Subito a me il cuore si agita

nel petto solo che appena
ti veda, e la voce non esce, e la lingua si spezza.
Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,

e gli occhi più non vedono

e rombano le orecchie.

 

 

Trad. Salvatore Quasimodo

 

SAFFO - A ME PARE UGUALE AGLI DEI

 

A me pare uguale agli dei

chi a te vicino così dolce

suono ascolta mentre tu parli

e ridi amorosamente. Subito a me

il cuore si agita nel petto

solo che appena ti veda, e la voce

si perde sulla lingua inerte.

Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,

e ho buio negli occhi e il rombo

del sangue alle orecchie.

E tutta in sudore e tremante

come erba patita scoloro:

e morte non pare lontana

a me rapita di mente.

 

Trad. Salvatore Quasimodo

 

CATULLO

 

Odio e amo.
Come sia non so dire.
Ma tu mi vedi qui crocifisso
al mio odio ed amore.

 

CATULLO - Viviamo mia Lesbia e amiamo

 

Viviamo, Lesbia e amiamo,

e ogni mormorio dei vecchi perfidi
abbia per noi il peso della più vile moneta.
I giorni possono morire e risorgere
noi, tramontata la nostra breve luce.
Dovremo dormire una notte infinita. 

 

Dammi mille baci, e quindi cento,
poi dammene altri mille e altri cento

ancora. E quando ne avremo a migliaia

li confonderemo, per non sapere,

perché nessuno getti

il malocchio invidioso

per un così alto numero di baci.  

BERNART DE VENTADORN - Trovatore provenzale (XI - XII secolo)

 

Ben vorrei trovarla sola,

che dormisse o facesse finta di dormire,

per rubarle un dolce bacio,

non avendo l'animo di richiederglielo.

Per Dio, signora, quanto poco godiamo dell'amore!

Vassene il tempo e noi perdiamo il meglio.

Dovremmo corrispondere con segni d'intesa,

e poiché non ci vale l'ardire, ci valga almeno l'astuzia!

JAUFRE' RUDEL - Poeta provenzale (1125 ? - 1184)

 

Se il rivolo della fontana

 

Se il rivolo della fontana

si schiara siccome far suole

e rosa nel bosco é regina

e già l'usignolo sul ramo

canzon variata fa e piana

e leviga il canto e l'affina

è giusto se il mio l'accompagna.

 

Amore di terra lontana

per voi tutto il cuore mi duole,

nè posso trovar medicina

se non vado al suo richiamo:

amor calda e soffice lana,

tra i fiori oppur sotto cortina

insieme all'ambita compagna.

 

Non posso mai averla vicina

per questo nel fuoco son gramo;

gentile al par d'essa cristiana

mai visse, perchè Dio non vuole,

nè visse giudea o saracina;

si nutre di manna sovrana

chi un po' del suo amore guadagna.

 

Anelo di sera e mattina

a quella che amore più chiamo;

la voglia la mente fa insana,

la brama mi ruba quel sole,

più acuta puntura che spina

è il duolo che gioia risana:

nè lacrima voglio compagna.

 

Non carta ricerco anche fina,

quel vers lo avrà che cantiamo

in lingua sincera romana

Ser Ugo, cantando parole

Fillol: e canzon pittavina

sarà, e di Berri e di Guiana,

e gioia poi porti in Bretagna.