TRATTA DA AUTOBIOGRAFIA CHARLIE CHAPLIN - ARNOLDO MONDADORI 1964
Charles Chaplin nacque il 16 aprile 1889 a Londra. Ebbe un’infanzia agiata.
La madre lavorava in teatro come soubrette di varietà. Sposò un uomo di teatro, il quale non si occupava dei due figli Charlie e Sydney e si ubriacava spesso; perciò la madre si separò da lui. Dopo la separazione dal marito, la madre, valida cantante, seppe garantire ai figli un’infanzia agiata, tranquilla e colorata fino a quando non perse la voce.
All'età di cinque anni Charlie fece la sua prima apparizione sul palcoscenico. Durante una serata, la madre perse la voce e dovette lasciare il palcoscenico. Il direttore decise di mandare in scena Charlie, avendolo già visto recitare. Solo al centro del palcoscenico, il bambino cominciò a cantare, accompagnato dall'orchestra. A metà canzone una pioggia di monete investì il palcoscenico. Il bambino si mise a raccogliere il danaro, suscitando le risa del pubblico. Era perfettamente a suo agio. Parlò al pubblico, ballò ed eseguì diverse imitazioni. Echeggiarono applausi e risate, poi piovve sul palcoscenico una seconda ondata di monetine. Madre e figlio ebbero, alla fine, un applauso fragoroso. Quella sera segnò la data della sua prima esibizione in teatro e dell'ultima di sua madre.
Ben presto la madre si ridusse in miseria. I ragazzi finirono al brefotrofio di Norwood, mentre la madre fu ricoverata al manicomio.
Il tribunale aveva deciso di affidarli alla custodia del padre, il quale alloggiava con la seconda moglie e un figlio in due stanze in una casa triste. Anche Louise, la moglie, beveva.
Quando la madre lasciò il manicomio e li riprese con sé, Charlie riprese interesse per il teatro. Un giorno recitò a scuola Miss Priscilla's Cat, una filastrocca umoristica appresa da sua madre, riscuotendo risate e applausi.
Il signor Jackson, direttore di una troupe di ballerini con gli zoccoli, inserì Charlie nella troupe degli Eight Lancashire Lads. Non potendo frequentare una scuola regolare, la sua istruzione non migliorò. Fu Bransby Williams a far nascere in Chaplin l'amore per la letteratura, che gli svelò un mondo talmente ricco di misteri da infondere in lui una grandissima voglia di leggere.
Con gli amici, Charlie giocava al teatro; faceva il regista e sceglieva sempre le parti del cattivo, più colorite di quelle dell'eroe.
A Charlie fu offerto un posto di galleria al South London Music Hall, dove veniva rappresentato Early Birds, una pantomima di Fred Karno. Ottenne una parte nella commedia Jim, in cui interpretava Sammy, uno strillone che viveva in una soffitta con un aristocratico sofferente di amnesia e una giovane fioraia.
Charlie, che viveva da solo in città sconosciute, solo nelle stanze d'albergo, cominciò a soffrire di malinconia. Ottenne dalla direzione della compagnia una particina per Sydney nella successiva tournée. Finalmente avrebbero potuto stare insieme.
La madre guarì e fu dimessa. Tornò a Londra e prese in affitto un appartamento dove avevano abitato in precedenza. I figli tornarono a casa dopo la seconda tournée , ma la madre si ammalò nuovamente e non tornò mai più in possesso di tutte le sue facoltà. Per parecchi anni langui nel manicomio finché non poterono farla ricoverare in una clinica privata.
Trascorse gli ultimi sette anni della sua vita travagliata negli agi, vedendo i figli ormai adulti baciati dalla fama e dalla fortuna.
A Charlie Chaplin fu proposto di interpretare il ruolo di Billie nella farsa di William Gillette.
Tornare a Londra per recitare in un teatro del West End fu per lui un rinascimento. Al Teatro Duke of York, Charlie, allora sedicenne, incontrò Marie Doro, una donna bellissima: fu amore a prima vista. Con la ripresa di Sherlock Holmes, gli fu riassegnata la parte di Billie.
Alle prove incontrò nuovamente Marie Doro e se ne innamorò più che mai. L'amava e l'odiava insieme. Marie era una donna affascinante e per giunta piena di grazia. Holmes ottenne un grandioso successo.
Quando a Londra finirono le rappresentazioni di Holmes, Charlie trovò lavoro in una compagnia di varietà, il Casey's Circus, dove si esibì nella parodia del Dr. Walford Bodie, con cui ottenne un certo successo, diventando la stella della compagnia.
Un giorno Karno decise di scritturarlo in uno sketch che aveva riscosso un grande successo. I fratelli presero un appartamento in città e lo arredarono. L'appartamento divenne il loro agognato rifugio. A diciannove anni Charlie divenne un attore apprezzato della compagnia Karno. Si innamorò di una cantante-ballerina, Helly, senza speranza.
Nel 1909 fu scritturato a Parigi alle Folies Bergère per un mese di rappresentazioni. Era felice di andare in Francia. Seppe che un celebre musicista desiderava conoscerlo. Si trattava di Debussy.
Tornò in Inghilterra per iniziare una tournée in provincia. A Londra Karno gli offrì il ruolo di protagonista in The Football Match, nel più importante music hall di Londra.
Scaduto il contratto, ebbe la parte principale in The Wow-wows per l'America. Quella di andare negli Stati Uniti era proprio l'occasione che gli mancava. Gli Stati Uniti offrivano nuove opportunità.
New York gli sembrò una città avventurosa e sconcertante. Broadway gli apparve come un gioiello sfavillante, ricca di luci e colori. La troupe di Karno era l'attrazione principale in un programma di artisti eccellenti.
Qui Chaplin decise di istruirsi e di migliorare la sua cultura. Dopo alcune settimane ebbero finalmente successo. Furono scritturati per una tournée di venti settimane in teatri di provincia. Nel frattempo Charlie prendeva lezioni di violino.
In California all'Empress, per la prima volta ebbe un cartellone tutto per sé. Ottennero il tutto esaurito a ogni rappresentazione.
Intanto la madre era migliorata.
Negli Stati Uniti Chaplin si sentì subito a suo agio. Riprese a studiare e istruirsi. A Filadelfia fu contattato da Kessel e Bauman, due produttori cinematografici, pronti a scritturarlo per la parte dell’ubriaco. Il lavoro consisteva nel recitare senza copione, partendo da un'idea e seguendo il corso naturale degli eventi fino ad arrivare al finale comico.
Quando gli fu proposta la parte di un cronista di giornale in un documentario umoristico. Chaplin indossava finanziera, cilindro e un paio di baffi a manubrio. Iniziò a truccarsi in modo comico, indossando una giacca attillata e un paio di calzoni sformati, due scarpe troppo grandi, il bastone, una bombetta troppo piccola e un paio di baffetti. Chaplin iniziò entrando in scena e inciampando nel piede di una signora. Si tolse la bombetta per scusarsi, poi inciampò in una sputacchiera; si voltò, si tolse la bombetta davanti alla sputacchiera. Tutti cominciarono a ridere. Chaplin decise di conservare quel costume, che gli aveva permesso di suscitare tanta ilarità. Una volta indossati quei panni, egli si immedesimò nell’omino con la bombetta. Recitava con piacere, perché sul set si faceva tutto con grande spontaneità. Dava spesso suggerimenti e ciò incrementò la sua autostima.
Vi fu una grande richiesta dei suoi film e il suo personaggio, chiamato Charlot, riscuoteva sempre maggior successo.
Il pubblico lo aveva preso in simpatia: per essere contento gli sarebbe bastato continuare così. Aveva fiducia nelle proprie idee e sapeva farle apprezzare a tutto il cast e ai registi. Creare in questo modo rendeva entusiasmante la sua attività cinematografica, a differenza del teatro, in cui non poteva discostarsi da un ruolo prestabilito.
Era il 1914. Aveva venticinque anni, era innamorato del suo lavoro, non solo per il successo ottenuto, ma anche perché aveva la possibilità di conoscere tutte le stelle del cinema, come Mary Pickford. Si innamorò di Peggy Pierce, una ragazza straordinariamente bella. Fu un amore reciproco.
Realizzava le comiche in una settimana, alla luce del sole. Charlot pazzo per amore si dimostrò di una comicità irresistibile, ma anche Charlot panettiere ottenne un enorme successo.
Riuscì a raccomandare Sydney a Sennett, che lo scritturò. Sydney lasciò l‘Inghilterra e si trasferì con la moglie.
Charlie, nella sua spaziosa camera aveva un pianoforte e una piccola libreria. Godeva di tutte le comodità del club: lussuose palestre, piscine e un servizio eccellente.
Quando scoppiò la prima guerra mondiale, Charlie Chaplin firmò un contratto con Anderson. Nel frattempo lavorò al film Il suo passato preistorico, poi partì con Anderson per San Francisco, dove lo attendeva una nuova Mercedes verde.
A Chicago decise che avrebbe scritto da sé il soggetto del film. Aveva quasi finito il film Debutto di Charlot ed era già famoso e popolare.
Scritturò come prima attrice Edna Purviance, che era bellissima, ma silenziosa e riservata. Come soggetto scelse Charlot nottambulo -- un ubriaco in cerca di svago. Affidò al fratello Sydney la gestione dei suoi affari. Il suo personaggio era tanto popolare che in tutti i negozi si vendevano statuette e riproduzioni di Charlot. Fu bombardato da proposte commerciali di ogni genere, relative a libri, abiti, candele, giocattoli, sigarette e dentifrici. Aveva numerosissimi ammiratori.
A Chicago Spoor gli propose un premio di diecimila dollari per ogni film.
Chaplin elaborò una parodia della Carmen.
Aveva tutti i requisiti per farsi degli amici; era giovane, ricco e famoso. Fu presentato al tenore Enrico Caruso come “Charlie Chaplin, il Caruso del cinema”.
Sidney aveva il bernoccolo della pubblicità stravagante ed era ricco di trovate pubblicitarie. Fu sua la fantastica idea di far imprimere ai divi di Hollywood mani e piedi nel cemento davanti al Chinese Theatre. La cerimonia divenne un onore quasi pari, per importanza, all'assegnazione di un Oscar.
Gli svaghi di Charlie consistevano nell'andare al varietà del Teatro Orpheum e nell'assistere alle rappresentazioni della compagnia stabile del Teatro Morosco. Frequentava l'Athletic Club, un centro dove si riuniva l’alta società di Los Angeles. Conobbe Rodolfo Valentino, che aveva sempre un'aria triste, era silenzioso e schivo ed ebbe sfortuna con le donne.
Per il suo nuovo contratto da 670.000 dollari, affittò uno studio nel cuore di Hollywood. La sua troupe comprendeva Edna Purviance ed altri attori.
Tra il 1916 e il 1917 girò dodici comiche, tra cui Charlot pompiere, Il vagabondo, La strada della paura, L'emigrante, L'evaso.
Nonostante le scene prevedessero molte cadute e ruzzoloni e volassero schiaffi e botte, nessuno si faceva male lavorando nei suoi film. La violenza veniva provata attentamente e trattata come coreografia. Un ceffone sul viso era sempre truccato.
Quello fu il periodo più felice della carriera, in cui Chaplin si sentiva libero e leggero. Aveva ventisette anni e prospettive favolose davanti a sé. Guadagnava moltissimo, grazie anche a Sydney, che aveva il bernoccolo degli affari e faceva fruttare i suoi guadagni.
Conobbe Paderewski, la Pavlova, Sarah Bernhardt e considerò Eleonora Duse la più grande attrice che avesse mai visto.
Conobbe Douglas Fairbanks, attore e brillante conversatore mondano, di cui divenne grande amico.
Hollywood stava rapidamente diventando la mecca degli scrittori, degli attori e degli intellettuali.
Il primo film nel suo studio nuovo fu Vita da cani, una storia a fondo satirico, in cui paragonava la vita di un cane a quella di un vagabondo, considerato come una specie di Pierrot.
Nella Febbre dell'oro una ragazza pensava di fare uno scherzo a un vagabondo, ma alla fine sentì per lui una pietà che fu scambiata per amore.
La protagonista delle Luci della città era cieca e considerava il vagabondo romantico e affascinante fino a quando non riacquistò la vista.
Man mano che Chaplin affinava la sua capacità di elaborare una storia, si affievoliva la sua vis comica. Spesso ricorreva alla musica. Utilizzò la canzone Mrs Grundys per creare un'atmosfera adatta per L'emigrante.
Motivetti molto semplici gli diedero lo spunto per altre comiche.
Fin dal 1916 aveva parecchie idee per lungometraggi. Pensò a un viaggio nella luna come satira del progresso in Tempi moderni.
Secondo Chaplin il tema della vita è il conflitto e il dolore; su questi temi egli basava la sua comicità, partendo dai guai della gente e arrivando a trarla da quei guai.
Il suo concetto della comicità partiva dalle sottili discrepanze che percepiamo nel normale comportamento umano: attraverso la comicità vediamo l'irrazionale in ciò che sembra razionale; il folle in ciò che sembra sensato; l'insignificante in ciò che sembra pieno d'importanza. La comicità aiuta a sopravvivere preservando il nostro equilibrio mentale, prendendo tutto con una certa leggerezza. Un eccesso di serietà porta all'assurdo.
Come soggetto del secondo film pensò a fare una comica sulla guerra e ne fu entusiasta. Realizzò Charlot soldato, con la prima parte imperniata sulla « vita da borghese », la seconda sulla « guerra » e la terza sul « banchetto », in cui Charlot sarebbe stato festeggiato per il suo eroismo catturando il Kaiser. E alla fine si scopriva che era stato tutto un sogno.
Gli effetti comici dovevano essere appena accennati. Chaplin fece di Charlot un essere insignificante, comune, senza una storia.
Charlot soldato ottenne un enorme successo e fu molto apprezzato dai soldati durante la guerra, ma gli era costato parecchio tempo e denaro.
Con Sydney incontrò Douglas e Mary e stabilirono di formare una loro casa di produzione, per vendere i loro film sul mercato libero e restare indipendenti. La nuova società si sarebbe chiamata United Artists Corporation. Fu associato anche Zukor, un grande attore e un grande uomo d'affari, che aveva creato la più vasta catena di teatri del mondo.
Chaplin guadagnò moltissimo col film La febbre dell'oro.
La guerra infuriava. Massacri e distruzioni spietati predominavano in Europa. Quando fu firmato l’armistizio, il mondo impazziva di gioia: tutti cantavano, ballavano, si abbracciavano. Ma dopo la pace la civiltà non fu più la stessa.
Conobbe Mildred Harris e la sposò. Il matrimonio ebbe un'influenza negativa sulle sue facoltà creative.
All'Orpheum scoprì un incantevole ragazzino, Jackie Coogan e comprese che sarebbe stato l'ideale per un film! Pensò al monello che va in giro per le strade spaccando i vetri, mentre il vagabondo finge di passare di lì per caso e si offre di ripararle! Nacque il film Il monello (1921) e Jackie fu veramente superbo.
La fusione tra comicità e sentimento, che costituiva la premessa del Monello, fu un'autentica innovazione.
Pur essendosi molto affezionato a Mildred, si separarono amichevolmente.
Conobbe un giovane commediografo, Eugene O'Neill (il quale più tardi sarebbe diventato suo suocero).
Era ansioso di cominciare con la United Artists.
Chaplin non aveva mai studiato recitazione, ma da ragazzo ebbe la fortuna di vivere in un'epoca di grandi attori, e la loro esperienza gli insegnò molte cose. In Luci della ribalta, con l’avanzare dell’età, Calvero diventava vecchio e riflessivo, acquistando il senso della propria dignità, e questo era fatale allo stretto rapporto da lui allacciato col pubblico.
Anche se Il monello ottenne un enorme successo, Chaplin aveva ancora quattro film da produrre per la First National. Terminato Charlot e la maschera di ferro pensò ad una parodia sul mestiere dell'idraulico.
Ricchezza e celebrità gli avevano insegnato a vedere il mondo nella giusta prospettiva, gli avevano insegnato che l'intelligenza non deriva necessariamente dall'istruzione o dalla conoscenza dei classici.
Tornato a Hollywood, Chaplin fece visita a sua madre. Sembrava molto allegra e felice per il grandissimo successo del figlio. Purtroppo ebbe una ricaduta e morì.
Nell'elaborazione di una comica la tragedia stimola il senso del ridicolo: dobbiamo ridere in faccia alla tragedia, alla sfortuna e alla nostra impotenza contro le forze della natura, se non vogliamo impazzire. Traendo spunto dalla spedizione Donner che si smarrì sui monti della Sierra Nevada, costretta a combattere contro il freddo e la fame, Chaplin realizzò una delle sue scene più comiche: in preda a una fame irresistibile bolliva una scarpa e la mangiava, mangiando le stringhe come spaghetti.
Durante la lavorazione della Febbre dell'oro si sposò per la seconda volta ed ebbe due figli. Anche questo matrimonio era destinato a fallire.
Fin quasi allo scoppio della seconda guerra mondiale nessuno sapeva granché dei campi di concentramento hitleriani. Cornelius Vanderbilt era riuscito a penetrare in uno di essi e aveva descritto le torture che vi venivano perpetrate dai nazisti. Vanderbilt gli spedi una serie di fotografie formato cartolina che mostravano Hitler durante un discorso. A Chaplin il viso del dittatore apparve oscenamente comico. Ma quando Einstein e Thomas Mann furono costretti a lasciare la Germania, il viso di Hitler non gli apparve più comico ma sinistro.
Chaplin incontrò Einstein nel 1926, quando venne in California per una serie di conferenze. Einstein era affabile e gioviale, ma Chaplin comprese che i suoi modi calmi e gentili nascondevano un temperamento estremamente emotivo, e che era da questa fonte che proveniva la sua straordinaria energia intellettuale.
Durante una cena la signora Einstein raccontò a Chaplin la storia del mattino in cui suo marito aveva concepito la teoria della relatività. Disse che lo scienziato aveva avuto un’idea e, mentre la elaborava, cominciò a suonare il piano; continuò a suonare e a prendere appunti per circa mezz'ora, poi salì nel suo studio, informandola che non voleva essere disturbato, e vi rimase due settimane. Non scendeva nemmeno per mangiare. Finalmente elaborò la sua teoria della relatività.
Quando il terrore nazista si abbattè sulla Germania, gli Einstein cercarono asilo negli Stati Uniti. Quando tornarono in California nel 1937 gli Einstein gli fecero visita.
Eisenstein, il regista russo, venne a Hollywood con la sua troupe per girare un film per la Paramount. Venne con la fama del Potemkin e dei Dieci giorni che sconvolsero il mondo. Il suo film Ivan il Terribile, che Chaplin vide dopo la seconda guerra mondiale, gli apparve come il migliore di tutti i film storici. La Warner Brothers produsse la sua prima sequenza parlata. Era un film in costume, nel quale si vedeva un'attrice molto carina macerarsi in silenzio per un grande dolore. Secondo Chaplin nessuno sapeva dosare il sonoro ed era convinto che il sonoro avesse i giorni contati.
Un mese dopo la MGM produsse Melodie di Broadway, una commedia musicale sonora a lungometraggio, che ottenne uno strepitoso successo finanziario. Era il tramonto del cinema muto. Ma ormai il cinema aveva cambiato strada.
Chaplin era però deciso a continuare a fare film muti e realizzò Le luci della città, un film muto ideale che narra la storia di una fioraia che, in seguito a un incidente, aveva perso la vista. Il film rimase in cartellone dodici settimane, con grandi guadagni.
Chaplin conobbe Paulette Goddard, una ragazza spigliata e divertente. Divennero amici, accomunati dalla solitudine e poi si sposarono, ma tra loro presto si formò una frattura insanabile.
Nel 1937, mentre si stava preparando un'altra guerra, a Chaplin fu suggerito un film su Hitler, giocando su uno scambio d'identità grazie ai baffetti uguali: Chaplin poteva interpretare se stesso (il vagabondo) e il dittatore. Nei panni di Hitler avrebbe potuto arringare la folla usando un gergo incomprensibile. Un film su Hitler era l'ideale per una parodia e una pantomima. Impiegò due anni per portare a termine Il dittatore. La parte di protagonista femminile doveva essere affidata a Paulette.
L'Inghilterra dichiarò guerra ai nazisti. Poi, improvvisamente, ebbe inizio l'olocausto. Le notizie peggioravano di giorno in giorno. Quando Hitler decise di invadere la Russia, dimostrando la sua follia, gli Stati Uniti non erano ancora entrati in guerra. Chaplin ebbe diversi solleciti a completare il film, atteso da tutti.
Orson Welles gli diede lo spunto per un documentario sul celebre assassino francese Landru. Chaplin sfruttò l'idea pensando che Landru sarebbe stato il protagonista ideale di un film comico, Monsieur Verdoux.
Gli proposero come interprete del film Shadow and Substance Oona O'Neill, figlia del famoso drammaturgo Eugene O'Neill. Era una bellezza luminosa, piena di un fascino poco appariscente e di una grazia seducente. La scritturò su due piedi. Iniziarono così vent'anni di assoluta felicità. In un primo tempo la differenza d'età lo preoccupò, ma Oona era fiduciosa e risoluta. Si sposarono al termine della lavorazione di Shadow and Substance.
Oona gli confessò di non voler fare l’attrice. Charlie ne fu felice: finalmente avrebbe avuto una moglie da non dividere con un palcoscenico.
La lavorazione del film su Monsieur Verdoux durò due anni e inizialmente dovette superare una severa censura. La storia, intrisa di humour nero, era un'aspra satira e una critica sociale. Il film riscosse molto successo, ma Chaplin fu criticato come simpatizzante del comunismo, per cui molti gestori di cinema annullarono le prenotazioni.
Frattanto la moglie Oona aveva avuto quattro figli: Geraldine, Michael, Josie e Vicky. La vita a Beverly Hills era di nuovo piacevole. Il film ebbe grande successo e Oona era ansiosa di mandare i figli a scuola in Europa, lontano dall'influenza di Hollywood.
Si era attirato l'inimicizia dell'America perché era stato un anticonformista ed era odiato per non aver mai chiesto la cittadinanza americana. Si attirò così l'inimicizia di una nazione e disgraziatamente perse l'affetto del popolo americano.
La «prima» di Luci della ribalta doveva aver luogo all'Odeon, in Leicester Square. Era una serata di beneficenza, a cui partecipò la principessa Margaret. Il film batté tutti i primati degli incassi, e a dispetto del boicottaggio americano gli fece guadagnare più di tutti gli altri suoi film.
Da quando avevano lasciato l'America, la vita della famiglia Chaplin si svolgeva su un altro piano. A Parigi e a Roma furono ricevuti come dei conquistatori. A Roma fu onorato, decorato e ricevuto dal presidente e dai ministri.
Successivamente si trasferirono in Svizzera nel villaggio di Corsier in una casa con un grande e ricco frutteto e grandi alberi. Pian piano cominciarono a troncare gli ultimi legami con gli Stati Uniti. Chaplin non ne sentiva la mancanza perché l’America era cambiata e perché ormai ricercava un senso della vita più semplice e personale. Considerava la vita più emozionante che mai.