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EPICURO (Samo 341 a.C. – 271 a.C.)
Epicuro fondò ad Atene una scuola fondata sulla solidarietà e sull’amicizia, a cui partecipavano anche le donne e gli schiavi.
Epicuro fu autore di numerosi scritti, di cui ci sono pervenute solo tre lettere, tra cui la Lettera a Erodoto, che tratta la Fisica e la Lettera a Meneceo, di contenuto etico.
Il poeta latino Lucrezio ci ha tramandato un’esposizione fedele dell’epicureismo nella sua opera “De rerum natura”. Egli considera Epicuro come colui che ha liberato gli uomini dal timore del soprannaturale e della morte, ma la sua opera è caratterizzata dall’angoscia per la condizione umana e dal pessimismo, mentre il pensiero di Epicuro è ispirato alla serenità e all’imperturbabilità.
L’epicureismo negava sia il destino che la provvidenza; pertanto fu aspramente combattuto dallo stoicismo; inoltre, per il suo materialismo e per il rilievo dato al piacere, che costituisce il fine della vita umana, fu combattuto dal pensiero cristiano medioevale.
La canonica
La canonica è la teoria della conoscenza, che fornisce i criteri (ossia i canoni) della verità. Il criterio della verità è costituito dalle sensazioni.
Ispirandosi in parte alla teoria di Democrito, Epicuro sostiene che la sensazione è prodotta dal flusso di atomi dell’oggetto: alcuni di essi si staccano dall’oggetto, costituendo un’immagine del tutto simile all’oggetto, dalla quale derivano le sensazioni. La sensazione è sempre vera ed evidente: essa è dunque il criterio fondamentale della verità.
Le loro rappresentazioni (o concetti) servono ad anticipare le sensazioni future; perciò sono dette anche anticipazioni. Poiché derivano dalle sensazioni, anche le anticipazioni ci forniscono la verità.
Infine le emozioni, ossia il piacere e il dolore, che ci forniscono la norma pratica per la nostra condotta, costituiscono un criterio di verità, perché l’agire umano deve conoscere la vera natura dei propri desideri, del piacere e del dolore, per poter compiere delle scelte. Le azioni umane non sono sottoposte né alla fatalità né al caso: l’uomo è responsabile delle sue azioni.
La fisica
Come Democrito, anche Epicuro sostiene che nulla si origina dal nulla e si richiama all’atomismo. L’universo è eterno ed infinito e consiste dei corpi e del vuoto. I primi elementi che costituiscono i corpi sono sostanze corporee indivisibili: gli atomi, i quali hanno forme diverse e sono in continuo moto. Essi presentano un movimento infinito, grazie al quale si urtano e si combinano fra loro; sono dotati di peso e cadono dall’alto verso il basso, in una caduta verticale in cui si verifica una leggera deviazione casuale (clinamen), che rende possibile la loro aggregazione. Ogni nascita e morte non è che un’aggregazione o disgregazione degli atomi. Il loro movimento non è predisposto da un disegno provvidenziale o da un ordine finalistico.
Le leggi che regolano il movimento degli atomi sono necessarie e ad esse nulla sfugge. La deviazione spontanea degli atomi, pur non essendo chiarita, viene introdotta da Epicuro per spiegare l’autonomia dell’uomo: nell’universo vi è determinismo, ma nell’uomo vi è libero arbitrio.
Dio
Epicuro esclude ogni intervento divino nei fenomeni, che sono determinati dal movimento degli atomi.
La divinità è un’aspirazione degli uomini. E’ un ideale razionale.
L’esistenza di Dio si regge sul consenso universale.
La morale
Nulla è per noi la morte: bene e male risiedono nella sensazione. La morte è assenza di sensazioni. La vita è piacere, inteso come assenza di ansia e dolore. Il piacere è naturale e necessario. Il piacere della mente va preferito al piacere fisico. La felicità è indipendenza dai bisogni. L’uomo deve raggiungere l’atarassìa (assenza di turbamento) e l’autarchìa (controllo di sé).
La filosofia
La filosofia è conoscenza razionale che dissipa i terrori e le angosce e fa superare il timore degli dei e della morte.