* * * * * * * * Poesie pasquali * * * * * * * *

Sabato Santo - Giosué Carducci

 

Che giovinezza nova, che lucidi giorni di gioia

per la cerula effusa chiarità de l’aprile

cantano le campane con onde e volate di suoni

da la città su’ poggi lontanamente verdi!

Da i superati inferni, redimito il crin di vittoria,

candido, radïante, Cristo risorge al cielo:

svolgesi da l’inverno il novello anno, e al suo fiore

già in presagio la messe già la vendemmia ride.

Ospite nova al mondo, son oggi vent’anni, Maria,

tu t’affacciasti; e i primi tuoi vagiti coverse

doppio il suon de le sciolte campane sonanti a la gloria:

ora e tu ne la gloria de l’età bella stai,

stai com’uno di questi arboscelli schietti d’aprile

che a l’aura dolce danno il bianco roseo fiore.

Volgasi intorno al capo tuo giovin, deh, l’augure suono

de le campane anc’oggi di primavera e pasqua!

cacci il verno ed il freddo, cacci l’odio tristo e l’accidia,

cacci tutte le forme de la discorde vita!

MARINO MORETTI - La domenica delle Palme

 

Chinar la testa che vale?

E che val nova fermezza?

Io sento in me la stanchezza

del giorno domenicale,

mentre la madre mia buona

entra con passo furtivo

nella mia stanza e mi dona

un ramoscello d’ulivo.

E se' n va. Tutto quello

ch'ella vuol dirmi lo dice

a questo suo ramoscello

che adornerà una cornice:

adornerà la cornice

dorata a capo del letto

l'ulivo ch'è benedetto,

l'ulivo che benedice;

porterà pace e abbondanza

nelle casette più sole,

rallegrerà un po' la stanza

dell'infermo, senza sole,

ricorderà poi con tanta

fede l'ingresso solenne

di Cristo a Gerusalemme

nella domenica santa!...

Ulivo, e a me che dirai?

Le stesse cose anche tu?

se una parola: giammai,

se due parole: mai più?

Nulla tu doni al mio cuore

che lo consoli un istante,

ed il mio sguardo tremante

non vede in te che un colore:

il color triste di tutto

il mondo che non à sole

e piange tacito e vuole

vestirsi di mezzo lutto;

il colore della noia

e dei fiori di bugia,

il colore della mia

giovinezza senza gioia;

il colore del passato

che ritorna ben vestito,

il color dell'infinito

e di ciò che non è stato;

il color triste dell'ore

così lente a venir giù

dai lor numeri, il colore

che non è colore più.

GIOVANNI PASCOLI - La Domenica dell'olivo

Hanno compiuto in questo dì gli uccelli
il nido (oggi è la festa dell olivo)
di foglie secche, radiche, fuscelli;
quel sul cipresso, questo su l'alloro,
al bosco, lungo il chioccolo d'un rivo,
nell'ombra mossa d'un tremolio d'oro.
E covano sul musco e sul lichene
fissando muti il cielo cristallino,
con improvvisi palpiti, se viene
un ronzio d'ape, un vol di maggiolino.
(Da Myricae)

GIOVANNI PASCOLI - L’ulivo benedetto

 

Oh, i bei rami d’ulivo! chi ne vuole?

Son benedetti, li ha baciati il sole.

In queste foglioline tenerelle

vi sono scritte tante cose belle.

Sull’uscio, alla finestra, accanto al letto

metteteci l’ulivo benedetto!

Come la luce e le stelle serene:

 un po’ di pace ci fa tanto bene.

CESARE ZAVATTINI - E' Pasqua 

 

Anche il sole stamane è arrivato per tempo,

anzi con un leggero anticipo.

Anche io mi sento buono,

più buono del solito.

Siamo tutti un po' angeli oggi

mi pare quasi di volare

leggero come sono.

Esco di casa canticchiando,

voglio bene a tutti.

FAUSTO MARIA MARTINI - Venerdì Santo

 

Nulla, credi, è più dolce per i nostri

occhi di questo giorno senza sole,

con i monti velati di viole

perché la primavera non si mostri:::

Venerdì Santo! E ieri sera tu

ti rimendavi quest'abito, tutto

grigio, un abito come a mezzo lutto

per la morte del povero Gesù...

Traevi dalla tua cassa di noce

qualche grigio merletto secolare:

così vestita, accoglierà l'altare

la buona amante con le mani in croce...

Prega per me, prega per te, pel nostro amore,

per nostra cristiana tenerezza,

per la casa malata di tristezza,

e per il grigio Venerdì che muore:

Venerdì Santo, entrato in agonia,

non ha la sua campana che lo pianga...

come un mendico, cui nulla rimanga,

rassegnato si muore sulla via...

Prega, e ricorda nella tua preghiera

tutte le cose che ci lasceranno:

anche il ramo d'olivo che l'altr'anno

ci donò, per la Pasqua, Primavera.

Quante volte l'olivo benedetto

vide noi moribondi nel piacere,

e vide le nostre due anime, in nere

vesti, per noi pregare a capo al letto!

E pregavamo, come se morisse

qualcuno: un poco, sempre, morivamo:

Ma sempre sull'aurora nuova, il ramo

d'olivo i liei amanti benedisse!

Ora col nuovo tu lo cambierai:

anche devi pregare per gli specchi

velati, per i libri, per i vecchi

abiti che tu più non vestirai...

E' sera: un riso labile si perde

sulle tue labbra, mentre t'inginocchi:

io guardo, dietro la veletta, gli occhi...

due perle nere in una rete verde.

ADA NEGRI - Pasqua

 

E con un ramo di mandorlo in fiore,

a le finestre batto e dico: «Aprite!

Cristo è risorto e germinan le vite

nuove e ritorna con l'april l'amore

Amatevi tra voi pei dolci e belli

sogni ch'oggi fioriscon sulla terra,

uomini della penna e della guerra,

uomini della vanga e dei martelli.

Aprite i cuori. In essi irrompa intera

di questo dì l'eterna giovinezza ».

lo passo e canto che la vita è bellezza.

Passa e canta con me la primavera.

ENRICO PEA - Il Pettirosso

 

Il pettirosso, ch'è di me più saggio,

non si lamenta se il raccolto è scarso.

se la neve ha coperto le campagne,

se l'acqua s'è gelata alla sua sede

e se il vento stentegna il suo ricetto.

Dopo l'annata magra ecco che viene

l'abbondanza nell'aria e dopo il verno

il ruscello ricanta, il vento è brezza,

al pettirosso dolce ninna nanna.

Il pettirosso ch'è innocente e bello

sa che la Provvidenza lo sostenta,

sa che chi pate è poi racconsolato,

conosce il sangue, il pianto e la speranza

come ogni creatura che si lagna,

ma non conosce la disperazione.

Il pettirosso che porta le insegne

di Cristo sul candore del suo seno,

che fu presente al pianto di Maria

quando la terra si coprì di nubi,

l'augellino prescelto a colorirsi

d'una stilla di sangue di Gesù,

vive, paziente, d'ogni Provvidenza,

sicuro aspetta, spera, crede e canta,

si specchia al cielo che gli pare suo!

DAVID MARIA TUROLDO - Canta il sogno del mondo

 

Ama

saluta la gente

dona

perdona

ama ancora e saluta

(nessuno saluta

del condominio,

ma neppure per via)

Dai la mano

aiuta

comprendi

dimentica

e ricorda

solo il bene.

E del bene degli altri

godi e fai

godere.

Godi del nulla che hai

del poco che basta

giorno dopo giorno:

e pure quel poco

se, necessario

dividi.

E vai,

vai leggero -.

dietro il vento

e il sole

e canta.

Vai di paese in paese

e saluta

saluta tutti

il nero, l'olivastro

e perfino il bianco .

Canta il sogno del mondo:

che tutti i paesi

si contendano

d'averti generato.

RENZO PEZZANI - Ultima cena

 

Le donne preparano sul desco

un po' di vino e un po' di pane fresco.

E Gesù mesce il vino e il pane tocca,

ma prima d'accostarseli alla bocca

dice per tutti le parole arcane:

«Ecco; chi mangerà di questo pane

di frumento, di me sarà saziato,

e chi berrà del vino che ho toccato

del mio sangue berrà, nè più avrà sete.

Poi la bevanda e il cibo spartirete

e verso il mondo col mio cuore; andrete »,

RENZO PEZZANI - Pasqua

 

Ogni nube nel turchino

sembra un angelo in cammino:

primavera è nelle cose:

ogni siepe ha le sue rose.

Dentro il cor la pace vive.

Squilla intorno il campanile.

Dal sepolcro come un fiore

torna al ciel nostro Signore;

ogni bimbo guarda sù

e nel ciel vede Gesù.

BERTOLT BRECHT - Primavera 1938

 

Oggi, domenica di Pasqua, presto

Un’improvvisa tempesta di neve

si e’ abbattuta sull’isola.

Tra i cespugli verdeggianti c’era neve. Il mio ragazzo

mi ha portato verso un piccolo albicocco attaccato alla casa

strappandomi ad un verso in cui puntavo il dito contro coloro

che stanno preparando una guerra che

può cancellare

il continente, quest’isola, il mio popolo,

la mia famiglia e me stesso. In silenzio

abbiamo messo un sacco

sopra all’albero tremante di freddo.

PRIMO LEVI - Pasqua

 

Ditemi in cosa differisce

questa sera dalle altre sere?

In cosa, ditemi, differisce

questa pasqua dalle altre pasque?

Accendi il lume, spalanca la porta

che il pellegrino possa entrare,

gentile o ebreo:

sotto i cenci si cela forse il profeta.

Entri e sieda con noi,

ascolti, beva, canti e faccia pasqua

ANDREA ZANZOTTO - Elegia Pasquale

Pasqua ventosa che sali ai crocifissi
con tutto il tuo pallore disperato,
dov'è il crudo preludio del sole?
e la rosa la vaga profezia?
Dagli orti di marmo
ecco l'agnello flagellato
a brucare scarsa primavera
e illumina i mali dei morti
pasqua ventosa che i mali fa più acuti

E se è vero che oppresso mi composero
a questo tempo vuoto
per l'esaltazione del domani,
ho tanto desiderato
questa ghirlanda di vento e di sale
queste pendici che lenirono
il mio corpo ferita di cristallo;
ho consumato purissimo pane

Discrete febbri screpolano la luce
di tutte le pendici della pasqua,
svenano il vino gelido dell'odio;
è mia questa inquieta
Gerusalemme di residue nevi,
il belletto s'accumula nelle
stanze nelle gabbie spalancate
dove grandi uccelli covarono
colori d'uova e di rosei regali,
e il cielo e il mondo è l'indegno sacrario
dei propri lievi silenzi.

Crocifissa ai raggi ultimi è l'ombra
le bocche non sono che sangue
i cuori non sono che neve
le mani sono immagini
inferme della sera
che miti vittime cela nel seno.

GIANNI RODARI - Dall'uovo di Pasqua

Dall'uovo di Pasqua
è uscito un pulcino
di gesso arancione
col becco turchino.
Ha detto: "Vado,
mi metto in viaggio
e porto a tutti
un grande messaggio".
E volteggiando
di qua e di là
attraversando
paesi e città
ha scritto sui muri,
nel cielo e per terra:
"Viva la pace,
abbasso la guerra".

GIANNI RODARI - Campane di Pasqua

 

Campane di Pasqua festose

che a gloria quest'oggi cantate,

oh voci vicine e lontane

che Cristo risorto annunciate,

ci dite con voci serene:

"Fratelli, vogliatevi bene!

Tendete la mano al fratello,

aprite la braccia al perdono;

nel giorno del Cristo risorto

ognuno risorga più buono!"

E sopra la terra fiorita,

cantate, oh campane sonore,

ch'è bella, ch'è buona la vita,

se schiude la porta all'amore.

ALDA MERINI - Cantico dei Vangeli

 

Fuggirò da questo sepolcro

come un angelo calpestato a morte dal sogno,

ma io troverò la frontiera della mia parola.

Addio crocifissione,

in me non c’è mai stato niente:

sono soltanto un uomo risorto.

GUIDO GOZZANO - Pasqua

A festoni la grigia parietaria
come una bimba gracile s'affaccia
ai muri della casa centenaria.

Il ciel di pioggia è tutto una minaccia
sul bosco triste, ché lo intrica il rovo
spietatamente, con tenaci braccia.

Quand'ecco dai pollai sereno e nuovo
il richiamo di Pasqua empie la terra
con l'antica pia favola dell'ovo.

EUGENIO MONTALE - SERA DI PASQUA


Alla televisione
Cristo in croce cantava come un tenore
colto da un'improvvisa
colica pop.

Era stato tentato poco prima
dal diavolo vestito da donna nuda.

Questa è la religione del ventesimo secolo.

Probabilmente la notte di San Bartolomeo
o la coda troncata di una lucertola
hanno lo stesso peso nell'Economia
dello Spirito
fondata sul principio dell'Indifferenza.

Ma forse bisogna dire che non è vero
bisogna dire che è vera la falsità,
poi si vedrà che cosa accade. Intanto
chiudiamo il video. Al resto
provvederà chi può (se questo chi
ha qualche senso).

Noi non lo sapremo.

(1977)

ALESSANDRO MANZONI - Resurrezione 

 

E' risorto: il capo santo

più non posa nel sudario

è risorto: dall'un canto

dell' avello solitario

sta il coperchio rovesciato:

come un forte inebbriato,

il Signor si risvegliò.

Era l'alba; e molli il viso

Maddalena e l'altre donne

fean lamento in su l'Ucciso;

ecco tutta di Sionne

si commosse la pendice

e la scolta insultatrice

di spavento tramortì.

Un estranio giovinetto

si posò sul monumento:

era folgore l'aspetto

era neve il vestimento:

alla mesta che 'l richiese

dié risposta quel cortese:

è risorto; non è qui.

EUGENIO MONTALE - Pasqua senza week-end

Se zufolo il segnale convenuto
sulle parole ‘sabato domenica
e lunedì’ dove potrò trovarti
nel vuoto siderale? Fu un errore conoscersi,
un errore che tento di ripetere
perché solo il farnetico è certezza.