GUILLAUME APOLLINAIRE - Costellazione d'Autunno
lo sono sotto il segno della Costellazione d'Autunno
E perciò amo i frutti e detesto i fiori
I baci che do li rimpiango uno per uno
Noce bacchiato che dice al vento i suoi dolori
Mio eterno Autunno mia stagione mentale
Mani d'antichi amanti costellano il tuo suolo
Una sposa mi segue è la mia ombra fatale
Le colombe stasera spiccano l'ultimo volo.
A volte quasi provo le emozioni
dell'infanzia felice; ruscelli, alberi, fiori
mi ricordano i luoghi in cui vivevo
prima che ai libri offrissi in sacrificio
la mia giovane mente,
e come un tempo mi assalgono,
e il cuore si commuove a riconoscerli;
Potrei anche pensare a tratti di incontrare
Un essere da amare, vivo, ma nessuno come te.
GUILLAUME APOLLINAIRE - L'ADDIO
Ho colto d'erica un rametto
L'autunno è morto non scordarlo
Non ci vedremo mai più sulla terra
Odor del tempo brullo rametto
E tu ricorda che t'aspetto.
Stéphane Mallarmé - Tristezza d'estate
Il sole, o lottatrice sulla sabbia assopita,
Nell'oro dei capelli un bagno languoroso
Ti scalda e ardendo incenso sulla gota nemica
Mescola con i pianti un incanto amoroso.
Quest'immobile calma e la fiamma del cielo
T'ha rattristata, o baci miei timorosi, e dici:
"Noi non saremo mai un sarcofago solo
Sotto il deserto antico e le palme felici!"
Ma la tua chioma fulva è un tiepido ruscello
Dove affondare fermi l'anima che ci assilla
E trovare quel Nulla che tu saper non puoi.
Io gusterò il belletto pianto dagli occhi tuoi:
Forse al cuor che colpisti esso donar saprà
Dell'azzurro e dei sassi l'insensibilità.
GUILLAUME APOLLINAIRE - *1909
La signora aveva un vestito
In ottomano viola scarlatto
E la sua tunica ricamata d'oro
Era composta di due pannelli
Che s'attaccavano sulle spalle
Gli occhi danzanti come angeli
Rideva rideva
Aveva un viso dai colori di Francia
Gli occhi blu i denti bianchi e le labbra molto rosse
Aveva un viso dai colori di Francia
Era scollata in rotondo
E pettinata alla Recamier
Con belle braccia nude
Non si sentirà mai suonare la mezzanotte
La signora nel vestito di ottomano viola scarlatto
E in tunica ricamata d'oro
Scollata in rotondo
Portava a passeggio i suoi riccioli
La sua fascia d'oro
E trascinava le scarpette con le fibbie
Era così bella
Che non avresti osato amarla
Amavo le donne atroci nei quartieri enormi
Dove nasceva ogni giorno qualche essere nuovo
Il ferro era il loro sangue la fiamma il cervello
Amavo amavo il popolo abile delle macchine
Il lusso e la bellezza sono solamente la sua schiuma
Quella donna era così bella
Che mi faceva paura.
Stéphane Mallarmé - Brezza marina
Ahimè! La carne è triste, - e ho letto tutti i libri.
Laggiù, laggiù, fuggire! Io sento uccelli, ebri
d' esser tra spume ignote e inesplorai cieli.
Nulla! Nè i parchi antichi, riflessi dagli aneli
occhi, potran tenere questo mio cuore, infuso
nel vasto mare, o Notti; nè il chiaror fioco, effuso
dalla deserta lampada sulla pagina vuota,
protetta dal candore; nè, sul piccino immota,
quella giovane donna, reclina ad allattare.
Io, - partirò. Partire! O nave d' alto mare,
rioscillante ai venti la grande alberatura,
salpa a remote plaghe di esotica natura!
Un Tedio, desolato da speranze crudeli,
crede al supremo addio di sventolati veli.
Gli alberi - forse - eretti a sfidar le bufere,
son di quelli che un turbine rovescia sulle nere
carcasse dei naufraghi, perdute nelle fonde
voragini squallenti, senz' isole feconde,
senz' àdito di scampo, - disalberate, ormai...
Ma tu, mio cuore, il canto odi dei marinai!
GUILLAUME APOLLINAIRE - Amica mia
Amica mia penso a te
Al tuo color di sole alla tua grazia
La casa è vuota da quando il mio raggio di sole
È andato a tuffarsi in mare
Se vedi i sommergibili
Di’ loro che t’amo
Se le nubi s’addensano
Di’ loro che t’adoro
Se la mareggiata infuria sugli scogli della riva
Di’ agli scogli che sei la mia pietra preziosa
Se qualche granello di sabbia brilla tra i mille granelli
di sabbia della spiaggia
Digli che sei la sola gemma che amo
Quando vedrai il postino
Digli con quanta impazienza aspetto le tue lettere
Ti mando mille baci mille carezze
Che ti raggiungeranno come le parole raggiungono
l’antenna del telegrafo senza fili
Se vedi dei feriti
Digli che la mia sola ferita è quella che hai inferto
al mio cuore
Se a volte pensi pensa che il mio pensiero è sempre
con te
E che t’adoro.
(da Poèmes retrouvés)
Mon amie je pense à toi
Mon amie je pense à toi,
A ta couleur de soleil à ta grace.
La maison est vide depuis que mon rayon de soleil
Est allé se plonger dans la mer.
Si tu vois les sous-marins
Dis-leur que je t'aime.
Si les nauges s'accumulent
Dis-leur que je t'adore.
Si la tempete fait rage contre les rocs du rivage
Dis-leur que tu es ma pierre précieuse.
Si quelque grain de sable brille entre les mille grains
de sable de la plage
Dis-lui que tu es la seule gemme que j'aime.
Quand tu verras le facteur
Dis-lui avec quelle impatience j'attends tes lettres.
Je t'envoie mille baisers mille caresses
Qui te rejoindront comme les mots rejoignent
l'antenne de la télégraphie sans fil.
Si tu vois des blessés
Dis-leur que ma seule blessure est celle que tu as faite
à mon coeur.
Si tu penses parfois songe que ma pensée est toujours
avec toi.
Et que je t'adore.
GUILLAUME APOLLINAIRE
La tromba suona e risuona
Suona, si spengono i fuochi.
Il mio povero cuore ti dono
Per uno sguardo dei tuoi begli occhi
Un solo moto della tua persona.
Sono le dieci, tutto è spento,
Ascolto russare la caserma,
Viene dal Nord il vento,
La luna mi fa da lanterna
Grida un cane alla morte il suo lamento.
La notte si consuma lenta lenta,
Rintoccano le ore lentamente
Tu che fai o mia bella indolente
Mentre vegliando il tuo amante
Ti sospira lontana e si tormenta?
E io cerco nel cielo stellato
Dove sono le stelle gemelle -
Mio destino che al tuo è legato
Ma dove sono le nostre stelle?
O cielo, campo di grano incantato!
La notte si consuma dolcemente
Sereno alfine m'addormento.
I tuoi occhi che vegliano il tuo amante
Non sono forse, mia bella indocile,
Le nostre stelle del firmamento?
GUILLAUME APOLLINAIRE - Fotografia
M'attira il tuo sorriso come
Potrebbe attirarmi un fiore.
Fotografia tu sei il fungo bruno
Della foresta
La sua bellezza
I bianchi sono
Un chiaro di luna
In un pacifico giardino
Pieno d'acque vive e d'indiavolati giardinieri.
Fotografia sei il profumo dell'ardore
La sua bellezza
E ci sono in te
Fotografia
I toni illanguiditi
Vi si sente
Una melopea.
Fotografia tu sei l'ombra
Del sole
Tutta la sua bellezza.
GUILLAUME APOLLINAIRE
Se due cuori si sono intensamente amati
Resiste il loro amore al di là della morte.
Cogliamoli i ricordi che abbiamo seminati
La lontananza è nulla quando l'amore è forte
GUILLAUME APOLLINAIRE
Di te, da tanto tempo, io non ho più notizie.
Ma che dolci ricordi son quelli in cui ti vedo,
o mio lontano amore, o mia divina Lou,
accetta che il devoto la tua bellezza adori!
E' proprio questo d'oggi il giorno d'ispezione,
poco dopo, mia Lou, ce ne saremo andati.
E' questione di giorni. Non ti vedrò mai più,
non torneranno più quei bei giorni passati...
Come posso saperlo se tu mi ami ancora?
Le tronbe della sera gemono lentamente.
Davanti alla tua foto, o cara Lou, t'adoro
e tu sembri sorridere al tuo lontano amante.
Non so nulla di te! Se sei morta o sei viva.
Cosa sei diventata? E sono ancora vere
le promesse d'amore che hai fatto al cannoniere?
Come vorrei morire su quell'ignota riva!
Come vorrei morire nel fulgore d'oriente,
quando a Costantinopoli entrerò da crociato.
Il tuo ritratto in mano morire sorridendo
davanti al dolce mare verde azzurro smaltato!...
O Lou, mia immensa pena, Lou mio cuore spezzato,
come il suono di un corno la tua voce risuona,
io rivedo lontano, stupefatto e lontano,
quel tuo tenero sguardo col quale m'hai stregato
GUILLAUME APOLLINAIRE
Io penso a te, mia Lou, mentre sono di guardia
Vedo lassù il tuo sguardo negli occhi delle stelle
E nel cielo è il tuo corpo, consolante illusione
Nata dal desiderio che attizzano le raffiche
Attorno a me soldato perso nei suoi pensieri.
Amore tu non sai che cosa sia l'assenza
E forse non puoi credere che sembra di morire.
Ogni ora all'infinito cresce la sofferenza.
Quando il giorno finisce si comincia a soffrire
E quando torna notte la pena ricomincia.
Amore, io spero ormai soltanto nei ricordi
Nelo loro specchio tornano giovinezza e bellezza.
Invecchierai amore, invecchierai un giorno.
E' lontano il ricordo come un corno da caccia.
O lenta, lenta notte, o mio fucile peso.
GUILLAUME APOLLINAIRE - Ricognizione
Al limite dell'orizzonte impallidisce
Una sola crepuscolare betulla
Dove fugge la misura angolare
Dal cuore all'anima alla ragione.
L'azzurro galoppo dei ricordi lontani
Traversa i lillà degli occhi
E i cannoni dell'indolenza
I miei sogni sparano verso I cieli
GUILLAUME APOLLINAIRE
Fra le tue braccia l'amore è morto
Non ti dimenticare del suo incontro
Tu lo ritroverai anche se è morto
Egli ritorna per venirti incontro.
Un'altra primavera è già passata
Io mi ricordo come è stata tenera,
O mia stagione, addio, sei tramontata,
Tu non ritornerai mai così tenera.
GUILLAUME APOLLINAIRE
Dei tuoi occhi
Dei tuoi occhi nel lago profondo
Il mio povero cuore s'annega,
E lo sciolgono
In quell'acqua d'amore e di follia
Il tuo ricordo e la malinconia.
GUILLAUME APOLLINAIRE - Il canto d'amore
Ecco di che cosa è fatto il canto sinfonico dell’amore
C’è il canto dell’amore di un tempo
Il rumore dei baci sperduti degli amanti illustri
I gridi d’amore delle mortali violate dagli dèi
Le virilità degli eroi favolosi erette come pezzi contraerei
L’urlo prezioso di Giasone
Il canto mortale del cigno
E l’inno vittorioso che i primi raggi del sole hanno fatto
cantare a Memnone l’immobile
C’è il grido delle Sabine al momento del ratto
Ci sono anche i gridi d’amore dei felini nelle giungle
Il rumore sordo delle linfe montanti nelle piante tropicali
Il tuono delle artiglierie che compiono il terribile amore dei popoli
Le onde del mare dove nasce la vita e la bellezza
C’è là il canto di tutto l’amore del mondo.
GUILLAUME APOLLINAIRE - Gli amici alla fine l'han confessato mi disprezzano
Gli amici alla fine l'han confessato mi disprezzano
A grandi sorsate trangugiavo le stelle
Mentre dormivo un angelo ha portato lo sterminio
Tra agnelli e pastori nei malinconici ovili
Falsi centurioni andavano via con l'aceto
E i mendicanti ballavano flagellati dal ricino
Stelle del risveglio non ne conosco neanche una
I becchi del gas vomitavano le loro fiamme al chiar di luna
Becchini suonavano a morto con i boccali della birra
A lume di candela confusamente s adagiavano
Colli di camicia su un mare di gonne impolverate
Puerpere mascherate festeggiavano la loro purificazione
La città quella notte sembrava un arcipelago
Donne andavano in cerca d'amore e di dulìa
E buio buio fiume io non dimentico
Nelle ombre che passavano non c'era mai bellezza.
STEPHANE MALLARME' - SOSPIRO (Soupir)
La mia anima sale, o placida sorella,
Al cielo errante della tua angelica pupilla
E alla tua fronte, dove, giuncato di rossore,
Sogna un autunno, come nell'antico pallore
D'un parco un getto d'acqua sospira su all'Azzurro!
- Verso il tenero Azzurro d'Ottobre mite e puro
Che guarda in grandi vasche la sua malinconia
E lascia, su acque morte, dove, fulva agonia
Le foglie errano al vento tracciando un freddo viaggio,
Il sole trascinarsi giallo col lungo raggio.
Mon âme vers ton front où rêve, ô calme soeur,
Un automne jonché de taches de rousseur,
Et vers le ciel errant de ton oeil angélique
Monte, comme dans un jardin mélancolique,
Fidèle, un blanc jet d'eau soupire vers l'Azur!
- Vers l'Azur attendri d'Octobre pâle et pur
Qui mire aux grands bassins sa langueur infinie
Et laisse, sur l'eau morte où la fauve agonie
Des feuilles erre au vent et creuse un froid sillon,
Se traîner le soleil jaune d'un long rayon.