SAFFO - Un boschetto di meli
Un boschetto di meli: sugli altari
bruciano incensi.
Mormora fresca l'acqua tra i rami
tacitamente, tutto il mondo è ombrato
di rose.
Stormiscono le fronde e ne discende
un molle sonno
e di fiori di loto come a festa
fiorito è il prato, esalano gli aneti
sapore di miele.
IBICO
A primavera
A primavera,
quando l'acqua fluviale
irrora i campi
e il sacro giardino delle vergini,
è tutto un fiorir di meli cidonii
e tralci di viti tra le foglie.
In me Eros non conosce tregua.
Come vento del nord rapido muove,
carico di folgori: torbido, impavido,
invaso da Cipride di arida follia.
Custode, nel fondo della mente,
delle puerili voglie.
VIRGILIO
E' dolce primavera
Alla selve, alle foglie dei boschi è dolce primavera;
a primavera gonfia la terra avida di semi.
Allora il Cielo, padre onnipotente, scende
Con piogge fertili
E accende ogni suo germe. Gli arbusti risuonano
Del canto degli uccelli, i prati rinverdiscono.
E i campi si aprono: si sparge la tenera acqua;
ora al nuovo sole si affidano i nuovi germogli.
ANTONIA POZZI
Sera d'aprile
Batte la luna soavemente
di là dei vetri
sul mio vaso di primule:
senza vederla la penso
come una grande primula anch'essa
stupita
sola
nel prato azzurro del cielo.
FILASTROCCA DI PRIMAVERA - GIANNI RODARI
Filastrocca di primavera
più lungo è il giorno, più dolce la sera.
Domani forse tra l'erbetta
spunterà la prima violetta.
Oh prima viola fresca e nuova
beato il primo che ti trova,
il tuo profumo gli dirà,
la primavera è giunta, è qua.
Gli altri signori non lo sanno
e ancora in inverno si crederanno:
magari persone di riguardo,
ma il loro calendario va in ritardo.
GRAZIA DELEDDA - La primavera
L'inverno aveva rinfrescato anche
il colore delle rocce. Dai monti scendevano,
vene d'argento, mille rivoletti silenziosi,
scintillanti tra il verde vivido dell'erba.
Il torrente sussultava in fondo alla valle tra
i peschi e i mandorli fioriti, E tutto era puro,
giovane, fresco, sotto la luce argentea del cielo.
EMILY DICKINSON
La primavera ritorna sul mondo.
Guardo l'aprile, che non ha colori
Per me, finché tu venga,
Come prima del giungere dell'ape
Restano inerti i fiori,
Destati all'esistenza da un ronzio.
(c. 1865)
GUSTAVE FLAUBERT - Piogge di primavera
Mentre cammini, una nuvola si apre
all'improvviso, viene giù acqua.
La pioggia, però, finisce quasi subito.
Allora, camminando sul selciato
della città, si vedono le strade scintillare
sotto il sole.
EDMONDO DE AMICIS - Dall'inverno alla Primavera
Quando l'inverno muore lentamente
nella primavera, nelle sere di quei bei giorni limpidi,
lieti, senza vento, su cui si tengono spalancate
per le prime volte le finestre e si portano sulle
terrazze i vasi dei fiori, le città offrono uno
spettacolo gentile e pieno d'allegrezza e di poesia.
A passeggiare per le vie si sente, di tratto
in tratto, sul viso,
un'ondata d'aria tiepida, odorosa.
Di che? di quali fiori? di quali
erbe? Chi lo sa!
LUIGI PIRANDELLO
Co 'l primo raggio del mattin d'aprile
ne la mia stanza irruppe Primavera,
dea giovinetta, e a piene man profuse
dal pieno grembo
rose d'ogni color, su 'l letto mio,
rose dischiuse al bacio de l'aurora,
rose stillanti ancor notturna brina,
rose su rose.
(Da "Tutte le poesie", Oscar Mondadori 1974)
ADA NEGRI - Non è ancora Primavera
Primavera? Siamo ai primi di febbraio
e ancora ne ha da cadere, di neve:
ancora pungere di freddo.
Pure, adesso che ci penso
e mi guardo meglio in giro,
l'annuncio della primavera non è solo
sulla bocca della fioraia
lasciata all'angolo della strada.
Forse nelle nubi, forse nel vento;
o nell'erba dei giardinetti che hanno
il cancello sul marciapiede: o fra le
connessure delle pietre: ma, insomma, è.
Gioca con me a nasconderello: dove
si appiatti non potrei dire né donde
sbuchi per tornare a rintanarsi; non dice,
promette e poi fugge.
ALEXANDR BLOK - L'accenno di un canto primaverile
Il vento portò da lontano
l'accenno di un canto primaverile,
chissà dove, lucido e profondo
si aprì un pezzetto di cielo.
In questo azzurro smisurato,
fra barlumi della vicina primavera
piangevano burrasche invernali,
si libravano sogni stellati.
Timide, cupe e profonde
piangevano le mie corde.
Il vento portò da lontano
le sue squillanti canzoni.
SALVATORE DI GIACOMO - Marzo
Marzo: nu poco chiove
e n'ato ppoco stracqua
torna a chiòvere, schiove;
ride 'o sole cu ll'acqua.
Mo nu cielo celeste,
mo n'aria cupa e nera,
mo d' 'o vierno 'e 'tempeste,
mo n'aria 'e Primmavera.
N'auciello freddigliuso
aspetta ch'esce o sole,
ncopp' 'o tterreno nfuso
suspirano 'e viole...
Catarì, che vuò cchiù?
Ntienneme, core mio,
Marzo, tu 'o ssaje, si' tu,
e st'auciello song' io.
A marzo a volte piove
e subito dopo smette:
riprende a piovere, spiove:
il sole ride con l'acqua.
A volte un cielo celeste,
altre volte un'atmosfera cupa e nera;
ora l'inverno delle tempeste,
ora l'aria di primavera.
Un uccello freddoloso
aspetta che esca il sole.
Sul terreno inumidito
sospirano le viole.
Caterina, che altro aspetti?
Intendimi, cuore mio,
Marzo, tu lo sai, sei tu
e questo uccello sono io.
ARTURO ONOFRI - Marzo
Marzo, che mette nuvole a soqquadro
e le ammontagna in alpi di broccati,
per poi disfarle in mammole sui prati,
accende all'improvviso, come un ladro,
un'occhiata di sole,
che abbaglia acque e viole.
Con in bocca un fil d'erba primaticcio,
Marzo è un fanciullo in ozio, a cavalcioni
sul vento che separa due stagioni;
e, zufolando, fa, per suo capriccio,
con strafottenti audacie,
il tempo che gli piace.
Stanotte, fra i suoi riccioli, spioventi
sul mio sonno a rovesci e a trilli alati,
il flauto di silenzio dei suoi fiati
vegetali svegliava azzurri e argenti
nel mio sognarlo, e fuori
ne son sbocciati i fiori.
Victor Hugo – Tramonto dopo il temporale
Era il tramonto dopo il temporale.
C'era a ponente un cumulo di cirri
color di rosa. Presso la rotaia
d'un'erbosa viottola, sull'orlo
d'una pozza, era un rospo. Egli guardava
il cielo intenerito dalla pioggia;
e le foglie degli alberi bagnate
parean tinte di porpora, e le pozze,
annugolate come madreperla.
Nel dì che si velava, anche il fringuello
velava il canto, e dopo il bombir lungo
del giorno nero, pace era nel cielo e nella terra.
(V. Hugo, II rospo , trad. G. Pascoli)
WILLIAM BLAKE - Quando si sente ridere sulla collina
Quando si sentono sul prato le voci dei bambini
e si sente ridere sulla collina
il mio cuore, qui dentro, è in pace
e tutto intorno è tranquillo.
«Bambini venite a casa, il sole è andato giù
e sale la rugiada della notte.
Venite, smettete di giocare e andiamo via
finché nel cielo non tornerà il mattino».
«No no, lasciaci giocare, è ancora giorno
e non possiamo andare a dormire;
poi in cielo volano gli uccellini
e le colline son tutte piene di pecore!».
«Va bene, continuate a giocare finché c'è luce
e poi venite a letto».
I bambini saltavano e gridavano e ridevano
e tutte le colline risuonavano.
GIOSUE' CARDUCCI - Maggiolata
Maggio risveglia i nidi,
maggio risveglia i cuori;
porta le ortiche e i fiori,
i serpi e l'usignol.
Schiamazzano i fanciulli
in terra, e in ciel gli augelli;
le donne han nei capelli
rose, ne gli occhi il sol.
Tra colli, prati e monti,
di fior tutto è una trama:
canta, germoglia ed ama
l'acqua, la terra, il ciel.
ANGIOLO SILVIO NOVARO
Che dice la pioggerellina di Marzo?
Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell’orto, sul fico e sul moro
ornati di gèmmule d’oro?
Passata è l’uggiosa invernata,
passata, passata!
Di fuor dalla nuvola nera,
di fuor dalla nuvola bigia
che in cielo si pigia,
domani uscirà Primavera
guernita di gemme e di gale,
di lucido sole,
di fresche viole,
di primule rosse, di battiti d’ale,
di nidi,
di gridi,
di rondini ed anche
di stelle di mandorlo, bianche...
Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell’orto, sul fico e sul moro
ornati di gèmmule d’oro?
Ciò canta, ciò dice:
e il cuor che l’ascolta è felice.
Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell’orto.
CANTICO DEI CANTICI
L'inverno è ormai passato
L’inverno è ormai passato,
l’epoca delle piogge se n’è andata.
I fiori sono apparsi sulla terra
Ed in questo momento è primavera.
E’ tempo di cantare.
La voce della tortora è nell’aria,
e il fico ha messo i primaticci teneri:
le viti in fiore mandano profumi.
John Otis Adams, Hollyhocks and poppies
ADA NEGRI - Rami di pesco
Ferma al quadrivio, mentre piove e spiove
sotto l’aspro alternar delle ventate
chiaccianti come fruste sulle facce
di chi va, di chi viene, una vecchietta
vende rami di pesco.
O primavera
per pochi soldi! O riso, o tremolìo
di stelle rosee su bagnate pietre!
Scompare agli occhi miei la strada urbana
con fango e folla e strider di convogli
sulle rotaie, e saettar nemico
d’automobili in corsa. Ecco, e in un campo
mi trovo: è verde, di frumento appena
sorto dal suolo: pioppi e gelsi intorno
con la promessa delle fronde al sommo
dei rami avvolti in una nebbia d’oro:
e peschi: oh, lievi, oh, gracili, d’un rosa
che non è della terra: ch’è di tuniche
d’angeli, scesi a benedire i primi
germogli, e pronti, a un alito di brezza,
a rivolar da nube a nube in cielo.
ADA NEGRI - Primule
Lev Nikolaevic Tolstoj - Primavera
Le sementi, disgelandosi, manderanno
fuori i loro germogli; questi ingrosseranno
nella terra; dalle vecchie radici verranno
fuori germogli nuovi, e gli alberi e le erbe
cominceranno a crescere. Gli orsi, le talpe
usciranno dal loro torpore; le mosche e le
api si sveglieranno; le zanzare nasceranno e
le uova dei pesci si schiuderanno.
L'aria scaldandosi, si innalzerà, al suo
posto verrà l'aria fredda e il vento soffierà.
Le nubi saliranno...
Chi farà tutto questo? Il sole
LUIGI PIRANDELLO - Sveglia
Guizzò la prima rondine dal nido
sotto la mia grondaia,
vibrando al cielo il breve acuto strido;
e già ne strillan cento in frotta gaia.
Filan gli aerei stridi, intanto pare
che nei tetti vicini,
salterellando, col lor cianciugliare
bezzichin l'aria i passeri piccini.
Giù, nel cortile, ostinasi un galletto
nel suo verso arrochito.
Zitto, signor Dovere, ho già capito:
è ora, è ora di lasciare il letto.
Johann Wolfgang Goethe - Primavera vicina
Più morbida, più lieve
l'aiuola, ecco, s'inturgida;
candide come neve,
ondeggian le campanule,
un vivo ardor di fuoco
va dispiegando il croco;
il suol di sangue stilla,
lo smeraldo sfavilla.
Le primule si gonfiano
con borioso piglio;
mentre l'astuta mammola
s'asconde ad ogni ciglio,
un alito possente
scuote la vita intera.
E' viva, è qui presente
ormai la primavera.
GIOSUE CARDUCCI - Primavera classica
Da i verdi umidi margini
la violetta odora,
il mandorlo s’infiora,
trillan gli augelli a vol.
Fresco ed azzurro l’aere
Sorride in tutti i seni:
io chiedo a’m tuoi sereni
occhi un più caro sol.
Che importa a me de gli aliti
Di mammola non tocca?
Ne la tua dolce bocca
Freme un più vivo fior.
Che importa a me del garrulo
Di fronde e augei concento?
Oh che divino accento
Ha su’ tuoi labbri amor!
Auliscan pur le rosee
Chiome de gli arboscelli:
l’onda de’ tuoi capelli,
cara, disciogli tu.
M’asconda ella gl’inanimi
Fiori del giovin anno:
essi ritorneranno.
Tu non ritorni più.