MICHEL DE MONTAIGNE
L’opera principale di Montaigne sono i Saggi (Essais), scritti verso la fine del Cinquecento. In essi Montaigne evidenzia il disorientamento dell’uomo moderno che, confuso dalle molteplici e contrastanti idee nuove e dagli esiti delle ricerche scientifiche, si sente incerto e dubitante. L’uomo ha perso i tradizionali punti di riferimento che gli davano sicurezza e sui quali aveva costruito la sua identità e non riesce a costruire nuove certezze. La scienza moderna ha spezzato le sue illusioni ed egli si chiede: Che cosa so io?
Lo studio dell’uomo, delle sue possibilità e dei suoi limiti, risentono dell’influenza del socratismo, dello stoicismo, dell’ epicureismo e dello scetticismo, da cui Montaigne trae spunti per individuare le vie per raggiungere l’equilibrio interiore.
Come lo scetticismo, anche Montaigne utilizza il dubbio come strumento della saggezza. Gli scettici avevano sostenuto che le cose sono mere apparenze: tutto è nascosto all’uomo, che non può conoscere nulla; di nulla si può affermare che è in un modo piuttosto che in un altro; nulla si può definire. Montaigne si richiama alle parole del Manuale di Epitteto: Ciò che turba gli uomini non sono le cose, ma le opinioni che essi hanno delle cose. La conoscenza della realtà che l’uomo può raggiungere è limitata; ogni conoscenza deve portare alla consapevolezza della propria piccolezza.
Richiamandosi allo stoicismo Montaigne riprende il concetto di imperturbabilità dell’anima, che deve liberarsi dagli affanni e disprezzare la morte.
Abbiamo vissuto abbastanza per gli altri, viviamo per noi almeno quest’ultimo resto di vita. Riconduciamo a noi e al nostro piacere i nostri piaceri e le nostre intenzioni. Non è un’impresa di poco conto organizzare tranquillamente la nostra ritirata … prepariamoci; facciamo i bagagli; prendiamo congedo per tempo dalla compagnia; sciogliamoci da quelle violente strette che ci impegnano altrove e ci allontanano da noi stessi. La più grande cosa del mondo è saper essere per sé.
Ispirandosi a Socrate Montaigne sostiene che l’uomo porta in sé, nel proprio io, la propria ricchezza e la propria individualità. Io studio me stesso più di ogni altra cosa; questa è la mia metafisica e la mia fisica. Nell'analisi dell'io, che considera l’oggetto principale di ricerca dell’uomo, Montaigne scopre il senso della vita. La libertà è la ricerca dell’indipendenza dell’individuo, chiuso nella propria vita interiore e indifferente di fronte al mondo.