NILDE IOTTI (1920 – 1999)
Leonilde Iotti nacque a Reggio Emilia il 10 aprile del 1920. Figlia di un ferroviere e sindacalista socialista, rimase orfana del padre nel 1934. Grazie ad alcune borse di studio compì il suo percorso di studi e conseguì la laurea in Lettere e Filosofia. Svolse l’attività di insegnante fino al 1946.
Inizialmente iscritta al Partito Nazionale Fascista di Reggio Emilia, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 si allontanò dal fascismo e si avvicinò al PCI. Partecipò attivamente alla Resistenza come partigiana convinta, inizialmente come staffetta porta-ordini, avente la funzione di garantire i collegamenti tra le varie brigate e i contatti fra i partigiani e le loro famiglie.
Successivamente aderì ai Gruppi di difesa della donna, "aperti a tutte le donne di ogni ceto sociale e di ogni fede politica o religiosa, che volessero partecipare all'opera di liberazione della patria e lottare per la propria emancipazione". Questi gruppi garantivano i diritti delle donne e raccoglievano ciò che era necessario alla vita dei partigiani, che dovevano nascondersi: indumenti, medicinali, alimenti. I Gruppi di difesa della donna sostenevano i Comitati di liberazione periferici durante le agitazioni nelle fabbriche (dove avevano preso il posto degli uomini impegnati in guerra), dove organizzarono scioperi e manifestazioni contro il fascismo.
Nel dopoguerra la Iotti fu eletta segretaria dell'UDI (Unione Donne Italiane) di Reggio Emilia; nel 1946 entrò nelle file del Partito Comunista Italiano. Nello stesso anno fu eletta membro dell'Assemblea Costituente, presieduta da Giuseppe Saragat. Fu una delle 21 donne elette nell'Assemblea e una delle cinque chiamate nella Commissione dei Settantacinque. La Iotti proponeva la figura della donna non più moglie e madre, ma cittadina, con pari dignità sociale rispetto all'uomo. Durante i lavori nella Costituente, si batté per affermare il principio di parità tra i coniugi, il riconoscimento dei diritti dei figli nati fuori dal matrimonio e la difesa dei diritti delle famiglie di fatto.
Combatté con forza per la proclamazione dei diritti della donna e per l'emancipazione femminile. Nella sottocommissione si disse contraria all'introduzione, nella Costituzione, di un articolo che sostenesse il principio dell'indissolubilità del matrimonio, preparando la successiva lotta verso la concessione del divorzio.
Nel 1946 iniziò a Roma la sua relazione con il Segretario Nazionale del PCI, Palmiro Togliatti, che durò fino alla morte del leader comunista, nel 1964. La loro apparve subito come una relazione scandalosa perché Togliatti era sposato.
Nel 1962 entrò a far parte della direzione nazionale del PCI e fu eletta in Parlamento. Si impegnò per la concessione del divorzio, che fu introdotto dopo il referendum del 1974. Dal 1969 al 1974 fu deputato al Parlamento europeo. Nel 1979 fu eletta, prima fra le donne, Presidente della Camera dei Deputati.
Nel suo discorso di insediamento pose al centro la figura della donna nella società, l'imparzialità politica e le misure necessarie per combattere il terrorismo.
Ricoprì l'incarico per tre legislature, fino al 1992.
Presentò le dimissioni il 18 novembre 1999 a causa di gravi problemi di salute.
Morì il 4 dicembre 1999, all'età di 79 anni, a Roma.
Nel centenario della nascita di Nilde Iotti, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha sostenuto che “è stata una delle madri della Repubblica, anche perché spese tutta la vita nelle istituzioni per dare piena attuazione ai principi costituzionali e consolidare così i legami tra democrazia e società…Il suo percorso civile e politico reca impressi i caratteri di quella straordinaria crescita democratica, che ha consentito al nostro popolo di liberarsi dal fascismo, di dotarsi di una Costituzione rispettosa degli originari e inviolabili diritti della persona, di progredire nel benessere economico e nella solidarietà sociale”.