SOCRATE

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JEAN LOUS DAVID - La morte di Socrate

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SOCRATE

 

I democratici furono ostili a Socrate, il quale fu accusato di non credere agli dei e di corrompere i giovani. Condannato per empietà, preferì morire rispettando le leggi anziché vivere violandole.

 

Rapporto con i Naturalisti

 

Alla mente umana sfuggono i perché ultimi delle cose. Socrate è insoddisfatto del pensiero dei Naturalisti, i quali si erano posti dei problemi insolubili per l’uomo sostenendo tutto e il contrario di tutto. Pertanto egli si concentrò solo sull’uomo.

 

L’uomo

 

Socrate sostenne che la filosofia deve indagare sulla natura dell’uomo e sulla sua essenza, cioè l’anima.

La missione dell’uomo e del filosofo consiste nel motto dell’oracolo di Delfi Conosci te stesso, è un incessante esame di sé e degli altri.

Conoscere se stesso significa conoscere la propria anima. L’essenza dell’uomo non si riduce al suo corpo: il corpo è lo strumento dell’anima, che se ne serve per evidenziare le sue capacità razionali.

 

La divinità

 

Socrate fu condannato perché empio. Secondo Socrate basta osservare la natura e l’uomo per comprendere la loro perfezione e razionalità. Ciò non può essere dovuto al caso: la razionalità dell’uomo deriva da un Essere razionale, che ha dotato l’uomo di razionalità per consentirgli di raggiungere uno scopo. Anche se questa Intelligenza (=Dio) non si vede, sono ben visibili le conseguenze del suo agire: è l’artefice divino che ha dato origine alla natura e all’uomo, dotando quest’ultimo della sua intelligenza e prendendosi cura di lui in modo speciale. Dio è Intelligenza e Provvidenza.

Quella di Socrate è la prima dimostrazione dell’esistenza di Dio nella storia della filosofia.

 

La virtù

 

La virtù è scienza, il vizio è ignoranza. Chi fa il male ignora il bene; perciò il bene è scienza e conoscenza. L’uomo virtuoso ricerca il bene con la scienza.

L’uomo libero è colui che sa dominare gli istinti. La felicità dell’uomo non viene dal corpo, bensì dall’anima.

 

La logica

 

Con la continua domanda posta ai suoi interlocutori “Che cos’è?”, Socrate chiedeva loro di fornire una definizione precisa di ciò di cui si stava parlando. Con una dialettica stringente Socrate demoliva l’avversario, il quale scopriva di non sapere nulla di ciò che stava dicendo. Socrate non si accontentava di definizioni parziali, ma ricercava i concetti universali, riferiti alle caratteristiche universali degli oggetti (metodo induttivo = dal particolare all’universale).

 

Il dialogo

 

Per scoprire la verità, che è presente in ogni uomo, occorre il dialogo interpersonale, ossia un colloquio incessante, una ricerca senza fine.

1)l’ignoranza

Punto di partenza per la scoperta della verità è partire dal nulla, ossia avere coscienza di non conoscere ancora la verità, di essere ignoranti.

Per Socrate sapiente è colui che sa di non sapere: chi crede di non conoscere la verità si impegna a ricercarla. Chi crede di conoscerla smette di ricercare: la sua è la peggiore ignoranza, perché non potrà mai migliorare.

Genuino filosofo è colui che comprende l’impossibilità di avere delle certezze sulle cause dell’esistenza e sulla totalità dell’universo.

2)l’ironia

Il primo momento del dialogo consiste nel costringere l’interlocutore a dar conto di se stesso, nel fingere di accettarne le opinioni, nell’accentuarle fino alla caricatura, nel dimostrarne l’intima contraddizione.

3)la maieutica

La maieutica è la scoperta della verità, che è nascosta nell’interiorità dell’uomo e deve essere portata alla luce. Socrate non vuole comunicare alcuna verità, ma stimola l’ascoltatore a scoprirla in sé (ossia “partorire” la verità).