La poesia dei fiori

Umberto Piersanti - IL GIGLIO DELLA SABBIA

Il giglio della sabbia, lo conosci?
fragile più di ogni altro,
s'alza solo dove il tempo s'arresta,
lì, presso la scogliera immensa,
più d'un giorno non dura,
breve come il miraggio
della maga anche lei sola,
le bestie la cerchiano e le rupi,
brune ancelle nella sosta
tra il gioco della palla e i panni stesi
del fiore e di parole riempirono i canestri,
anche al naufrago appare
e lo consola.
Da L'albero delle Nebbie

Narcisi - William Wordsworth

Vagavo solo, come una nuvola
che galleggia in alto sopra le valli e le colline,
quando tutto d'un tratto vidi una folla,
una moltitudine di dorati narcisi;
accanto al lago, sotto gli alberi,
fluttuanti e danzanti nella brezza.

Continui come le stelle che splendono
e scintillano nella Via Lattea,
si stendevano in una linea infinita
lungo il margine della baia:
diecimila ne vidi subito,
scuotere le loro teste in vivace danza.

Le onde ballavano al loro fianco; ma loro
superavano le scintillanti onde in allegria:
un poeta non poteva che essere felice,
in una così gioconda compagnia.
Li fissavo e fissavo ma pensavo poco
alla ricchezza che quello spettacolo mi aveva portato,

Poichè spesso, quando nel mio giaciglio, sdraiato,
in vagabonda o pensierosa maniera,
essi balenano a quell'occhio introspettivo,
che è la beatitudine della solitudine;
allora, il mio cuore si colma di piacere
e danza con i narcisi. 
Daffodils - William Wordsworth

I wandered lonely as a cloud
That floats on high o'er vales and hills,
When all at once I saw a crowd,
A host, of golden daffodils;
Beside the lake, beneath the trees,
Fluttering and dancing in the breeze.

Continuous as the stars that shine
And twinkle on the Milky Way,
They stretched in never-ending line
Along the margin of a bay:
Ten thousand saw I at a glance,
Tossing their heads in sprightly dance.

The waves beside them danced; but they
Out-did the sparkling waves in glee:
A poet could not but be gay,
In such a jocund company:
I gazed—and gazed—but little thought
What wealth the show to me had brought:

For oft, when on my couch I lie
In vacant or in pensive mood,
They flash upon that inward eye
Which is the bliss of solitude;
And then my heart with pleasure fills,
And dances with the daffodils. 

EMILY DICKINSON - Per te io curo questi fiori

 

 

Per te io curo questi fiori,
fulgido assente!
Si fendono le vene di corallo
della mia fucsia - ed io semino e sogno -

I gerani si tingono di chiazze -
umili margherite si frastagliano -
dirada il cactus le spinose punte
per mostrare la gola -

Stilla aromi il garofano
presto colti dall'ape -
un giacinto nascosto
sporge il capo arruffato -
esalano profumi
del fiale così tenui
che ti domandi come li serbassero -

Fiocchi di raso spargono le rose
sferiche sulla ghiaia del giardino -
pure - tu non sei qui -
e vorrei che i miei fiori
non avessero piu' rossi colori -

Che sia felice il fiore
e il suo signore - assente -
mi dà solo dolore -
in un calice grigio mi rinchiudono -
umilmente - per esser d'ora in poi
la tua margherita -
in lutto di te!

HERMANN HESSE - Rosa purpurea

 

Ti avevo cantato una canzone.
Tu tacevi. La tua destra tendeva
con dita stanche una grande,
rossa, matura rosa purpurea.

E sopra di noi con estraneo fulgore
si alzò la mite notte d'estate,
aperta nel suo meraviglioso splendore,
la prima notte che noi godemmo.

Salì e piegò il braccio oscuro
intorno a noi ed era così calma e calda.
E dal tuo grembo silenziosa scrollasti
i petali di una rosa purpurea.

WILLIAM BLAKE - Oh girasole!

 

Oh, girasole, affaticato dal tempo!
Tu che conti i passi del sole,
bramando anche tu nquel luogo dorato
in cui il pellegrino conclude il suo viaggio.
In cui il giovane che si strugge nel desiderio
e la vergine esangue nel suo sudario di neve
sorgono dalle loro tombe e aspirano
al luogoin cui, mio girasole, vorresti andare!

GIOVANNI PASCOLI - L' ederella


Prima che pur la primula, che i crochi,
che le viole mammole, fiorisci
tu, qua e là, veronica, coi pochi
petali lisci.

Su le covette, sotto l’olmo e il pioppo,
vai serpeggiando, e sfoggi la tua veste
povera sì, sbiadita sì, ma, troppo,
vedi, celeste.

Per ogni luogo prodighi, per ogni
tempo, te stessa, e chiami a te leggiera
ogni passante per la via, che sogni
la primavera.

Ti guarda e passa. Tu non sei viola!
Di sempre sei! Non hai virtù che piaccia!
La gente passa, e tutti una parola
gettano: Erbaccia!

Tu non odori, o misera, e non frutti;
né buona mai ti si credé, né bella
mai ti si disse, pur tra i piedi a tutti,
sempre, ederella!

GIOVANNI PASCOLI - Gelsomino notturno

 

 E s'aprono i fiori notturni,
nell'ora che penso a' miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l'ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala
l'odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l'erba sopra le fosse.
Un'ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l'aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.
Per tutta la notte s'esala
l'odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s'è spento . . .
È l'alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l'urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.

MARIA LUISA SPAZIANI

 

Una rosa che sboccia

 

Ibernati, incoscienti, inesistenti,
proveniamo da infiniti deserti.
Fra poco altri infiniti ci apriranno
ali voraci per l'eternità.

Ma qui ora c'è l'oasi, catena
di delizie e tormenti. Le stagioni
colorate ci avvolgono, le mani
amate ci accarezzano.

Un punto infinitesimo nel vortice
che cieco ci avviluppa. C'è la musica
(altrove sconosciuta), c'è il miracolo
della rosa che sboccia, e c'è il mio cuore.

JOSE' MARTI' - Coltivo una rosa bianca

 

Coltivo una rosa bianca
a giugno come a gennaio
per l’amico sincero
che mi tende la sua mano.

 

E per il crudele che mi strappa
il cuore con cui vivo,
non coltivo né cardo né ortica;
coltivo la rosa bianca.

VERLAINE - Una dalia

 

Cortigiana dal seno duro, dall'occhio opaco e bruno

che lentamente si apre come quello di un bue,

il tuo gran torso splende come un marmo nuovo.

Fiore grasso e ricco, nessun aroma fluttua

intorno a te, e la serena bellezza del tuo corpo

svolge, opaca, i suoi accordi impeccabili.

Non odori neppure di carne, quel sapore che almeno

emanano le donne che rivoltano il fieno,

e troneggi, Idolo insensibile all'incenso.

- Così la Dalia, regina vestita di splendore,

solleva senza orgoglio la sua testa inodore,

irritante tra i provocanti gelsomini!

Convallaria majalis (mughetto)
Convallaria majalis (mughetto)

Wolfgang von Goethe - Mentre andavo

Andavo per i campi
così, per conto mio,
e non cercare niente
era quello che volevo.

E lì c'era un fiore
che nella vita mai
ne vidi uno più bello.

Volevo coglierlo,
ma il fiore mi disse:
possiedo radici,
e sono ben nascoste.

Giù nel profondo
sono interrato;
per questo i miei fiori
son belli tondi.

Non so amoreggiare,
non so adulare;
non cogliermi devi,
ma trapiantare.

Vincent Van Gogh - Giardino con fiori 1888
Vincent Van Gogh - Giardino con fiori 1888

ARTHUR RIMBAUD - Fiori

 

Da un gradino d'oro - fra i cordoni di seta, i veli grigi,

i velluti verdi e i dischi di cristallo che s'anneriscono

come bronzo al sole - vedo la digitale aprirsi su un tappeto

di filigrane d'argento, d'occhi e di capigliature.

    Monete d'oro giallo sparse sull'agata, colonne di mogano

sorreggenti una cupola di smeraldi, mazzi di raso bianco

e fini verghe di rubino circondano la rosa d'acqua.

    Simili a un dio dagli enormi occhi azzurri e dalle forme

di neve, il mare e il cielo attirano alle terrazze di marmo la folla

delle giovani e forti rose.

GIOVANNI PASCOLI - Rosa di macchia

 

Rosa di macchia, che dall'irta rama
ridi non vista a quella montanina,
che stornellando passa e che ti chiama
rosa canina;

se sottil mano i fiori tuoi non coglie,
non ti dolere della tua fortuna:
le invidïate rose centofoglie
colgano a una

a una: al freddo sibilar del vento
che l'arse foglie a una a una stacca,
irto il rosaio dondolerà lento
senza una bacca;

ma tu di bacche brillerai nel lutto
del grigio inverno; al rifiorir dell'anno
i fiori nuovi a qualche vizzo frutto
sorrideranno:

e te, col tempo, stupirà cresciuta
quella che all'alba svolta già leggiera
col suo stornello, e risalirà muta,
forse, una sera.
ALPHONSE MUCHA - Madonna of the Lillies (1905)
ALPHONSE MUCHA - Madonna of the Lillies (1905)

ANNA ACHMATOVA - Gigli

 

Ho colto gigli splendidi e profumati,

pudicamente chiusi,

come una schiera di fanciulle innocenti.

Dai tremuli petali, bagnati di rugiada,

ho bevuto profumo, felicità, pace.

 

Il cuore batteva e tremava, come per un dolore,

i pallidi fiori dondolavano la corolla

di nuovo sognavo quella lontana libertà,

quel paese dove sono stata con te..... 

WATERHOUSE - My sweet rose
WATERHOUSE - My sweet rose

ANDREA ZANZOTTO

 

Rose ai pilastri

 

Rose ai pilastri, rose lungo i muri
e dentro i vasi, da per tutto rose
che sbocciano fiammanti e sanguinose
come ferite sopra i seni impuri.

Rose thee dai bei labri immaturi
dalle fini ceramiche untuose,
rose di siepe, rose rugiadose
avvinghiate ai cancelli e ai vecchi muri.

Eruzione di rose nei giardini,
di rive sanguinose ed odorose,
vive e rampanti per la mia ringhiera.

Rose e rose ne i miei vasi murrini
rose odorose, rose sanguinose
rosee bocche della primavera!

RAINER MARIA RILKE - Ortensia blu


Così come l'ultimo verde nelle tavolozze dei colori
queste foglie sono vecchie, appiattite e ruvide,
dietro le ombrella dei fiori che non possiedono
un loro blu, ma lo riflettono solo da lontano.
 
Lo riflettono opaco ed impreciso,
come se volessero di nuovo perderlo,
e come nell'antica carta da lettere blu
in loro c'è il giallo, il viola e il griggio;

scolorito come un grembiule da bambino
non più portato, a cui non accade più niente:
come si percepisce la brevità di una piccola vita.

Ma all'improvviso il blu sembra rinnovarsi
in una delle ombrelle e si vede un blu
commuovente contento dinnanzi al verde.

GIOVANNI PASCOLI - Bellis perennis


I.

Chi vede mai le pratelline in boccia?

Ed un bel dì le pratelline in fiore

empiono il prato e stellano la roccia.

Chi ti sapeva, o bianco fior d'amore

chiuso nel cuore? E tutta, all'improvviso,

la nera terra ecco mutò colore.

Sono pensieri, ignoti già, che in viso

rimiran ora, ove si resti o vada;

nati così, nell'ombra, d'un sorriso

di stella e d'una goccia di rugiada...

O mezzo aperta come chi non osa,

o pratellina pallida e confusa,

che sei dovunque l'occhio mio si posa,

e chini il capo, all'occhio altrui non usa;

bianca, ma i lievi sommoli, di rosa;

tanto più rosa quanto più sei chiusa:

ti chiudi a sera, chi sa mai per cosa,

sei chiusa all'alba, ed il perché sai tu;

o primo amore, o giovinetta sposa,

o prima e sola cara gioventù!

II.

È il verno, e tutti i fiori arse la brina

nei prati e tutte strinò l'erbe il gelo:

ma te vedo fiorir, primaverina.

Tu persuasa dal fiorir del cielo,

fioristi; ed ora, quasi più non voglia

perché sei sola, appena alzi lo stelo.

O fior d'amore su la trita soglia!

Tu tingi al sommo i petali d'argento

d'un rosso lieve. Una raminga foglia

ti copre un poco, e passa via col vento...

O fior d'amore su la soglia trita!

o, quando tutto se ne va, venuta!

che vivi quando è per finir la vita!

e che non muti anche se il ciel si muta!

Hai visto i fiori nella lor fiorita:

vedi le foglie nella lor caduta.

Ti coglierà passando Margherita

col cuore assorto nell'amor che fu.

Ti lascerà cadere dalle dita...

- Egli non t'ama, egli non t'ama più! –

 

da NUOVI POEMETTI / IL NAUFRAGO – IL PRIGIONIERO