EMILY BRONTE (1818 - 1848)
Grande scrittrice inglese, sorella di Charlotte e di Anne, tutte scrittrici, ebbe una vita piuttosto tormentata e morì a soli trent'anni.
Scrisse numerose poesie, ma il suo capolavoro è costituito dal suo unico romanzo, Cime tempestose, che rappresenta l'anima del romanticismo inglese, nel connubio amore-morte, suggestioni simboliche e grande intensità emotiva.
Come risplende luminosa!
Come risplende luminosa! Quieta
io giaccio al riparo della sua luce;
mentre cielo e terra sussurrano:
"Ridestati, domani, sogna questa notte".
Si, vieni, Fantasia, mio amore fatato!
Sfiori il tuo bacio la mia fronte ardente;
chinati sul mio letto solitario
portatrice di pace, portatrice di gioia.
Il mondo si allontana; addio, mondo oscuro!
Cupo mondo, nasconditi sino al mattino;
il cuore, che tu non puoi tutto soggiogare,
dovrà resistere, se indugi ancora!
Non dividerò, no non dividerò il tuo amore;
per il tuo odio avrò solo un sorriso;
le tue pene feriscono, dilaniano i tuoi torti,
ma le tue menzogne, no, non possono ingannare!
Contemplo la luce delle stelle
alte su di me, in quel placido mare,
vorrei sperare che ogni pena
nota al creato, in te si racchiuda!
Tale sarà il mio sogno in questa notte;
sognerò che il cielo delle sfere gloriose
ruoti lungo il suo corso di luce
in una gioia infinita, nel corso di anni eterni;
sognerò che non vi sia un mondo, lassù,
lontano quanto l'occhio può spaziare,
in cui la saggezza rida dell'amore,
o la virtù si prosterni all'infamia;
in cui, torturata dai colpi del fato,
la vittima dilaniata sia costretta al sorriso;
a opporre la pazienza al suo odio,
covando in cuore l'aspra ribellione.
In cui il piacere conduca sempre al male,
e invano ammonisca l'inerme ragione;
e la verità sia debole e forte l'inganno;
e la gioia la via più certa al dolore;
e la pace, letargia della pena;
la speranza, fenomeno dell'anima;
e la vita, fatica vuota e breve;
e morte, la tiranna di tutto!
Il tempo e l'oblio hanno cancellato
Il tempo e l'oblio hanno cancellato
ormai quel sorriso d'incanto
gli anni hanno spento la freschezza
muffa e umidità sfigurano il volto.
Ma la ciocca di capelli di seta
ancora intrecciata sotto il ritratto
dice quale fosse un tempo quel viso
ne ritrae l'immagine alla memoria.
Bianca la mano che ha vergato quel verso
"Amore sappimi sempre fedele"
veloci correvano le belle dita
quando la penna tracciava quel motto
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Lo stare insieme è nello stesso tempo per noi essere liberi come nella solitudine, essere contenti come in compagnia. EMILY BRONTE
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Io sono l'unica
Io sono l'unica il cui destino
lingua non indaga, occhio non piange;
non ho mai causato un cupo pensiero,
né un sorriso di gioia, da quando sono nata.
Tra piaceri segreti e lacrime segrete,
questa mutevole vita mi è sfuggita,
dopo diciott'anni ancora così solitaria
come nel giorno della mia nascita.
E vi furono tempi che non posso nascondere,
tempi in cui tutto ciò era terribile,
quando la mia triste anima perse il suo orgoglio
e desiderò qualcuno che l'amasse.
Ma ciò apparteneva ai primi ardori
di sentimenti poi repressi dal dolore;
e sono morti da così lungo tempo
che stento a credere siano mai esistiti.
Prima si dissolse la speranza giovanile,
poi svanì l'arcobaleno della fantasia;
infine l'esperienza mi insegnò che mai
crebbe in un cuore mortale la verità.
Era già amaro pensare che l'umanità
fosse insincera, sterile, servile;
ma peggio fu fidarmi della mia mente
e trovarvi la stessa corruzione.
Più felice sono quando più lontana
porto la mia anima dalla sua dimora d'argilla,
in una notte di vento quando la luna brilla
e l'occhio vaga attraverso mondi di luce.
Quando mi annullo e niente mi è accanto
né terra, né mare, né cieli tersi
e sono tutta spirito, ampiamente errando
attraverso infinite immensità.
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Ho sognato nella mia vita, sogni che son rimasti sempre con me,
e che hanno cambiato le mie idee; son passati attraverso il tempo
ed attraverso di me, come il vino attraverso l'acqua, ed hanno
alterato il colore della mia mente. EMILY BRONTE
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Non dovresti conoscere la disperazione
Non dovresti conoscere la disperazione
se le stelle scintillano ogni notte;
se la rugiada scende silenziosa a sera
e il sole indora il mattino.
Non dovresti conoscere la disperazione - seppure
le lacrime scorrano a fiumi:
non sono gli anni più amati
per sempre presso il tuo cuore?
Piangono, tu piangi, così deve essere;
il vento sospira dei tuoi sospiri,
e dall'inverno cadono lacrime di neve
là dove giacciono le foglie d'autunno;
pure, presto rinascono, e il tuo destino
dal loro non può separarsi:
continua il tuo viaggio, se non con gioia,
pure, mai con disperazione!
L'amore è simile alla rosa di macchia
L'amore è simile alla rosa di macchia,
l'amicizia assomiglia all'agrifoglio:
l'agrifoglio è scuro quando la rosa fiorisce,
ma chi è più costante nella fioritura?
La rosa di macchia è odorosa in primavera,
i suoi fiori estivi profumano l'aria;
ma aspetta che torni l'inverno:
chi si ricorderà della rosa di macchia?
Disprezza allora l'inutile corona di rose
e ricopriti della lucentezza dell'agrifoglio
che – quando dicembre rattrista la tua fronte –
ancora sa mantener verde la tua ghirlanda
Rimembranza
Freddo nella terra, pesa su te la neve profonda,
lontano, lontano, isolato, freddo nella tetra tomba!
Ho dimenticato, mio unico amore, di amarti,
divisa infine dall'onda del tempo che tutto divide?
Non vagano più, in solitudine, i miei pensieri
oltre le montagne, là, sulle sponde del nord,
riposando le ali dove erica e felci, per sempre,
per sempre nascondono il tuo nobile cuore?
Freddo nella terra, e il gel odi quindici inverni,
da quelle scure colline, si è sciolto in primavera:
si, è fedele lo spirito che ancora ricorda
dopo tali anni di mutamenti e sofferenze.
Dolce amore della giovinezza, perdona, se ti dimentico,
mentre la corrente del mondo mi trascina;
altri desideri, altre speranze mi chiamano,
speranze che offuscano, ma non recano offesa!
Non una nuova luce si è accesa nel mio cielo,
non un nuovo mattino è mai sorto per me;
la gioia della mia vita veniva dalla tua cara vita,
la gioia della mia vita è nella tomba con te.
Ma, quando perirono i giorni dorati del sogno
né la disperazione poteva ancora distruggere;
imparai allora che si può amare l'esistenza,
e darle forza e nutrirla, privati della gioia.
Allora frenai le lacrime della vana passione,
svezzai il mio giovane spirito dal desiderio del tuo;
gli negai il desiderio bruciante di correre
in quella tomba che già era più che mia.
E ancora non oso lasciarlo languire,
non oso accogliere l'estasi e la pena del ricordo;
se bevessi a fondo di questa angoscia sublime,
non potrei più cercare il vuoto mondo
Stanze
Spesso ammonita, eppure sempre ritorno
A quelle prime emozioni dell'infanzia,
Lasciando l'affannosa caccia di sapere e ricchezza
Per più pigri, irrealizzabili sogni:
Oggi eviterò l'ombrosa regione
La cui insostenibile vastità mi opprime;
Le visioni insorgono a legioni
Recando l'irreale a una strana prossimità.
Camminerò, ma non sulle antiche eroiche tracce,
Né attraverso sentieri di nobile condotta,
O tra sembianze appena distinguibili,
Nebulose sagome di una storia remota.
Andrò dove la mia natura mi conduce;
E mi annoia scegliere altra guida:
Dove le greggi brucano le felci tra le gole
E il vento soffia selvaggiamente sui declivi.
Cos'hanno da svelare di tanto grande questi monti?
Più gloria e più dolore di quanto io sappia dire:
La terra che desta il cuore all'emozione
Può concentrare in sè Cielo e Inferno.
Non è vile la mia anima
Non è vile la mia anima
Non trema nella tempestosa sfera del mondo
Vedo risplendere la gloria celeste
Risplende così la mia fede armandomi contro ogni paura.
Più felice sono quando più lontana
Più felice sono quando più lontana
porto la mia anima dalla sua dimora d'argilla,
in una notte di vento quando la luna brilla
e l'occhio vaga attraverso mondi di luce
Quando mi annullo e niente mi è accanto
né terra, né mare, né cieli tersi
e sono tutta spirito, ampiamente errando
attraverso infinite immensità.
*Non so come scenda su di me
Non so come scenda su di me
la sera d’estate, quieta e solitaria
ma la brezza mi giunge serena
ha in sé l’eco di un’antica canzone
Perdonatemi se così a lungo ho respinto
terra aria il vostro dolce saluto
ma il dolore inaridisce anche i forti
e chi può combattere la disperazione.
Emily Brontë - La notte si addensa attorno a me
La notte si addensa attorno a me
selvaggio e gelido soffia il vento
ma una magia implacabile mi ha vinto
e non posso non posso fuggire.
Alberi giganteschi piegano i rami spogli gravi di neve
veloce la tempesta si fa vicina
pure non posso fuggire
Nuvole e nuvole su di me
deserti e deserti ai miei piedi
nessun terrore potrà allontanarmi
non voglio non posso fuggire.
- Emily Brontë -