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HERBART
Herbart critica Kant: il pensiero non costituisce un quadro a priori in cui deve essere ricondotto il dato. Il rapporto causale non è una categoria in relazione con il tempo, ma è collegato con la sostanzialità. Critica l’Io kantiano e fichtiano, che non permette di giungere al tu e al noi.
La logica
La logica non è una storia naturale dell’intelletto. Il giudizio è una risposta alla domanda sulla relazione tra concetti, in cui il soggetto oscilla tra diverse determinazioni possibili per collegarsi con il predicato (ad es. un uomo può essere in piedi, seduto o in riposo). La formazione dei concetti è il lento, graduale risultato del processo di giudizio.
Il realismo
Herbart sostiene che non c’è un unico essere, ma una molteplicità di esseri che entrano in relazioni infinite fra loro. L’apparenza rinvia sempre ad una realtà. Ciascuno dei reali può entrare in una serie illimitata di relazioni con altri reali.
Estetica e morale
Il bello non è un dato oggettivo; deve essere analizzato non in base ai fattori emotivi e sentimentali, ma agli aspetti tecnico-formali.
La morale non può essere fondata su qualcosa di vuoto come la libertà trascendentale o la dottrina dei doveri. Le valutazioni morali rispondono a cinque grandi idee:
- la libertà interiore è l’accordo tra volontà e giudizio, che provoca un piacere assoluto;
- la perfezione è la relazione formale che nasce quando si confronta un volere molteplice con uno individuale per non produrre dispiacere;
- la benevolenza è il consenso tra la propria volontà e quella altrui (intenzione), come insegna la morale cristiana dell’amore;
- il diritto nasce dal conflitto fra le persone e dalla necessità di evitarlo;
- l’equità consiste nell’attribuire un premio o una punizione meritati.
Psicologia e pedagogia
Herbart applica la matematica alla psicologia per renderla scientifica (contro Kant). Studia la vita dell’anima, che è un reale, costituita dall’incontro o dallo scontro tra perturbazioni e affermazioni. Le rappresentazioni possono reciprocamente inibirsi; tale inibizione respinge alcune di esse al di sotto del livello della coscienza, in una sorta di inconscio, di profondo, dove le rappresentazioni inibite costituiscono delle forze che tendono a superare la soglia della coscienza.
La soglia statica della coscienza è l’intensità che pemette a una rappresentazione di stare sulla soglia della coscienza; la soglia dinamica rappresenta il modo in cui le rappresentazioni rimosse dalla coscienza continuano ad essere attive in essa.
Le rappresentazioni sono collegate in modo perfetto con le complessioni, in cui coincidono e non sono contrapposte; in modo imperfetto con le fusioni, in cui non coincidono. La vita psichica è estremamente complessa e non è riducibile a forme a priori.
La psicologia resta unilaterale finché considera l’uomo come isolato.
Il processo educativo deve plasmare l’uomo per portarlo alla virtù e aiutarlo a realizzarsi come persona veramente e interiormente libera. Il governo del fanciullo si deve avvalere della disciplina, dell’autorità e dell’amore, deve seguire criteri determinati e formare la sua volontà secondo la libertà interiore, la perfezione, la benevolenza, il diritto e l’equità.
La didattica deve provocare un interesse multilaterale nel fanciullo per sviluppare adeguatamente i suoi stati d’animo rispetto alla realtà che lo circonda e all’umanità nel suo complesso.