PSICOLOGIA SOCIALE
L’INFLUENZA SOCIALE
L’influenza sociale consiste in una modificazione dei processi conoscitivi dell’individuo, i quali vengono riorganizzati in modo da uniformarsi ai modelli di comportamento suggeriti dall’ambiente.
Le principali conseguenze dell’influenza del gruppo sull’individuo sono:
1)la compiacenza, consistente in un conformismo puramente esteriore, determinato dal bisogno di sentirsi accettato dal gruppo e di evitare la tensione (imitazione);
2)l’identificazione, che consiste nell’accettare le opinioni del gruppo, considerandole come se fossero proprie; essa agisce a un livello più profondo rispetto a quello, puramente esteriore, della compiacenza;
3)l’interiorizzazione, ossia l’incorporazione della nuova convinzione nel proprio sistema di valori. Essa agisce soprattutto a livello inconscio.
L’apprendimento sociale
Il modo in cui formiamo, integriamo o modifichiamo i nostri sistemi conoscitivi è determinato dalle nostre esperienze nella società. I particolari aspetti ai quali prestiamo maggior attenzione sono determinati dalla nostra cultura.
Il primo effetto dell’influenza sociale consiste in una spinta all’imitazione: l’individuo assume il comportamento degli altri come modello di riferimento; a loro volta gli altri imiteranno il suo comportamento e così via, in una sorta di contagio sociale.
Il fenomeno più diffuso di imitazione è costituito dalla moda, largamente diffusa grazie alla pubblicità.
IL CONFORMISMO
Nell’interazione con persone, gruppi e con il nostro ambiente di vita, spesso siamo sottoposti a pressioni che ci spingono a conformarci a norme e valori, opinioni e comportamenti ritenuti socialmente validi e ad interiorizzare gli atteggiamenti dominanti nella società.
Il conformismo, che è alla base del processo di socializzazione, consiste nell’accettare comportamenti ed opinioni del gruppo, da integrandoli con le proprie credenze e gli atteggiamenti preesistenti.
Apparentemente l’uomo è libero di sottrarsi facilmente alle pressioni sociali e di decidere se e in quale misura deve accettare le norme. In realtà il fenomeno non dipende completamente dalla volontà: l’individuo, inconsapevolmente, si conforma agli altri per sentirsi accettato e per non subire l’esclusione dal gruppo.
Una certa misura di conformismo si evidenzia in tutti, ma vi sono delle differenze individuali, secondo la struttura della personalità (le persone insicure tendono a conformarsi di più) e della storia individuale (chi ha tratto vantaggi conformandosi alle richieste dell’ambiente tenderà a conformarsi ad altri ambienti sperando di trarne dei vantaggi), della capacità di tollerare l’incertezza (coloro che non sopportano situazioni ambigue tenderanno a conformarsi identificandosi col gruppo anziché affrontare da soli il disagio). Il conformismo aiuta a superare la tensione derivante dal percepirsi “diversi” dagli altri.
Fenomeni di conformismo di grande interesse psicosociale sono: il consumismo, la pubblicità, il turismo di massa, il comportamento elettorale.
Numerosi fattori influiscono sul cedimento alle pressioni sociali:
1)l’ambiguità: coloro che non riescono a tollerare l’incertezza tenderanno a conformarsi identificandosi col gruppo anziché affrontare da soli il disagio. Il conformismo diventa così un meccanismo di difesa dalla tensione che deriva dal sentirsi “diversi” dagli altri; quanto più ambiguo è il compito, tanto maggiore è il cedimento.
2)l’unanimità delle posizioni opposte: è difficile trascurare ciò che viene espresso da una maggioranza che, a volte, si percepisce come minacciosa.
Le ricerche hanno dimostrato che non è la fiducia negli altri a determinare il conformismo, ma soprattutto la paura della disapprovazione. Le persone che non si conformano dimostrano di sapersi esporre all’eventuale disapprovazione altrui, di avere fiducia in sé e capacità critica.
CI FERMEREMMO A PRESTARE AIUTO A PERSONE IN DIFFICOLTA'? ECCO LA RISPOSTA DELLA PSICOLOGIA SOCIALE
Nel 1973 Darley e Batson svolsero un'undagine sulla disponibilità a prestare soccorso. Chiesero ad alcuni studenti di un seminario teologico di partecipare ad una ricerca sull'educazione religiosa (simulazione). Agli studenti furono fornite precise istruzioni: andare nell'edificio vicino a tenere un breve discorso e prepararsi, durante il tragitto, il discorso da tenere. Ad alcuni veniva detto di prepararsi con calma; ad un altro gruppo veniva detto di affrettarsi. Durante il percorso gli studenti incontravano una persona sconosciuta (in realtà un collaboratore degli sperimentatori) in evidente difficoltà e bisognosa di aiuto. Due terzi degli studenti che pensavano di avere tempo a disposizione si fermarono ad aiutare; tra quelli che pensavano di essere in ritardo, soltanto uno su dieci si fermò a prestar soccorso. In questa situazione gli studenti si trovarono di fronte ad un conflitto: svolgere il compito richiesto o prestare aiuto? Tra quelli che andavano di fretta, il 90% degli studenti decideva di oltrepassare lo sconosciuto, in alcuni casi addirittura scavalcando il corpo che intralciava la strada.