* * * * * * Poesie per l'inverno * * * * * *

ALPHONSE MUCHA - Inverno
ALPHONSE MUCHA - Inverno

MAURICE MAETERLINCK

 

Desideri invernali

 

Piango le labbra appassite

Dove non sono nati i baci,

E i desideri abbandonati

Sotto una mietitura di tristezze.

 

Sempre pioggia all’orizzonte!

Sempre neve sui greti!

Mentre alla soglia chiusa dei miei sogni

Lupi sdraiati sull’erba

 

Osservano nella mia anima stanca,

Con gli occhi appannati nel passato,

Tutto il sangue un tempo versato

Dagli agnelli che muoiono sul ghiaccio.

 

Soltanto la luna alla fine rischiara

Con la sua monotona tristezza

Che gela l’erba dell’autunno,

Questi desideri ammalati di fame.

PAUL VERLAINE - L'inverno è finito

 

L'inverno è finito: la luce è tiepida

e danza, dal suolo al firmamento chiaro.

Bisogna che il più triste dei cuori ceda

all'immensa gioia sparsa nell'aria.

 

Perfino questa Parigi noiosa e malata

sembra fare accoglienza al primo sole,

e come in un abbraccio immenso

tende le mille braccia dei suoi tetti vermigli.

 

Da un anno ho nell'anima la primavera

e il verde ritorno del dolce fiorile,

come una fiamma che avvolga una fiamma,

al mio ideale aggiunge ideale.

 

Il cielo blu prolunga, innalza e incorona

l'immutabile azzurro dove ride il mio amore.

La stagione è bella e la mia sorte è buona

e tutte le mie speranze finalmente si compiono.

 

Venga l'estate! vengano ancora

l'autunno e l'inverno! E ogni stagione

sarà per me incantevole, o Tu che adorna

questa fantasia e questa ragione!

ALFONSO GATTO - Inverno a Roma

 

I bambini che pensano negli occhi

hanno l'inverno, il lungo inverno. Soli

s'appoggiano ai ginocchi per vedere

dentro lo sguardo illuminarsi il sole.

Di là da sé, nel cielo, le bambine

ai fili luminosi della pioggia

si toccano i capelli, vanno sole

ridendo con le labbra screpolate.

Son passate nei secoli parole

d'amore e di pietà, ma le bambine

stringendo lo scialletto vanno sole

sole nel cielo e nella pioggia. Il tetto

gocciola sugli uccelli della gronda.

Dipinto di CAMILLE PISSARRO
Dipinto di CAMILLE PISSARRO

GABRIELA MISTRAL - E' scesa la neve

E' scesa la neve, divina creatura,
a visitare la valle.
E' scesa la neve, sposa della stella,
guardiamola cadere:
Dolce! Giunge senza rumore, come gli esseri soavi
che temono di far male.
Così scende la luna, così scendono i sogni....
guardiamola scendere.
Pura! Guarda la valle tua, come sta ricamandola
di gelsomino soffice.
Ha così dolci dita, così lievi e sottili,
che sfiorano senza toccare.

 

(Da Opere poetiche)

JEAN BERAUD
JEAN BERAUD

BORIS PASTERNAK - Convegno

 

La neve ricoprirà le strade

colmerà i pioventi dei tetti,

andrò a sgranchirmi le gambe:

tu stai oltre la porta.

 

Sola, col paltò autunnale,

senza cappello né galosce,

lotti con l’emozione

e l’umida neve inghiotti.

 

Alberi e steccati

svaniscono lontano nel buio.

Sola nel turbinio

all’angolo stai tu.

 

Dal fazzoletto del capo scorre l’acqua

dietro le maniche nel risvolto,

e come gocce di rugiada

tra i capelli brillano.

 

E da una ciocca bionda

sono rischiarati: il volto,

il fazzoletto e la figura

e quel paltoncino.

 

La neve sulle ciglia è bagnata,

nei tuoi occhi l’angoscia

e il tuo aspetto risulta

di un sol pezzo.

 

Quasi che come ferro

bagnato in antimonio,

ti avessero portato a taglio

per il mio cuore.

 

In esso s’è in eterno fissata

la dolcezza di questi tratti,

per cui non ha importanza

che il mondo sia spietato.

 

E perciò si biforca

tutta questa notte nella neve

e tracciare un confine

tra di noi non posso.

 

Ma noi chi siamo e da dove

se di tutti quegli anni

sono rimaste chiacchiere

e noi siamo scomparsi?

UMBERTO SABA - L'inverno

 

È notte, inverno rovinoso. Un poco
sollevi le tendine, e guardi. Vibrano
i tuoi capelli selvaggi, la gioia
ti dilata improvvisa l'occhio nero;
che quello che hai veduto - era un'immagine
della fine del mondo - ti conforta
l'intimo cuore, lo fa caldo e pago.
Un uomo si avventura per un lago
di ghiaccio, sotto una lampada storta.

ANTOINE BLANCHARD - Grands Boulevard et Porte St-denis sous la neige
ANTOINE BLANCHARD - Grands Boulevard et Porte St-denis sous la neige

Boris Pasternak - FEBBRAIO

Febbraio. Prender l'inchiostro e piangere!
Scrivere di Febbraio a singhiozzi,
finchè il tempo piovoso scrosciante
brucia come una fosca primavera.

Prendere una carrozza. Per sei soldi
fra scampanio e stridere di ruote
recarsi là dove la pioggia torrenziale
strepita più che lacrime ed inchiostro.

Dove, come pere incenerite,
dagli alberi mille cornacchie
cadranno nelle pozze rovesciando
una secca mestizia sul fondo degli occhi.

Nereggiano di sotto gli spazi disgelati,
e il vento e solcato dai gridi,
e quanto più a caso, tanto più esattamente
si compongono i versi a singhiozzi.

UMBERTO SABA - Neve

Neve che turbini in alto e avvolgi
le cose di un tacito manto.
Neve che cadi dall'alto e noi copri
coprici ancora, all'infinito: imbianca
la città con le case, con le chiese,
il porto con le navi,
le distese dei prati.....

 

Dipinto di CLAUDE MONET - Neve

ANTONIO MACHADO - Sole d'inverno

E' mezzogiorno. Un parco.
Inverno. Bianchi viottoli;
monticelli simmetrici
e scheletrici rami.
Dentro la serra
aranci nei vasi,
e nella botte, dipinta
di verde, la palma.
Dice un vecchietto,
fra il suo vecchio se stesso:
-Il sole, questa bellezza
di sole!...- I bimbi giocano:
l'acqua della fontana
scivola, scorre, quasi muta,
la verdognola pietra.

ANTON CECHOV - L'odore dell'inverno

Il tempo dapprincipio fu bello,
calmo. Schiamazzavano i
tordi, e nelle paludi qualcosa di vivo
faceva un brusio, come se
soffiasse in una bottiglia vuota.
Passò a volo una beccaccia e
nell'aria con allegri rimbombi.
Ma quando nel bosco si fece
buio e soffiò da oriente un vento
freddo e penetrante, tutto tacque.
Sulle pozzanghere si allungarono
degli aghetti di ghiaccio.
Il bosco divenne squallido, solitario.
Si sentì l'odore dell'inverno.

ACHILLE TOMINETTI - Sole d'inverno (1904-1906)
ACHILLE TOMINETTI - Sole d'inverno (1904-1906)

EMILY DICKINSON - Il cielo è basso

Il cielo è basso, le nuvole a mezz'aria,
un fiocco di neve vagabondo
fra scavalcare una tettoia o una viottola
non sa decidersi.
Un vento meschino tutto il giorno si lagna
di come qualcuno l'ha trattato;
la natura, come noi, si lascia talvolta sorprendere
senza il suo diadema.

ANTONIA POZZI - Inverno

Fili neri di pioppi
fili neri di nubi
sul cielo rosso
e questa prima erba
libera dalla neve
chiara
che fa pensare alla primavera
e guardare
se ad una svolta
nascono le primule.
Ma il ghiaccio inazzurra i sentieri
la nebbia addormenta i fossati
un lento pallore devasta
i dolori del cielo.
Scende la notte -
nessun fiore è nato -
è inverno - anima -
è inverno.

ADA NEGRI - La danza della neve

Sui campi e sulle strade
silenziosa e lieva
volteggiando, la neve
cade.
Danza la falda bianca
nell'ampio ciel scherzosa,
Poi sul terren si posa
stanca.
In mille immote forme
sui tetti e sui camini,
sui cippi e sui giardini
dorme.
Tutto d'intorno è pace;
chiuso in oblio profondo,
indifferente il mondo
tace.


(Da Poesie)

ATTILIO BERTOLUCCI - Vennero i freddi

Vennero i freddi,
con bianchi pennacchi e azzurre spade
spopolarono le contrade.
Il riverbero dei fuochi splendé calmo nei vetri.
La luna era sugli spogli orti invernali.

GIOSUE' CARDUCCI - Tedio invernale


Ma ci fu dunque un giorno
Su questa terra il sole?
Ci fûr rose e viole,
Luce, sorriso, ardor?

Ma ci fu dunque un giorno
La dolce giovinezza,
La gloria e la bellezza,
Fede, virtude, amor?

Ciò forse avvenne a i tempi
D'Omero e di Valmichi,
Ma quei son tempi antichi,
Il sole or non è piú.

E questa ov'io m'avvolgo
Nebbia di verno immondo
È il cenere d'un mondo
Che forse un giorno fu.

SALVATORE QUASIMODO - Antico inverno

 

Desiderio delle tue mani chiare

nella penombra della fiamma:

sapevano di rovere e di rose;

di morte. Antico inverno.

Cercavano il miglio gli uccelli

ed erano subito di neve;

così le parole.

Un po' di sole, una raggera d'angelo,

e poi la nebbia; e gli alberi,

e noi fatti d'aria al mattino

 

BORIS PASTERNAK - Notte d'inverno

 

Mulinava la neve su tutta la terra,

in ogni dove.

Una candela ardeva sul tavolo,

una candela ardeva.

 

Come d’estate a sciame i moscerini

volano sulla fiamma,

precipitavano i fiocchi dal cortile

sul riquadro della finestra.

 

La tormenta attaccava al vetro

cerchietti e strali.

Una candela ardeva sul tavolo,

una candela ardeva.

 

Sul soffitto rischiarato

si stendevano le ombre,

incroci di braccia, incroci di gambe,

incroci della sorte.

 

E due scarpette cadevano

con rumore sul pavimento,

e a lacrime la cera dal lucignolo

gocciolava sull’abito.

 

E tutto scompariva nella foschia nevosa

canuta e bianca.

Una candela ardeva sul tavolo,

una candela ardeva.

 

Sulla candela un soffio da un angolo

e l’ardore della tentazione

sollevava, quale angelo, due ali

in forma di croce.

La neve mulinò tutto il mese a febbraio,

e senza posa

una candela ardeva sul tavolo,

una candela ardeva.

 

(trad. Angelo Maria Ripellino)