Poesie sul lavoro

Ai miei obblighi - Pablo Neruda

 

Compiendo il mio mestiere

pietra con pietra, penna a penna,

passa l’inverno e lascia

luoghi abbandonati,

abitazioni morte:

io lavoro e lavoro,

devo sostituire

tante dimenticanze,

riempire di pane le tenebre,

fondare di nuovo la speranza.

 

Non è per me altro che la polvere,

la pioggia crudele della stagione,

non mi riservo niente

ma tutto lo spazio

e lì lavorare, lavorare,

manifestare la primavera.

 

A tutti devo dar qualcosa

ogni settimana e ogni giorno,

un regalo di colore azzurro,

un petalo freddo del bosco,

e già di mattina sono vivo

mentre gli altri si immergono

nella pigrizia, nell’amore,

e sto pulendo la mia campana,

il mio cuore, i miei utensili.

 

Ho rugiada per tutti.

I colori dei mestieri - Gianni Rodari

 

Io so i colori dei mestieri:

sono bianchi i panettieri,

s’alzano prima degli uccelli

e han farina nei capelli;

sono neri gli spazzacamini,

di sette colori son gli imbianchini;

gli operai dell’officina

hanno una bella tuta azzurrina,

hanno le mani sporche di grasso:

i fannulloni vanno a spasso,

non si sporcano un dito

ma il loro mestiere non è pulito.

Domande di un lettore operaio - Bertolt Brecht

 

Tebe dalle Sette Porte, chi la costruì?

Ci sono i nomi dei re, dentro i libri.

Son stati i re a strascicarli, quei blocchi di pietra?

Babilonia, distrutta tante volte,

chi altrettante la riedificò? In quai case,

·di Lima lucente d’oro abitavano i costruttori?

Dove andarono, la sera che fu terminata la Grande Muraglia,

i muratori? Roma la grande

è piena d’archi di trionfo. Su chi

trionfarono i Cesari?

La celebrata Bisanzio

aveva solo palazzi per i suoi abitanti?

 

Anche nella favolosa Atlantide

la notte che il mare li inghiottì, affogavano urlando

aiuto ai loro schiavi.

Il giovane Alessandro conquistò l’India.

Da solo?

Cesare sconfisse i galli.

Non aveva con sé nemmeno un cuoco?

Filippo di Spagna· pianse, quando la flotta

gli fu affondata. Nessun altro pianse?

Federico II vinse la guerra dei Sette Anni. Chi,

oltre a lui, l’ha vinta?

Una vittoria ogni pagina.

Chi cucinò la cena della vittoria?

Ogni dieci anni un grand’uomo.

Chi ne pagò le spese?

Quante vicende,

tante domande.

Odo cantar l’America, odo i canti molteplici - Walt Whitman

 

Odo cantar l’America, odo i canti molteplici,

Quelli degli operai, ciascuno canta il suo come di dovere,

forte e giocondo,

il falegname canta, mentre misura l’asse o la trave,

Il muratore canta, mentre va al lavoro o ne torna,

Il battelliere canta ciò che gli conviene sul battello, il marinaio canta sul ponte del piroscafo,

Il calzolaio canta seduto al deschetto, il cappellaio in piedi,

Il canto del boscaiolo, quello dell’aratore che la mattina si avvia ai campi, o durante il riposo meridiano, o al tramonto,

Il delizioso cantare della madre, o della giovane sposa che lavora, o della ragazza che cuce o lava,

Ognuno canta ciò che si addice a lui, a lei, e a nessun altro,

Il giorno ciò che si addice al giorno – di notte la compagnia

di giovani robusti e cordiali,

Cantano a piena voce i loro forti canti melodiosi

Il lavoro - Samuel Smiles

 

Non vi è per l’uomo pane più saporito

di quello che egli si procura

con il proprio lavoro fisico e intellettuale.

Né vi è bene che non possa

essere acquistato con lavoro,

né soddisfazione che non possa

essere data dal lavoro.

I giusti - Jorge Luis Borges

 

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.

Chi è contento che sulla terra esista la musica.

Chi scopre con piacere un’etimologia.

Due impiegati che in un caffè del Sur giocano in silenzio agli scacchi.

Il ceramista che premedita un colore e una forma.

Il tipografo che compone bene questa pagina, che forse non gli piace.

Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.

Chi accarezza un animale addormentato.

Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.

Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.

Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.

Queste persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.

25 aprile - ITALO CALVINO

 

Forse non farò

cose importanti,

ma la storia

è fatta di piccoli gesti anonimi,

forse domani morirò,

magari prima

di quel tedesco,

ma tutte le cose che farò

prima di morire

e la mia morte stessa

saranno pezzetti di storia,

e tutti i pensieri

che sto facendo adesso

influiscono

sulla mia storia di domani,

sulla storia di domani

del genere umano.

(Da "Il sentiero di nidi di ragno")

Il vecchio muratore - Gianni Rodari

 

Ho girato mezzo mondo

con la cazzuola e il filo di piombo,

ho fabbricato con le mie mani

cento palazzi di dieci piani:

tutti in fila li vedo qua

e mi fanno una grande città.

Ma per me e per la mia vecchia

non ho che questa catapecchia.

Sono di legno le pareti,

le finestre non hanno vetri

e dal tetto di paglia e di latta

piove in tutta la baracca.

Dalla città che ho costruito,

non so perché sono stato bandito.

Ho lavorato per tutti: perché

nessuno ha lavorato per me?

Le mani dell’operaio - Renzo Pezzani

 

Dice il Signore a chi batte

alle porte del suo Regno:

Fammi vedere le mani;

saprò io se ne sei degno.

L’operaio fa vedere

le sue mani dure di calli:

han toccato tutta la vita

terra, fuochi, metalli.

Sono vuote d’ogni ricchezza,

nere, stanche, pesanti.

Dice il Signore: Che bellezza!

Così son le mani dei Santi!

Filastrocca dei mestieri - Mario Lodi

 

C’è chi semina la terra,

c’è chi impara la guerra,

chi ripara le auto guaste

e chi sforna gnocchi e paste.

C’è chi vende l’acqua e il vino,

chi ripara il lavandino,

c’è chi pesca nel torrente

e magari prende niente.

C’è chi guida il treno diretto

e chi a casa rifà il letto,

chi nel circo fa capriole

e chi insegna nelle scuole.

Cosi varia è questa vita

che la storia è mai finita…

Nell’officina - Mario Lodi

 

La taglierina… ciac!

spacca la lastra d’ottone.

Tac tac… la pressa

stampa un cappellino.

Zzzzzzz. ., il trapano

fa un buchino.

Bum! l’uomo picchia sull’incudine

il suo martellone.

Ssssss… la fiamma ha saldato

due pezzi insieme.Grrrrr… l’operaio ha lucidato

una pompa finita

che comincia adesso la sua vita.

A poco a poco il magazzino è pieno

e i pacchi li portano sul treno.